"Effetto Giulia Cecchettin"

Violenza sulle donne, in aumento le richieste di aiuto (e forse non è una cattiva notizia)

Analizzando i numeri nazionali e regionali emerge come i fatti di cronaca e il lavoro di sensibilizzazione mediatica spingano le vittime a uscire dal cono d'ombra

Violenza sulle donne, in aumento le richieste di aiuto (e forse non è una cattiva notizia)
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Alla vigilia della Festa delle Donne, che cade l'8 marzo, ci si chiede con quale spirito - al di là di mimose e cioccolatini d'ordinanza - in questo 2024 ci si approcci ai festeggiamenti. E forse, a giudicare dai dati, qualche timida buona notizia c'è.

Da Giulia Donato, uccisa a Genova a inizio gennaio, a Giulia Cecchettin, passando per Giulia Tramontano, Sofia Castelli, Marisa Leo e molte altre
Contrasto alla violenza di genere

I centri antiviolenza nel Paese stanno registrando, anche se la tendenza non è costante, maggiori chiamate. Ciò non deve essere letto, necessariamente, come un incremento di episodi di violenza a danno dell'universo femminile, bensì - come suggerisce un clamoroso indizio - una maggior consapevolezza e volontà di non essere più in scacco di molte vittime. Complice, anche, una crescente attenzione verso i "segnali" da non trascurare che rendono tossica una relazione e che possono sfociare nel dramma dei femminicidi.

A confermare questa lettura del fenomeno anche quanto accaduto alla help line violenza e stalking 1522, servizio pubblico promosso dalla presidenza del Consiglio dei Ministri, a ridosso dell'omicidio di Giulia Cecchettin. Le richieste d'aiuto sono raddoppiate: segno che, anche la comunicazione e la sensibilizzazione sul tema, hanno un ruolo incentivante di primo piano.

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Giulia Cecchettin

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Violenza contro le donne: i numeri della Lombardia

In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il 25 novembre 2023, l’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Guido Bertolaso ha ricordato che ogni giorno, più di quindici donne chiamano il numero unico 112 destinato ai servizi di soccorso per le emergenze perché sono vittime di episodi di violenza.

bertolaso green pass
Guido Bertolaso

Da marzo a giugno 2023 sono state 1.860 le richieste di aiuto per episodi di violenza di genere ricevute dalle Centrali Uniche di risposta (CUR) del NUE 112 della Lombardia. I dati sono stati raccolti per una survey che non si è ancora conclusa, ma i primi 4 mesi di indagine restituiscono un quadro già abbastanza chiaro e che richiede attenzione.

Su 1.563 chiamate è stato possibile svolgere un’analisi del contesto. Il 93% delle chiamate proviene da zona urbana e il 68% riguarda una telefonata fatta da abitazione privata. Le chiamate arrivano da donne nel 97% dei casi e il 71% ha chiamato il numero unico di emergenza per presunto evento di violenza nonostante la presenza dell’aggressore. Il 12 % delle donne che chiama risulta aver già contattato i servizi di emergenza per analoghi motivi. E, quindi, aver già subito atti di violenza.

Attualmente risulta molto basso l’utilizzo dell’app ‘Where Are U’. Uno strumento che consente sia la localizzazione che il ricorso alla chiamata silenziosa, entrambe opportunità che invece possono rivelarsi salvavita.

Le chiamate analizzate sono quelle relative al primo contatto delle donne con i servizi di emergenza, quale è appunto il numero unico 112, attivo in tutta la Lombardia dal 2014. Tutte le chiamate di emergenza della regione confluiscono alle Centrali Uniche di risposta (CUR). Gli operatori, dopo aver localizzato il chiamante e individuata l’emergenza, smistano all’ente competente per la gestione dell’evento. Ovvero Carabinieri, Polizia, Vigili del Fuoco, Emergenza Sanitaria.

Analizzando un esempio territoriale molto recente, relativo alla Bergamasca, tra l’1 e il 29 febbraio 2024 sono arrivate 111 nuove richieste di supporto ai centri antiviolenza di Bergamo e provincia. Unite alle 130 di gennaio fanno più di 240 nuove richieste di aiuto dall’inizio del 2024 da parte di donne che vivono violenza domestica o che subiscono stalking. Le vittime stanno iniziando a chiedere aiuto. Ma ci deve essere un sistema pronto a tutelarle realmente.

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Veneto: "effetto Giulia Cecchettin"

Come anticipato, la tragedia di Giulia Cecchettin e i relativi dibattiti pubblici che indicavano le spie di un rapporto malato hanno avuto un forte impatto sull'incremento delle richieste di aiuto anche in Veneto. Regione di cui era originaria la vittima di Filippo Turetta.

Giulia Cecchettin e Filippo Turetta

Il governatore Luca Zaia, lunedì mattina, 4 dicembre, 2023, a Venezia in occasione dei funerali di Giulia Cecchettin è tornato sul tema della violenza di genere:

"Identificare, come comunità, le menti malate, perché i dati sono sempre quelli: stalking, molestie digitali, violenze sessuali devono far partire campanelli d'allarme".

zaia

Con l'occasione il presidente ha riepilogato i dati del 2022 relativi alla violenza sulle donne.

"Quest'anno abbiamo investito quasi 4 milioni per i centri antiviolenza», attraverso i quali «aiutiamo le donne alla riabilitazione, all'accompagnamento, al tema abitativo. Abbiamo 26 centri e sportelli antiviolenza e 28 case rifugio con 76 posti letto, dei quali 16 sono di totale anonimato, privi di indirizzo, per tutelare le famiglie e i minori. Il dato inquietante è che nel 2022 ci sono stati 6.009 accessi, 6.009 donne che hanno chiesto aiuto. Il 25% di queste è passata prima per il pronto soccorso, circa 1500. Il 36% di queste 1500 ha sporto denuncia. Fondamentalmente, una su 3 ha denunciato".

Quindi "500 hanno denunciato, mille hanno preso le botte e non hanno avuto la forza di denunciare. Il 67% di chi non ha denunciato è composto da italiane con scolarizzazione media o alta. Usciamo dal retaggio legato alle straniere e alla segregazione, perché non è solo così. Il 55% di queste donne ha un lavoro".

I funerali di Giulia

A Treviso, si è registrata un'impennata di denunce per i reati di genere, tra il 15 novembre e il 15 dicembre 2023 (50 querele, contro le 39 del mese precedente), proprio a ridosso della tragedia di Giulia.

Anche in questo caso a conferma che la sensibilizzazione funziona e conduce le vittime a trovare il coraggio di uscire dal cono d'ombra di violenza e controllo esercitati da partner abusanti.

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Trento: boom di richieste

Fenomeno confermato anche a Trento.

“Il femminicidio di Giulia ha scosso l'opinione pubblica per diversi motivi: per la giovane età di questa coppia, per la dinamica dei fatti, per l'efferatezza dell'omicidio – spiega a Il Dolomiti Anna Agosta, consigliera nazionale di D.i.Re - Donne in Rete contro la violenza, l'associazione che riunisce 87 organizzazioni sul territorio italiano che gestiscono 107 Centri antiviolenza e più di 60 Case rifugio. - Non abbiamo dati specifici sull'aumento delle chiamate nei nostri Centri sparsi sul territorio nazionale, ma possiamo confermare che c'è stato un picco di contatti in questi giorni. Il telefono continua a squillare. Non tutte le donne che chiamano lo fanno perché si sentono in pericolo, non tutte dichiarano la motivazione. Stiamo riscontrando anche tanti contatti da terzi, ossia da persone che si sentono di scrivere qualcosa di condividere una riflessione o un pensiero, oppure che desiderano mettersi a disposizione per dare una mano. Questo femminicidio ha davvero scosso l'opinione pubblica, la politica, le istituzioni, gli operatori che ogni giorno incontrano donne che subiscono violenza. Il dibattito è aperto, anche sulla questione della tempestività dei soccorsi e dell'attivazione della rete nei casi di violenza contro le donne”.

E ancora:

"L'audio di Giulia trasmesso dalle testate giornalisticheha dato voce alla paura che vivono tutte le donne che subiscono violenza: ha messo in luce le dinamiche della violenza maschile contro le donne. Giulia è stata una ragazza fortemente limitata nella sua libertà. Quando lei ha provato a lasciarlo, lui non ha rispettato la sua scelta di libertà e l'ha uccisa”.

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Torinese: attenzione ai "reati spia"

La Questura li definisce “reati spia” perché fanno emergere la violenza sulle donne: maltrattamenti in famiglia, stalking, violenze sessuali. In provincia di Torino, da gennaio a ottobre 2023, ne sono stati commessi 1.588. In media, sono più di 5 al giorno ai danni di ragazze e donne torinesi. Reati gravi che possono anticipare altri ancora peggiori, I 1.588 reati spia del 2023 sono tanti, troppi.

Il Centro antiviolenza del Comune di Torino ha ricevuto 758 “contatti telefonici”, più di due al giorno in media e 202 donne prese in carico dopo aver subito maltrattamenti solo nel 2022 (in tutto i Centri sono 12 in Piemonte). All’ombra della Mole Antonelliana, scorrendo i dati più recenti, si è passati da 183 casi di violenza o maltrattamenti e 273 richieste di informazioni del 2020, a fronte di oltre 10mila richieste d’intervento in tutto il Piemonte, ai numeri attuali, cresciuti rispettivamente del 40% e del 50%.

Anche qui una netta crescita.

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Toscana: accessi al Codice rosa

L'Ausl Toscana Centro ha analizzato i recenti accessi mediante Codice Rosa:

"Il Codice rosa è una rete a supporto dell'emersione della violenza che garantisce la cura e la protezione delle vittime in tutte le porte di accesso dei servizi sociosanitari aziendali. Un ruolo fondamentale svolge la Rete Territoriale codice rosa che grazie alla sua articolazione in tutte le zone svolge la funzione di accompagnamento delle vittime verso una presa in carico dei servizi territoriali, garantendo la valutazione del rischio e tutti gli interventi necessari alla protezione incluso l'accoglienza in strutture individuate per le prime 72 ore".

Sono stati 416 nell'ultimo anno gli accessi di adulti al percorso dedicato alle vittime di violenza “Codice Rosa” dei Pronto Soccorso dei vari ospedali dell’Azienda USL Toscana Centro: 331 sono donne. Sono 29 gli accessi totali di minori nei vari ospedali nella stessa finestra temporale, di cui 16 bambine e ragazze. A questi si aggiungono 440 percorsi di accompagnamento delle vittime, di cui 23 per violenza sessuale intercettati dalla rete territoriale ‘codice rosa’.

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La conferma nazionale

Dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, sono raddoppiate le richieste d'aiuto al 1522: dalle 200 telefonate quotidiane si è arrivati alle 400 con picchi tra 450 e 500 se si considerano anche quelle fatte con chat ed App. A dirlo è Arianna Gentili, responsabile della help line violenza e stalking 1522, servizio pubblico promosso dalla presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le Pari Opportunità. Oltre alle adolescenti, sono aumentate le richieste da parte dei genitori, in particolare dalle mamme, preoccupati per le figlie dopo il caso di Giulia Cecchettin.

L'aumento delle telefonate è cominciato proprio il giorno del ritrovamento del cadavere di Giulia.

"Di solito questo boom di telefonate lo tocchiamo tra il 24/25 e 26 novembre per la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Quest'anno l'eco mediatica del femminicidio di Giulia ha fatto anticipare il picco. E questo perché in tante si sono identificate nella sua situazione. Giulia era una ragazza normale e come lei tante ragazze hanno lasciato il fidanzato e si ritrovano nella sua situazione".

C'è stato anche il raddoppio delle richieste dei genitori:

"L'altro pomeriggio ho risposto in un'ora a dieci telefonate in fila tutte da parte di madri che mi raccontavano che le figlie avevano da poco lasciato il compagno e che questo aveva cominciato a chiamarla, se lo ritrovavano fuori da scuola, sotto casa. La paura più grande dei genitori è l'impotenza. Avere la sensazione che tua figlia è in pericolo ed avere la frustrazione di non sapere come intervenire".

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Vittimologia: un fenomeno trasversale

Infine un ultimo dato relativo alla vittimologia. Come già sottolineato da Zaia, è un luogo comune il fatto che le vittime di violenza siano necessariamente donne prive di strumenti.

I centri di D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza spiegano che le caratteristiche della donna che si rivolge a un Centro antiviolenza D.i.Re sono consolidate negli anni. Per quanto riguarda l’età, anche nel 2022 quasi la metà (47,3%) delle donne accolte ha un’età compresa tra i 30 e i 49 anni. Di particolare rilevanza il numero delle donne che superano i 60 anni: 1.638. Un dato che rappresenta la trasversalità della violenza maschile alle donne, anche rispetto all’età delle donne che la subiscono.

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