Una serie di episodi terribili

"Se mi lasci fai la fine di Giulia": scia di femminicidi e violenze sulle donne

Due femminicidi nella giornata di martedì 28 novembre, ma anche 3 donne salve per un soffio

"Se mi lasci fai la fine di Giulia": scia di femminicidi e violenze sulle donne
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Mentre gli occhi di tutto il Paese sono puntati sul carcere di Montorio a Verona dove i genitori di Filippo Turetta – che ha confessato l’omicidio della sua ex, Giulia Cecchettin – hanno rinunciato all’incontro con il figlio previsto per la giornata odierna, 29 novembre 2023, in cerca di un supporto psicologico, in Italia non si arresta la piaga della violenza sulle donne. Anche con epiloghi fatali.

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Giulia Cecchettin

L’ondata di indignazione e partecipazione che ha travolto il Paese dopo la vicenda di Giulia Cecchettin, la forte partecipazione di piazza nella giornata contro la violenza sulle donne, sembrano ancora non potere nulla contro una serie infinita di inferni quotidiani e femminicidi.

"Se non torni con me fai la fine di Giulia"

Ha minacciato l'ex compagna di ucciderla come Giulia Cecchettin, ed è stato arrestato. È successo a Priolo Gargallo, in provincia di Siracusa, dove il gip del Tribunale ha emesso nei confronti di un uomo di 64 anni un'ordinanza di custodia cautelare, ai domiciliari, con l'accusa di atti persecutori. Secondo quanto denunciato dalla ex compagna, il 64enne si sarebbe reso responsabile di aggressioni, pedinamenti e molestie ed in una occasione avrebbe minacciato di morte la donna.

"Se non torna con me - avrebbe detto - gliela faccio finire come a quella di cui stanno parlando in televisione". Il gip ha anche disposto l'obbligo del braccialetto elettronico per il 64enne.

Giulia Cecchettin e Filippo Turetta
Giulia Cecchettin, Filippo Turetta

Ma altri uomini, negli ultimi giorni, hanno meschinamente utilizzato il nome di Giulia come minaccia contro le loro compagne.

E se le piazze sono gremite di donne che chiedono un cambio di passo culturale (e degne tutele), rimane altrettanto affollata la triste pagina di cronaca quotidiana che racconta ancora di violenze e omicidi.

Uccisa a coltellate dal marito

L'ennesima vittima è Vincenza Angrisano, 42 anni, uccisa a coltellate nel pomeriggio di martedì 28 novembre 2023 dal marito, Luigi Leonetti, ad Andria, in Puglia. Secondo quanto ricostruito, Vincenza e Luigi vivevano da un mese da "separati in casa", ma lui - come purtroppo si sente dire troppo spesso - non accettava la fine della relazione. E così sarebbe nata una lite durante la quale il marito ha impugnato un coltello e ha colpito ripetutamente la donna.

Leonetti e Angrisano

In quel momento c'erano anche i due figli minori della coppia, uno dei quali avrebbe assistito alla terribile scena. E' stato poi Leonetti a chiamare il 118 dichiarando di aver accoltellato la donna. Gli operatori che hanno ricevuto la telefonata hanno riferito di aver sentito in sottofondo le urla dei bambini. Immediatamente è scattata l'allerta e sul posto sono arrivati i Carabinieri, ma per Vincenza Angrisano non c'era più nulla da fare.

A dare un tono ancora più tragico alla vicenda i post che Vincenza metteva sui social. Proprio in occasione del 25 novembre (Giornata internazionale contro  la violenza sulle donne) aveva pubblicato una serie di eventi e filmati.

"Donne, alzate la voce", scriveva.

Uccide la moglie con una mazza

Poche ore prima del massacro di Vincenza, un'altra donna veniva uccisa per mano del marito. Nella mattinata di martedì 28 novembre 2023 a Salsomaggiore Terme, in provincia di Parma, un uomo ha ucciso la moglie, 57enne, colpendola ripetutamente con una mazza da baseball.

La coraggiosa carabiniera

A chiamare il 112 è stata una donna carabiniere, non in servizio, che ha sentito le urla della vittima provenire da casa. E' intervenuta in un primo momento da sola, bloccando l'aggressore, dopodiché è stata aiutata dai colleghi sopraggiunti nel frattempo. Quando i soccorritori sono giunti sul posto la donna era in condizioni disperate a causa della violenza dei colpi subiti. Inutili i soccorsi per lei, che è deceduta poco dopo.

Salve per un soffio

E poi ci sono le sopravvissute, altro lunghissimo elenco di donne salve per un soffio ma che portano con sé orrori e traumi subiti. Oltre alla paura che i loro carnefici possano fare ritorno.

Femminicidio sfiorato, anche se ha provocato ferite molto gravi alla donna aggredita, a Rozzano, in provincia di Milano. Come spiega Il Giornale dei Navigli, una donna di origine marocchina di 39 anni, nel corso di una lite con il marito, anch'esso marocchino, è stata violentemente aggredita prima con calci e pugni, poi con un coltello da cucina, provocandole diverse ferite alle gambe ed alla testa.

Dopo i primi soccorsi prestati sul posto, la vittima è stata trasportata in codice rosso al pronto soccorso dell'Ospedale San Carlo di Milano: non sarebbe in pericolo di vita. Il figlio di 4 anni della coppia ha assistito al terribile atto di violenza nei confronti della mamma. Il marito aggressore 32enne, trovato sul posto ancora sporco di sangue, è stato arrestato per tentato omicidio, ovvero femminicidio, ed è stato condotto presso il carcere di San Vittore.

E poi c’è un incubo durato almeno tre anni per una famiglia toscana: un inferno di restrizioni, violenze e gelosia spesso ossessionata che, secondo la ricostruzione dei carabinieri, sarebbe potuta degenerare ancora. Come racconta Prima Firenze, un uomo di 51 anni è stato arrestato nelle scorse ore, dai militari della compagnia di Montecatini Terme, con l’accusa di maltrattamenti in famiglia, detenzione abusiva di una pistola e ricettazione.

Tutto è partito dalla segnalazione arrivata 112 da cittadini di una privata abitazioni che allertavano un intervento a causa di forti litigi di una coppia. Giunti sul posto, i carabinieri, nonostante una calma apparente, hanno intuito di trovarsi di fronte a una situazione di violenze.  La donna, 38 anni, originaria dell’est Europa, è apparsa terrorizzata e ha raccontato di minacce di morte subite dal marito, anche con la pistola e di fronte ai tre figli minorenni. Una lunga confessione in cui sono emersi maltrattamenti, continui controlli sul cellulare, l’isolamento dagli amici e dalle amiche, a causa della gelosia.

Inoltre, durante il sopralluogo, uno dei figli della coppia — uno studente di 16 anni — ha detto di aver visto poco prima una pistola addosso al padre, nascosta tra la cintura e i pantaloni. Una testimonianza fondamentale alla quale è seguita una accurata perquisizione che ha permesso di rinvenire, in un capanno degli attrezzi, una pistola Beretta calibro 9 con matricola abrasa, detenuta illegalmente. Il 51enne è stato arrestato in flagranza di reato e trasferito in carcere di Prato. Sono stati già stati attivati i protocolli previsti dalla Regione Toscana nel caso dei maltrattamenti e di violenza di genere sulle donne.

Il passante che interrompe la violenza

E poi c’è la vicenda del passante che ha interrotto uno stupro. Erano le 3.30 della notte tra sabato 25 novembre e domenica 26, a Pisa, nei pressi dell’Orto Botanico. Un uomo ha udito le grida di una giovane e ha prontamente allertato le forze dell’ordine.

La ragazza pisana, 30 anni, era in stato di shock e con le lacrime agli occhi. Subito soccorsa è stata trasportata in pronto soccorso per le cure e gli accertamenti del caso. Le sono stati diagnosticati 10 giorni di prognosi. L’uomo, 40enne italiano proveniente dalla Versilia, è stato arrestato in flagranza per il reato di violenza sessuale e posto, su disposizione della locale autorità giudiziaria, agli arresti domiciliari in attesa delle ulteriori determinazioni giudiziarie e per garantire all’indagato di potersi difendere e fornire la propria versione dei fatti.

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