Terza dose, efficacia ed effetti collaterali: cosa ci dicono i dati israeliani
Occhi puntati su Israele e sui dati che arrivano dallo Stato che per primo ha iniziato a vaccinare a tappeto con il booster.
L'Italia è pronta per iniziare la somministrazione delle terze dosi del vaccino anti Covid ai cittadini più fragili. Dopo l'annuncio del ministro Speranza e l'ok dell'Aifa le inoculazioni dovrebbero partire già a fine settembre 2021. Occhi puntati su Israele e sui dati che arrivano dallo Stato che per primo ha iniziato a vaccinare a tappeto con la terza dose. Le domande sono molte: funziona? E gli effetti collaterali? Ecco cosa dicono i primi numeri.
Terza dose: cosa dicono i dati di Israele
La terza dose di vaccino anti Covid funziona per prevenire ancora meglio malattia e infezione? Sembra di sì, c'è grande attesa per la pubblicazione sul New England Journal of Medicine (che arriverà a giorni) di un primo studio sui dati israeliani. Dal primo agosto, in Israele, il programma di richiamo ha coinvolto 2,8 milioni di persone. Finora a disposizione degli scienziati ci sono analisi degli esperti sanitari israeliani e lavori in pre print: la pubblicazione su una importante rivista medica, con revisione indipendente, sarà utile agli enti regolatori come l’americana Fda e l’europea Ema per valutare l’opportunità di un booster e per quali categorie.
Un rapporto del ministero della Salute israeliano, focalizzato sul vaccino Pfizer, ha mostrato che la terza dose ha ridotto di oltre dieci volte il rischio di risultare positivi a Sars CoV-2 a due settimane dall’iniezione. Le informazioni si basano su oltre 1,1 milione di israeliani over 60. Ciò che conta, soprattutto, sono i dati a lungo termine, come ben esplicato da David Dowdy, epidemiologo della Johns Hopkins University, intervistato dalla rivista Science:
"Se l’obiettivo è fornire a determinate categorie livelli elevati di immunità a breve termine, non c’è dubbio che un buon modo per farlo sia proprio con il richiamo. I risultati tra l’altro ci dicono che gli attuali vaccini sono ancora efficaci contro la variante Delta. Dal momento però che gli studi coprono solo un breve periodo dopo il richiamo non è chiaro quanto durerà l’aumento della protezione. Abbiamo bisogno di dati a lungo termine prima di poter affermare che somministrare il richiamo sia la strategia giusta. Gli sforzi devono ancora concentrarsi nel cercare chi non si è ancora vaccinato"
Cosa sappiamo sugli effetti collaterali
Altra domanda che la maggior parte delle persone si pone è relativa ai possibili effetti collaterali di un terzo richiamo. Chiarendo che i dati sono ancora limitati è difficile dare una risposta definitiva. Complessivamente i vaccini contro il Covid-19 sono estremamente sicuri e straordinariamente efficaci. Dalle analisi finora rese pubbliche sappiamo che i booster hanno caratteristiche di sicurezza simili alle dosi precedenti.
Mark Slifka dell’Oregon Health and Science University, esperto di immunologia, virus e vaccini sostiene che tutto dipende da quanto tempo passa dalla seconda alla terza dose:
"Se il richiamo verrà somministrato dopo otto mesi dalla conclusione del ciclo vaccinale è verosimile che il sistema immunitario si sarà calmato e la nuova iniezione non provocherà gli effetti che più spesso si sono visti dopo la seconda dose".
I candidati al booster in Italia
A differenza di Israele l'Italia non sta pensando ad una terza dose a tappeto, bensì dedicata a categorie maggiormente a rischio, come gli immunodepressi che, per la natura della propria condizione, sviluppano con più difficoltà reazioni anticorpali e potrebbero necessitare di un rinforzo. Il timing delle somministrazioni dovrebbe essere il seguente: immunodepressi, trapiantati e soggetti più fragili. Poi gli anziani e gli ospiti delle Rsa, quindi, a partire da gennaio, gli operatori sanitari.
Il Lazio ha già annunciato che, da settimana prossima, è pronto a partire con la terza dose per i soggetti trapiantati.