Anche i più piccoli rischiano col Covid: ricoverato in ospedale un bambino di 4 mesi
Il piccolo, nato nel mese di luglio, ha sviluppato sintomi della polmonite con febbre alta...
Il Covid è un rischio anche per i più piccoli. Si è detto a lungo che a rischiare di più sono gli anziani e le persone con patologie già esistenti, ma anche i bambini non sono esenti. Prova ne è quello che è successo a Rovigo, dove è risultato positivo un bambino di soli quattro mesi, arrivato in ospedale con la febbre alta e i sintomi della polmonite. E dopo i primi esami è arrivato il responso: positivo al Covid.
Positivo al Covid un bimbo di 4 mesi a Rovigo
Come racconta Prima Rovigo, il piccolo è arrivato al Pronto soccorso con i sintomi del Coronavirus. E dopo gli esami è stata accertata la sua positività.
A quel punto non si è perso altro tempo: il bimbo è stato immediatamente trasferito all'ospedale di Padova che, secondo i protocolli attivi, funziona come centro nazionale per i casi di positività riscontrati nei bambini piccoli. Attualmente le condizioni di salute sono stabili, ma data l'età la situazione è ovviamente molto delicata e va monitorata con grande attenzione.
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E' stato il Governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, in occasione dell'ultimo appuntamento con la stampa per fare il punto sull'emergenza sanitaria in corso, parlando dell'aumento di positività tra i più giovani di età, a dare la notizia del bimbo polesano attualmente ricoverato per Covid. E a lanciare l'allarme sulla sua zona: "Altro che zona gialla, qui rischiamo il rosso", ha detto.
Il Veneto risulta infatti una delle regioni italiane più a rischio vista l'attuale situazione dei contagi. Ma anche Valle d'Aosta, Liguria e Friuli rischiano grosso.
Tra Covid, influenza e virus sinciziale è un bel rebus
Insomma, non c'è solo il virus sinciziale a far preoccupare mamme e papà. Anche il Covid infatti fa la sua parte nel togliere il sonno ai genitori, nonostante i più piccoli abbiano dimostrato in questo anno e mezzo di reagire meglio al virus.
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L'ultimo caso eclatante di focolaio di virus sinciziale è quello di Lodi, sono sette i bambini ricoverati all'ospedale Maggiore Ma non solo. Da Nord a Sud, sono tantissimi i bambini che si trovano in ospedale. In Toscana si parla di almeno quindici casi gravi: la metà dei posti di rianimazione dell'ospedale pediatrico Meyer di Firenze risulta occupata. Otto i neonati in ospedale in provincia di Rimini, pediatria piena a Modena, numerosi casi pure a Padova.
Cosa è il virus sinciziale
Partiamo da un presupposto: si tratta di una patologia molto comune, tanto che circa il 90% dei bambini la contrae entro i due anni di vita. Nei più piccoli (o nei bambini più deboli strutturalmente) può dare origine a forme più severe come brionchioliti o polmoniti, che talvolta necessitano di un'ospedalizzazione. Nel mondo ogni anno si verificano all'incirca 33 milioni di casi, con tre milioni di ricoveri ospedalieri.
Possibile che quest'anno si sia verificato un incremento dei casi a seguito delle misure restrittive degli ultimi tempi. Spiegano alcuni esperti che avendo tenuto in casa i bambini a lungo per proteggerli dal Covid, potremmo non aver stimolato a dovere il loro sistema immunitario con il rischio di esporli maggiormente a certe patologie.
Come si trasmette e cosa fare
La trasmissione avviene esattamente come per molti altri virus di tipo influenzale. Dunque occhio a starnuti e colpi di tosse, ma il virus può essere trasmesso anche tramite le minuscole goccioline di saliva che espelliamo involontariamente parlando.
Ovviamente i genitori devono fare molta attenzione a quello che succede ai piccoli. Tra i fattori da tenere maggiormente d'occhio ci sono l'eventuale mancanza di appetito da parte dei bimbi e l'insorgere di una difficoltà respiratoria. In questo caso è meglio fare una visita tempestiva presso il proprio pediatra per cercare di "prendere in tempo" il virus.
L'influenza stagionale fa boom tra gli under 5
Intanto anche l'influenza inizia a farsi sentire, soprattutto tra i più piccoli. Nelle prime settimane di monitoraggio infatti il "grosso" dei contagi si è verificato tra i piccoli da 0 a 4 anni.
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