Il piano di Brunetta

Stretta sullo smart working: i dipendenti pubblici verso il rientro in ufficio

Si punta a far diventare il lavoro da remoto un'eccezione ribaltando la prospettiva attuale, determinata dalla pandemia.

Stretta sullo smart working: i dipendenti pubblici verso il rientro in ufficio
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Stretta sullo smart working negli uffici della pubblica amministrazione. Si punta a far diventare il lavoro da remoto un'eccezione ribaltando la prospettiva attuale, determinata dalla pandemia a partire da marzo 2020, attraverso un correttivo introdotto dal decreto Green Pass. Secondo le prime ipotesi a stabilire le modalità del nuovo lavoro agile sarebbero i dirigenti degli uffici, in base alle esigenze organizzative di ogni realtà. Testo e confini dell’emendamento sono allo studio dei tecnici del Governo.

Stretta sullo smart working per i dipendenti pubblici

Il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta ha chiarito la sua volontà annunciando l’intenzione di un ritorno diffuso in presenza. Ovviamente il lavoro normativo necessiterà il vaglio sindacale. Alla base della volontà di Brunetta c'è il superamento della normativa emergenziale costruita durante il Conte-2.

Nodo Green Pass

Resta caldo anche il tema relativo al Green Pass dal momento che si valuta l'obbligo del certificato verde per i dipendenti pubblici in presenza, esattamente come accade nella scuola. In tal senso la macchina organizzativa (e dei controlli) necessiterebbe sforzi profusi. Il terreno è scivoloso anche per le implicazioni politiche, nonché per le incognite sull’andamento dei contagi nelle prossime settimane.

Iniezione al Pil

Brunetta - commentando i dati positivi del Pil - ha ribadito posizioni già espresse nei giorni scorsi, puntando ad avere "in presenza" i dipendenti pubblici per la fine di settembre.

"La crescita potrebbe essere addirittura superiore, se si ripristinerà la modalità ordinaria di lavoro in presenza, tanto nel pubblico quanto nel privato. Partendo dalla scuola, con il rientro in classe di insegnanti e alunni. Un ritorno in presenza necessario anche per rendere pienamente effettive le riforme già attuate, come la semplificazione dell'accesso al superbonus 110%, nell'interesse di cittadini, famiglie e imprese".

Numeri alla mano il rialzo del Pil registrato dall'economia italiana nel secondo trimestre del 2021 pari a +17,3% è il più alto su base tendenziale mai registrato dall'inizio delle attuali serie storiche, iniziate nel 1995. Un trend positivo che l'Esecutivo intende perfezionare e rafforzare. Il ministro della Pubblica Amministrazione è tornato sul tema stamane, attraverso la sua pagina Facebook:

"La pandemia è stato uno shock che ha richiesto misure straordinarie. Lo smartworking, sia nel pubblico sia nel privato, è stata una grandissima sperimentazione sociale che è riuscita a tenere in piedi il Paese. Mi congratulo con il governo Conte Due, che è riuscito a farla partire in quelle condizioni drammatiche e straordinarie. Ma ora, grazie ai vaccini e grazie alla campagna dell’ottimo Commissario Figliuolo, stiamo tornando verso la normalità. Il metabolismo del Paese è cambiato. Che senso ha continuare con le stesse misure nate per resistere alla pandemia? Che senso ha mantenere ancora questa cappa di straordinarietà quando il Paese chiede che venga accompagnato verso la crescita con tutto il suo capitale umano? Già prima della pandemia esistevano montagne di arretrati. Negli ospedali, nei tribunali, negli uffici comunali. Tanti freni allo sviluppo, al benessere, alla giustizia. La pandemia ha moltiplicato questo cumulo di arretrati e di ingiustizie. Adesso abbiamo bisogno di dare gambe alla crescita, anche “riempiendola” di capitale umano. Il lavoro in presenza è l’anima di questa rinascita. L’assenza è ancora più pericolosa nel privato, perché rischia di essere prodromica ai licenziamenti di massa. È un mio grande timore".
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