Campionato nel pallone

Caos Serie A: Draghi chiama Gravina e chiede stop di 15 giorni o stadi chiusi

Ancora una volta la pandemia rischia di condizionare il massimo sport nazionale, ma tra calendario, Tv e incassi la Lega vuole tirare dritto.

Caos Serie A: Draghi chiama Gravina e chiede stop di 15 giorni o stadi chiusi
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Il calcio fa ancora i conti con l'incubo Covid: il premier Mario Draghi ha rotto gli indugi e ha chiesto al  presidente della Federazione italiana gioco calcio, Gabriele Gravina lo stop di 15 giorni o lo svolgimento delle partite con stadi chiusi. Ma la Serie A non ci sta.

Calcio incubo Covid, ma il mondo del pallone non vuole fermarsi

Come per la scuola, anche il mondo del calcio è in queste ore in una sorta di limbo. Neanche il tempo di riprendere dopo Natale e la fine dell'anno che già il campionato potrebbe fermarsi.

La situazione dei contagi tra le squadre di Serie A (ma anche di B e Lega Pro) e il caos che si è creato appunto alla prima giornata di ritorno all'Epifania con quattro partite su dieci rinviate (una, Udinese-Salernitana era già stata rinviata all'ultima giornata del girone di andata) ha portato addirittura all'intervento del premier Mario Draghi.

L'intervento del premier

Il presidente del Consiglio ha telefonato al presidente della Figc Gravina chiedendo di prendere dei provvedimenti di fronte all'evoluzione della situazione Covid in Italia.  Nella fattispecie, chiedendo lo stop di 15 giorni al campionato o lo svolgimento delle partite a porte chiuse.

In precedenza, il Governo aveva già preso provvedimenti di fronte al dilagare della variante Omicron andando a rimodulare la capienza di stadi e palazzetti.

Ma la Lega tira dritto

Nonostante il caos della giornata dell'Epifania e quello che, su almeno due partite, si annuncia domani, domenica 9 gennaio, per la seconda giornata di ritorno, e nonostante la richiesta di Draghi, la Lega Calcio sembra intenzionata a tirare dritto.

I club da una parte devono fare i conti con un calendario intasatissimo che a breve dovrà fare i conti con la ripresa della Champions League e che già dalla prossima settimana vede in programma la Supercoppa tra Inter e Juve e la Coppa Italia con l'ingresso del tabellone delle big (il Milan giocherà con il Genoa).

Dall'altra, dopo due stagioni di "magra" non prendono troppo in considerazione l'ipotesi delle "porte chiuse". Non solo per il clima surreale delle partite (con la totale cancellazione di fatto del "fattore campo"), ma anche per la voce incassi che verrebbe a sparire sia pur temporaneamente.

Si va avanti con il nuovo protocollo

Ecco allora che la speranza dei club è tutta riposta nel nuovo protocollo che prevede l'obbligo di scendere in campo con almeno 13 giocatori disponibili (con almeno un portiere) andando, in caso di necessità, a pescare anche dalla Primavera.

In tutti gli altri casi chi non giocherà subirà la sconfitta per 0-3 a tavolino. E in più ci sarà un punto di penalizzazione in classifica.

Da Serie A a Serie... Asl, alla ricerca di chiarezza

In realtà, rimane però da fare chiarezza e cercare uniformità sul fronte della questione Asl: perché se giocatori negativi verranno comunque bloccati dall’autorità sanitaria si tornerà necessariamente al punto di partenza, con l’eventuale riconoscimento della causa di forza maggiore a non giocare e la conseguente necessità di recuperare la partita, innescando un nuovo caos di calendari e lo spauracchio di ricorsi al Tar.

La Lega ha già infatti annunciato che ricorrerà al Tar contro i provvedimenti delle Asl che non tengano conto delle nuove disposizioni sulle quarantene, in particolare sui 5 giorni di autosorveglianza per chi ha la terza dose.

Serve trovare una soluzione

In questo senso, le esperienze del turno dell'Epifania e di quello di domani (alcune partite sono comunque a rischio) impongono di trovare al più presto una soluzione.

Per questo, mercoledì prossimo è in programma un incontro tra Governo, Regioni e Lega per cercare di stabilire una regolamentazione uniforme e con criteri precisi che permetta di rispettare le regole, ma anche di non fermare il campionato a macchia di leopardo, rischiando di falsarlo.

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