Superbonus, Draghi e Franco: "Truffe per più di 2 miliardi di euro"
Appello bipartisan al Governo per arrivare a un decreto che scongiuri il blocco dei cantieri e non metta a rischio posti di lavoro.
Il Superbonus? Ha dato vita a truffe tra le più grandi mai viste nella storia italiana. Non usano mezzi termini il premier Mario Draghi e il ministro delle Finanze Daniele Franco per commentare la misura al centro di una (ennesima) revisione da parte del Governo. Se ne è parlato durante la conferenza stampa di venerdì 11 febbraio dedicato alla riforma della Giustizia.
Superbonus, "truffe tra le più grandi"
Il meccanismo del Superbonus, secondo i calcoli effettuati dal Governo, avrebbe sino a oggi generato truffe per circa 2,3 miliardi. E per questo l'Esecutivo sta lavorando a una modifica ulteriore dopo lo stop alla doppia cessione del credito. Franco ha aperto a più soluzioni:
"Tutto si può fare ma resta fondamentale evitare ulteriori truffe che sono tra le più grandi che questa Repubblica abbia visto. L'importante è che si riprenda l'attività, che tutti gli intermediari tornino ad accettare le richieste e che il mercato riparta in modo più sicuro di prima però"
Draghi, poi, non ha risparmiato una stoccata a chi ha prodotto la legge e oggi invece è critico sulle modifiche:
"Quelli che oggi più tuonano sul Superbonus, che dicono che queste frodi non contano, che bisogna andare avanti lo stesso sono alcuni di quelli che hanno scritto la legge e hanno permesso di fare lavori senza controlli. Se siamo in questa situazione è perché si è costruito un sistema che prevedeva pochissimi controlli. E se il superbonus oggi rallenta è per i sequestri deliberati dalla magistratura per questioni fraudolente per 2.3 miliardi. Ma naturalmente le somme oggetto di indagine sono molto, molto più alte. Non è che l'edilizia, senza superbonus, non funziona. Si è giovata di questo strumento ma non bisogna pensare che senza non andrebbe avanti".
Superbonus e cessione del credito: cosa sta succedendo
La vicenda dello stop alla doppia cessione credito aveva creato già parecchi malumori. In seguito è arrivato il report allarmante che ha presentato una fotografia impetuosa dove, legati al Superbonus, sarebbero oltre 90 su 100 i cantieri irregolari in tutta Italia, riproponendo il tema (già dibattuto in sede di manovra di bilancio) delle frodi.
Infine, l'allarme lanciato da Confartigianato che di fatto ha smosso ancor di più l'azione dei partiti, in primis il Movimento 5 Stelle che ha chiesto di accogliere le proposte del ministro Patuanelli. Ma anche da Udc e Fratelli d'Italia si chiede al Governo un cambio di marcia. Secondo Confartigianato, i continui cambi di posizione del Governo metterebbero a rischio le assunzioni di 127 mila lavoratori previste dalle imprese del settore nel primo trimestre del 2022. Oltre a numerose operazioni già avviate o sul punto di partire.
Anche perché negli ultimi giorni a causa della complessità e dei costi diverse banche e istituti che sino ad ora accettavano la cessione del credito non lo fanno più. Nelle ultime ore è toccato a Banco Bpm e precedentemente alle Poste.
Come funziona la cessione del credito
Per capirci qualcosa in più occorre chiarire come funziona la cessione del credito. Quando un condominio o un privato decide di avviare dei lavori che rientrano le Superbonus, di fatto, per ogni 10 euro spesi lo Stato ne rimborsa 11 nel tempo, recuperandone una quota attraverso la dichiarazione dei redditi.
Se invece si sceglie la strada più rapida ci si rivolge a un istituto di credito con un doppio vantaggio: per chi presenta richiesta di ricevere subito la somma e di fatto non sborsare nulla, e per chi fornisce il denaro di "guadagnare" il 10%. Ma ora è arrivata una stretta che rischia di far saltare il banco.
Superbonus, le richieste al Governo: serve un Decreto
Come detto, il Movimento 5 Stelle in una nota ha chiesto la predisposizione di un decreto per scongiurare il blocco dei cantieri. Lo ha fatto attraverso l'intervento dei deputati Luca Sut, Riccardo Fraccaro e Patrizia Terzoni che hanno bacchettato non poco il premier e il ministro all'Economia:
"La scelta del presidente Mario Draghi e del ministro Daniele Franco di limitare a un solo passaggio la cessione dei crediti legati ai bonus edilizi sta producendo enormi danni in tutta Italia. Dopo che diversi istituti di credito hanno sospeso il servizio legato alla cessione del credito, tante imprese e famiglie, pronte a ricorrere al Superbonus e alle altre agevolazioni, sono finite in un limbo che costerà caro"
Richieste bipartisan: anche Udc e Fratelli d'Italia pressano Draghi e il ministro
Un pressing a tutto campo sulle strategie del Governo e in difesa degli imprenditori e dei lavoratori che si è evidenziato anche la presa di posizione dell'Udc e di Fratelli d'Italia. Per i moderati, il senatore Antonio De Paoli ha infatti presentato un'interrogazione indirizzato al titolare dell'Economia:
"Le imprese chiedono certezze normative. Basta con gli stop and go. Il Governo faccia marcia indietro, eliminando le limitazioni sull'accesso al credito per il superbonus al 110% e per altri bonus edilizi. La normativa introdotta nel decreto legge sostegni ter ''rischia di avere effetti devastanti sulle piccole medie imprese. Sono a rischio, come ha sottolineato Confartigianato, 127.000 posti di lavoro a livello nazionale. Se il Governo proseguirà su questa linea, si rischia di affossare un intero comparto, quello dell'edilizia, e tutta la filiera ad esso collegata"
Durissimo, e in linea con la generale posizione verso il Governo il commento anche di Fabio Rampelli di Fratelli d'Italia:
"L'errore è stato quello di non aver previsto una rigida fase di controlli prima di attivare la cessione del credito soprattutto da parte di Poste e Cdp, perché le banche li hanno fatti e non hanno regalato soldi a nessuno. Aver effettuato i controlli dopo e aver scoperto frodi ultramilionarie, ha comportato però una toppa peggiore del buco con il blocco della cessione, la chiusura delle piattaforme di Poste e di Cdp, lo strangolamento di migliaia di attività imprenditoriali che oggi si trovano sull'orlo del baratro. La responsabilità di quanto accaduto non deve ricadere sulle imprese e sui lavoratori"
Superbonus: "Chi ha sbagliato, paghi"
Da qui la richiesta di un'intervento correttivo da parte del Consiglio dei ministri, con una vera e propria bacchettata:
"La soluzione deve essere attivata subito. Ci vuole un decreto legge che abroghi l'articolo 28 del dl in vigore. La situazione è talmente grave che a questo settore, al quale si deve buona parte del Pil prodotto negli ultimi mesi, non si può chiedere di aspettare i 60 giorni per la conversione del decreto Sostegni Ter. Paghi chi ha sbagliato, a causa anche di un'applicazione ideologica di questo strumento voluta da certi incompetenti, e si lascino in pace le aziende oneste che hanno interpretato al meglio l'opportunità di lavoro e sviluppo che gli ha dato lo Stato italiano"