Moti ondulatori: Lamorgese "regina" dei meme. I più divertenti
Quel che è certo è che sul Ministero dell’Interno ultimamente soffino venti di burrasca...
Dai moti di piazza ai moti ondulatori. Dalla sicurezza e all’ordine pubblico alla Fisica. Dalle piazze al Parlamento, il passo può essere breve.
Lamorgese, proteste nelle piazze e in Parlamento
Il denominatore comune è la protesta. Prima dei No-pass, poi del centrodestra, nella fattispecie Fratelli d’Italia e Lega. Il bersaglio comune, dialetticamente parlando, dalle piazze alla Camera e al Senato è lei, il ministro degli Interni, Luciana Lamorgese. Dopo la gestione degli sbarchi, dopo il mega rave party clandestino a Viterbo, ora per Giorgia Meloni e Matteo Salvini la gestione delle piazze per arginare l’onda dei movimenti No pass è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
I "moti ondulatori"
Ma nel mirino è finita soprattutto una frase pronunciata dal ministro durante la sua esposizione in Parlamento:
"Nel dispositivo di sicurezza era prevista la normale presenza di agenti in borghese della Digos con compiti di osservazioni e monitoraggio e anche di mediazione con i manifestanti. L'agente in borghese che è stato visto tra i manifestanti durante l'assalto ad una camionetta della Polizia stava in realtà verificando la tenuta della stessa al moto ondulatorio, per evitarne il ribaltamento".
In aula si è scatenato il finimondo, mentre sul web è scoppiata l'ironia, con decine di meme.
MOTI ONDULATORI: I MEME PIU' DIVERTENTI:
Acqua sui manifestanti, il "metodo Trieste"
E dopo Roma con l’assalto alla sede Cgil, il “metodo Trieste” con gli idranti sui manifestanti seduti per terra ha scatenato ancor di più Fdi e Lega. Uno scontro, sempre dialetticamente parlando, violento con i due partiti di Centrodestra sempre decisi a chiedere il conto alla titolare degli Interni, con Forza Italia, seppur critica, impegnata, ironia del destino, a buttar acqua sul fuoco. Certo, la relazione nelle Aula circa il comportamento della Polizia a Roma (e la singolare spiegazione della verifica della forza ondulatoria del blindato) non ha aiutato a calmare gli animi. Tantomeno la gestione dei manifestanti a Trieste attraverso l’uso di idranti e fumogeni. “Azioni che si ripeteranno se necessario”, ha spiegato il Ministro.
Ministero "bollente"
Deciso a proseguire sulla sua strada, con l’avallo (almeno per il momento e salvo sorprese) da parte del premier Draghi. Le urla “Dimissioni, dimissioni” dagli scranni di Fratelli d’Italia e Lega non sembrano averla scalfita minimamente e chi la conosce bene giura che l’ipotesi di lasciare non le passi minimamente per la testa, convinta che il suo operato sia in linea e rispettoso delle Istituzioni e del servizio svolto a favore del Paese. Esattamente quello che ha sempre sostenuto anche Matteo Salvini nel difendere il proprio operato sugli sbarchi dei profughi via mare… Quel che è certo è che sul Ministero dell’Interno ultimamente (prima appunto con Salvini, ora con Lamorgese) soffino venti di burrasca, anzi di quella bora tanto famosa proprio a Trieste. Venti che non sembrano prossimi a placarsi perché all’orizzonte ci sono il G20 a fine ottobre a Roma e le annunciate proteste di piazze nei weekend a Milano.