MURO CONTRO MURO

Le opposizioni chiedono le dimissioni del ministro dell'Istruzione Valditara

Dopo le parole sulla lettera della preside a seguito degli scontri di Firenze

Le opposizioni chiedono le dimissioni del ministro dell'Istruzione Valditara
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Non è piaciuta a molti la reazione del ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, che ha criticato la comunicazione inviata dalla preside del liceo Leonardo da Vinci di Firenze, Annalisa Savino, dopo l'aggressione di membri di Azione studentesca ai danni di alcuni studenti.

Non soltanto le opposizioni, ma anche Anpi e il leader della Cgil, Maurizio Landini, chiedono le dimissioni del leghista destinato all'Istruzione.

Valditara nella bufera

All'origine della polemica c'è l'iniziativa presa dalla preside Savino dopo che il liceo posto sotto la sua egida è stato teatro di violenze. Due studenti sono stati malmenati da sei ragazzi appartenenti all’organizzazione di estrema destra Azione studentesca.

Violenze fra studenti

La dirigente scolastica ha scritto:

"Cari studenti, in merito a quanto accaduto lo scorso sabato davanti al Liceo Michelangiolo di Firenze, al dibattito, alle reazioni e alle omesse reazioni, ritengo che ognuno di voi abbia già una sua opinione, riflettuta e immaginata da sé, considerato che l’episodio coinvolge vostri coetanei e si è svolto davanti a una scuola superiore, come lo è la vostra. Non vi tedio dunque, ma mi preme ricordarvi solo due cose.

Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti. ‘Odio gli indifferenti’ - diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in un carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee.

Inoltre, siate consapevoli che è in momenti come questi che, nella storia, i totalitarismi hanno preso piede e fondato le loro fortune, rovinando quelle di intere generazioni. Nei periodi di incertezza, di sfiducia collettiva nelle istituzioni, di sguardo ripiegato dentro al proprio recinto, abbiamo tutti bisogno di avere fiducia nel futuro e di aprirci al mondo, condannando sempre la violenza e la prepotenza. Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura. Senza illudersi che questo disgustoso rigurgito passi da sé. Lo pensavano anche tanti italiani per bene cento anni fa ma non è andata così”.

Preside Savino

Toni risultati indigesti al ministro Valditara che ha definito la lettera "del tutto impropria" perché "non compete a una preside lanciare messaggi di questo tipo" e perché in "Italia non c'è alcuna deriva violenta e autoritaria, non c'è alcun pericolo fascista".

Per il leghista si tratta di un'iniziativa "strumentale" che denota "una politicizzazione che auspico che non abbia più posto nelle scuole. Se l'atteggiamento dovesse persistere vedremo se sarà necessario prendere misure".

Ma a finire nel mirino delle polemiche non è stata la preside, bensì Valditara.

Anpi: "Attacco del ministero inaccettabile"

Tuona il presidente dell'Anpi, Gianfranco Pagliarulo: la lettera è "un esempio di sensibilità civile e di pedagogia repubblicana. L'attacco del ministro è inaccettabile".

Insorgono anche le opposizioni e i sindacati. Il segretario della Cgil Maurizio Landini critica le "parole inaccettabili" del ministro, la Flc invita a una "mobilitazione straordinaria" e la segretaria del Cisl scuola afferma che è l'aggressione agli studenti "un atto di una gravità inaudita", mentre per la Uil scuola è "inaccettabile la minaccia di provvedimenti".

A difesa di Savino anche l'Associazione nazionale presidi: "Il suo messaggio è riconducibile nel perimetro del mandato educativo di un dirigente scolastico che non poteva restare in silenzio".

Non tace neppure Edith Bruck, scrittrice nata in Ungheria, residente a Roma, che ha vissuto sulla sua pelle gli orrori della Shoah:

"La reazione del ministro dell’Istruzione alla lettera della preside Annalisa Savino è scandalosa. Valditara dovrebbe dimettersi. Subito. Ho l’impressione che questi giovani si siano sentiti liberi di agire sapendo di rimanere impuniti. Il fatto che ci sia un governo di destra li fa sentire protetti. Non bisognerebbe permettere nessun tipo di manifestazione fascista, lo dice la Costituzione. E invece ne stiamo vedendo diverse. Abbiamo visto la croce uncinata sul braccio del capogruppo di Forza Italia, in quelle vecchie foto dell’ex An con la svastica. E marce a Predappio con il saluto fascista. Abbiamo visto dare cittadinanze onorarie a Mussolini e tante altre cose. Tutte cose da non minimizzare. Viviamo un’epoca di eccessiva leggerezza. Per questo sottoscrivo senza esitazioni la lettera della dirigente scolastica",

Pd e M5S sul piede di guerra

Il Pd chiede al ministro di riferire in Parlamento, trovando la condivisione del M5s che, con la capogruppo al Senato, Barbara Floridia, legge in aula uno stralcio della lettera della preside.

Enrico Letta, lancia su twitter l'hashtag, #GraziePresideSavino.

Forte presa di posizione anche da parte dei due principali candidati alla segreteria del Pd, Stefano Bonaccini ed Elly Schlein.

Schlein va all'attacco:

"Valditara ministro è una vergogna, legittima certi metodi. Un governo che tace di fronte alle aggressioni squadriste a scuola e minaccia una preside che scrive di antifascismo a studentesse e studenti sceglie di legittimare quegli stessi metodi. Vergogna. Valditara ha giurato sulla Costituzione antifascista, non dovrebbe essere ministro".

Altrettanto duro Bonaccini:

"Valditara inadeguato come pochi. Il Governo resta in silenzio sull'aggressione di militanti fascisti fuori dal liceo di Firenze sabato scorso, in compenso oggi minaccia provvedimenti contro la preside che ha scritto agli studenti dopo quanto accaduto. Grave e inaccettabile. Meloni intende continuare a tacere? Di ministri così fuori posto ed inadeguati come Valditara ne ho visti pochi in passato".

Per il leader del Terzo Polo, Carlo Calenda, Valditara è "inadatto al ruolo".

Gli fa eco il sindaco di Firenze Dario Nardella parlando di ministro "indegno" che dovrebbe scusarsi o dimettersi, mentre il governatore, Eugenio Giani, ringrazia la preside per la lettera "motivo di orgoglio per la Toscana".

Critiche al ministro anche da Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde e da Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana.

La replica di Valditara

Con un laconico tweet il ministro si difende asserendo: "Sono state dette tante cose, queste le mie parole. Ho annunziato sanzioni? No."

Verso una grande mobilitazione

Dopo le polemiche innescate “Priorità alla scuola”, il comitato composto da genitori e insegnanti, ha avviato una raccolta firme online. L’appello lanciato in difesa della dottoressa Savino ha riscosso grande successo tanto che sono già state superate le 80mila adesioni.

"In seguito alle dichiarazioni rilasciate oggi dal ministro Giuseppe Valditara – si legge nell’appello – “Priorità alla Scuola” e tutta la comunità educante che si riconosce nei valori della scuola della Costituzione ringraziano ancora la dottoressa Annalisa Savino , dirigente del liceo scientifico Leonardo da Vinci di Firenze, per il messaggio a studenti e famiglie che ha diramato, il 21 febbraio 2023, in seguito a quanto accaduto davanti al liceo Michelangiolo di Firenze. E le esprimono la loro solidarietà di fronte alle esplicite minacce di provvedimenti disciplinari, scandalosamente lanciate dal ministro durante un’intervista televisiva. Il ministro che, come tutto il governo in carica, non ha speso nemmeno una parola sull’agguato fascista di sabato 18 febbraio, un episodio gravissimo successo davanti a una scuola pubblica, condanna invece la lettera della dott.ssa Savino. Di fronte al ministro delle teleminacce noi non intendiamo lasciare sola la dottoressa Savino, e cominciamo scrivendo per lei, come lei non ci ha lasciato soli e ha scritto per noi nei giorni scorsi. E invitiamo tutta la comunità educante che si riconosce nella scuola antifascista e democratica a unirsi a queste parole sottoscrivendole”.

Come spiega Prima Firenze, si va verso una grande manifestazione, la data è ancora da stabilire.

A mobilitarsi subito sono stati anche i sindacati: la FLC nazionale, la FLC di Firenze e la CGIL di Firenze si impegnano fin d’ora per la difesa dei principi costituzionali di libertà di pensiero, invitando a una mobilitazione straordinaria tutte le forze democratiche e antifasciste.

Il terzo caso di richiesta di dimissioni

Si tratta del terzo caso in cui opposizioni e associazioni chiedono le dimissioni di esponenti del governo Meloni.

Ha tenuto banco, nelle scorse settimane, la vicenda che ha interessato il sottosegretario alla Giustizia, con delega al Dap, Andrea Delmastro Delle Vedove (FdI), che ha passato documenti riservati al collega di partito, e vicepresidente del Copasir, Giovanni Donzelli. Le informazioni riguardavano alcuni colloqui che l'anarchico Cospito ha avuto in carcere con altri detenuti mafiosi al matrimonio 41-bis, con il proposito di far abolire il ‘carcere duro'. Rivelazioni utilizzate poi da Donzelli in Aula contro alcuni parlamentari del Pd, contro le quali la Procura di Roma ha aperto un fascicolo, a partire da un esposto presentato dal deputato e co-portavoce nazionale dei Verdi Angelo Bonelli. Rivelazione del segreto d'ufficio è il reato ipotizzato nel fascicolo a carico di ignoti.

A fare da scudo a Donzelli e Del Mastro, con le opposizioni coese che chiedevano le loro dimissioni, sia il ministro della Giustizia Carlo Nordio che la premier Giorgia Meloni.

Si è invece dimessa, come richiesto in blocco dalle opposizioni, la sottosegretaria all'Università, Augusta Montaruli (in forza a FdI) dopo la condanna definitiva a un anno e sei mesi per peculato, in uno dei filoni della 'Rimborsopoli' piemontese. Regali non simbolici a spese dei cittadini, consumazioni in bar, ristoranti e pasticcerie anche in periodi festivi oppure senza “nessuna giustificazione istituzionale”, per un totale di oltre 25mila euro. Sono alcune delle spese costate la condanna definitiva della politica da sempre molto vicina a Meloni.

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