Gli hub vaccinali si trasformano in luoghi di accoglienza per i profughi ucraini
Le Regioni studiano gli accorgimenti sanitari per garantire la salute ai rifugiati ed evitare contagi. Ma Pregliasco lancia già l'allarme.
Sono circa 900mila i profughi ucraini che, secondo le primissime stime, arriveranno complessivamente nel nostro Paese dopo l'evolversi che ha preso l'invasione della Russia all'Ucraina. Alle bombe e all'eroica resistenza di Kiev ha quasi subito fatto seguito la messa in moto della macchina umanitaria e della solidarietà, soprattutto verso i bambini e, ancor più in particolare, gli oncologici e quelli che necessitano cure.
E il nostro Paese è stato tra i primi a porgere una mano al popolo ucraino.
Ucraina, i nostri hub vaccinali si preparano ad accogliere i profughi
L'accoglienza ai profughi ucraini è già cominciata e in molte Regioni, complice evidentemente la pandemia Covid di questi due anni, l'aspetto umanitario va di pari passo con necessari e fondamentali accorgimenti sanitari.
Ecco allora che ad esempio il Veneto ha già inviato alle Ulss del territorio due circolari con le indicazioni operative per l’assistenza sanitaria e le misure di sanità pubblica per le persone in arrivo dall’Ucraina.
Più concretamente, il governatore Luca Zaia ha individuato che i punti tampone e i centri vaccinali siano punto di riferimento per la presa in carico dei soggetti che si presentano spontaneamente.
Sotto la lente evidentemente, la situazione Covid, ma anche il monitoraggio su altre necessità urgenti: su tutte, le malattie acute o le donne in gravidanza.
Il nodo tamponi e vaccini ai profughi
Un piano d'azione che potrebbe articolarsi ancor più dettagliatamente nelle prossime ore e vedere una "rimodulazione" degli hub vaccinali che in molte regioni, tra l'altro, si preparavano alla chiusura. Un accorgimento probabilmente necessario dal momento che, proprio in Veneto, sono già 300 i profughi arrivati in poche e alcuni di loro sono già risultati positivi.
Senza contare che l'Ucraina ha avuto una percentuale di adesione molto bassa (circa il 30%) alla campagna vaccinazione anti Covid.
Ecco perché tra le soluzioni da trovare ci sarà probabilmente quella di "indirizzare" i profughi a "tamponarsi" e vaccinarsi senza aspettare che ci vadano spontaneamente.
Guerre e malattie, l'allarme di Pregliasco
Se ne se saprà sicuramente qualcosa in più nelle prossime ore anche probabilmente con le disposizioni che arriveranno dalla struttura emergenziale governativa coordinata dal generale Figliuolo o attraverso i piani di emergenza che verranno aggiornati dalle Unità di crisi regionali.
Anche perché il dibattito rischia di accendersi dopo le previsioni del virologo Fabrizio Pregliasco che ha lanciato un allarme chiaro:
"In tutte le guerre si amplificano le malattie infettive a trasmissione feco-orale, perché l’igiene e tutto quello che è elemento di qualità della vita viene a mancare e quindi sicuramente in questo caso in Ucraina ci potrebbe essere anche una ripresa anche dei contagi Covid"
Ucraina, profughi in arrivo: le azioni delle Regioni
In ogni caso, le Regioni hanno già dato disposizioni preventive in attesa di eventuali ulteriori indicazioni dal Governo o di altre decisioni da prendere a seconda dell'evolversi della situazione.
In Lombardia, già da domenica, la vicepresidente e assessore al Welfare, Letizia Moratti ha dato indicazione alla Direzione generale Welfare di prevedere tamponi e vaccinazioni gratuiti per le persone in arrivo dall'Ucraina in fuga da guerra e distruzione.
Come si è mossa la Lombardia
La titolare del Welfare in Lombardia ha dato indicazione alle Ats di prepararsi, insieme alle Asst e Irccs, per la somministrazione di vaccini Covid, morbillo, parotite, rosolia, difterite, tetano, pertosse e verificare le scorte per i test della tubercolosi.
Un'indicazione generale cui è seguita ieri, lunedì 1 marzo, l'annuncio di un progetto umanitario che vedrà in campo pediatri e neonatologi che andranno al confine con l'Ucraina, un ponte aereo coordinato da Areu per il trasporto dei bambini in Lombardia e la messa a disposizione di alcuni Covid Hotel ora liberi dopo che la pandemia ha allentato la sua "morsa".