Manovra

Taglio del canone Rai: la tassa passa da 90 a 70 euro

Leggera riduzione per la tassa sulla televisione, che rimane nella bolletta dell'energia elettrica

Taglio del canone Rai: la tassa passa da 90 a 70 euro
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Tra i tanti punti della Manovra economica del Governo Meloni ce n'è uno che tocca un tasto parecchio "sensibile" per gli italiani, il Canone Rai. Che sia una delle tasse meno "digerite" dal nostro popolo è assodato, tanto che da più parti si è spesso promesso un taglio o un'eliminazione (l'ultimo era stato proprio Matteo Salvini alla vigilia delle ultime elezioni dal palco di Pontida). Ma poi è sempre rimasto lì, nella bolletta dell'energia elettrica dal 2016, con la riforma di Matteo Renzi. Ora però scatta una prima riduzione: si passerà da 90 a 70 euro.

Taglio canone Rai: da 90 a 70 euro

Ne ha parlato il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti durante la conferenza di presentazione della Manovra:

"Ci sarà un primo intervento sul canone Rai che sarà tagliato dalla bolletta dei contribuenti: passerà da 90 a 70 euro".

Questo però non vuol dire che ci saranno meno soldi per la Rai (che necessita degli introiti derivanti dalla popolazione per garantire il servizio): se da una parte si riduce il canone, il denaro sarà recuperato da un'integrazione del finanziamento dalla televisione di Stato per le spese relative agli investimenti che va quasi a pareggiare gli incassi del canone.

Canone Rai, quando uscirà dalla bolletta

Di canone Rai - al di là dell'abolizione promessa e mai mantenuta (ma non solo da Salvini) - se ne parla con insistenza da tempo per la sua presenza nella bolletta dell'energia elettrica. Una decisione presa nel 2016 dall'allora presidente del Consiglio Matteo Renzi con l'obiettivo di combattere l'evasione fiscale, stimata al 27%. L'inserimento in bolletta era  stato "bilanciato" dalla riduzione della gabella, passata da 113 a 90 euro.  E in effetti il risultato è stato centrato.

Poi però è arrivata l'Europa, che aveva stabilito che tecnicamente non era possibile chiedere obbligatoriamente ai fornitori di energia di riscuotere oneri non legati al proprio settore di mercato, né dunque ai consumatori di pagare nella stessa bolletta un costo legato a un servizio diverso.

Una situazione che avrebbe dovuto cambiare nel 2023, ma poi l'insediamento del Governo Meloni aveva cambiato le carte in tavola, confermando la presenza del canone in bolletta. Ultimamente Giorgetti ha parlato del 2024 come orizzonte temporale per l'uscita della tassa, ma questa riduzione potrebbe ulteriormente cambiare le cose. Salvini ha invece rilanciato, parlando di un primo passaggio verso l'abolizione definitiva del canone, fissando la data al 2027. Staremo a vedere.

Ma è davvero uno sconto?

Come detto, però, quei soldi arriveranno comunque nelle casse di viale Mazzini, e la formula è quella di un incremento di ulteriori tasse. E dunque viene il dubbio sul fatto che sia davvero uno sconto. Come ha sottolineato anche Stefano Graziano, deputato del Pd e capogruppo in Vigilanza Rai:

"Da una parte annunciano una riduzione del canone, come ha fatto con enfasi il vice premier Salvini. Dall'altra con la nota del Mef comunicano che quelle risorse saranno comunque recuperate dalla fiscalità generale. Quindi sempre dai cittadini che pagano le tasse. Anche in questo caso il governo fa il gioco delle tre carte".

 

 

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