Strappare un bacio alla moglie contro il suo volere è violenza sessuale
Gli Ermellini hanno dovuto ricordare il principio secondo cui ogni donna deve essere protetta da chi abusa di lei, anche se è il marito.
Sembra scontato dirlo ma non lo è: la violenza sessuale tra coniugi, quando manca il consenso, è comunque un delitto punibile per legge da cui ogni donna deve essere protetta. Anche se si tratta di un solo bacio. Ma è sufficiente - giustamente, aggiungiamo noi - che non ci sia il consenso dell'altra parte, per far scattare la condanna.
Condannato a due anni di carcere padre e marito violento
La Corte d'Appello di Messina, seguita dalla conferma avuta dalla Cassazione con sentenza 37460/2021 le cui motivazioni sono state rese note pochi giorni fa, ha condannato P.S.N., marito e padre, a due anni di carcere - con pena sospesa - per sequestro di persona ai danni della moglie S.M. e dei tre figli minori, lesioni aggravate, tentata violenza privata aggravata, violenza sessuale e maltrattamenti ai danni della citata moglie.
Un mix di delitti che dipingono l'ennesimo quadro di violenza domestica, che giunge nello stesso periodo della notizia di un padre-assassino del figlio di 7 anni per ripicca verso la moglie che aveva chiesto la separazione e a conclusione di un 2021 costellato di femminicidi e atroci morti "in famiglia".
Secondo la ricostruzione dei fatti effettuata dai giudici "le condotte sono state commesse nell'ambito di un rapporto di coppia che l'imputato aveva improntato a prevaricazione, violenza, vessazione ai danni della moglie e dei figli".
La vicenda di per sé, seppur grave, narra dell'ennesima violenza domestica posta in essere dal padre-padrone nei confronti dell'intera famiglia: ciò che però fa scalpore è l'accento che la Cassazione (così come la Corte d'Appello in secondo grado) dà alla violenza sessuale compiuta dal marito nei confronti della moglie tramite un bacio strappato con forza e contro il volere della donna.
La Cassazione ha parlato: un bacio forzato è violenza sessuale
Nello specifico gli Ermellini nella sentenza 37460/2021 affermano:
"Avuto riguardo alla violenza sessuale consistita nel costringere la moglie, non consenziente, a subire un bacio sulla bocca, il ricorrente sembra adombrare, altresì, la tesi secondo cui, data l'assenza di una vera e propria violenza fisica o verbale, un tale bacio non potrebbe configurare il reato di cui all'art. 609-bis c.p.. In proposito, si rammenta anzitutto che [...] va qualificato come "atto sessuale" anche il bacio sulla bocca che sia limitato al semplice contatto delle labbra.
[...]Giurisprudenza più recente ha pur sempre ritenuto che un bacio sulla bocca possa configurare il reato di violenza sessuale, sebbene insistendo sulla necessità, in tale fattispecie di valutare la condotta nel suo complesso, il contesto sociale e culturale in cui l'azione è stata realizzata, la sua incidenza sulla libertà sessuale della persona offesa, il contesto relazionale intercorrente tra i soggetti coinvolti e ogni altro dato fattuale qualificante. [...]
Per questo motivo, concludono i giudici, "Deve rilevarsi come ai fini della sussistenza del delitto in esame (violenza sessuale), non occorra che la violenza sia di forma o veemenza particolare o brutale ed aggressiva, potendosi manifestarsi anche come sopraffazione funzionale e limitata alla pretesa dell'atto sessuale stesso".
In sostanza quindi la violenza sessuale non è stata compiuta tramite con uno stupro ma con un "semplice" bacio violento: il marito aveva stretto il viso della vittima bloccandola per imporle il bacio sulla bocca e, nonostante la resistenza oppostagli, le aveva impedito di sfuggire alla sua presa.
Ma c'è ancora chi legittima queste violenze?
Quella tra marito e moglie, se si può, è una violenza ancor più tragica: e non perché tra i coniugi è stata fatta la promessa di "amarsi e onorarsi" per tutta la vita, ma perché spesso si tratta di aggressioni che vengono in qualche modo legittimate o acconsentite dalla società, anche da quella autorizzata a giudicare... per fare giustizia.
Basti pensare che nel 2021 una pubblico ministero (è importante sottolineare che fosse una donna del diritto? Per scrupolo lo aggiungiamo come dettaglio) di Benevento, nell'atto volto ad ottenere l'archiviazione di un caso di violenza sessuale del marito sulla moglie, scriveva:
"I fatti carnali devono essere ridimensionati nella loro portata" perché a volte un uomo "si trova a dover vincere quel minimo di resistenze che ogni donna, nel corso di una relazione stabile e duratura, nella stanchezza delle incombenze quotidiane, tende a esercitare quando un marito tenta un approccio sessuale."
In questo caso la pm aveva anche tramutato una minaccia di morte posta in essere dall'uomo, con coltello alla mano, nei confronti della moglie, in un "atto di cattivo gusto compiuto per scherzo".