La famiglia del parrucchiere suicida che ha ingannato un giovane spacciandosi per una ragazza pensa di querelare Le Iene
Roberto Zaccaria si è tolto la vita dopo la messa in onda del servizio di Matteo Viviani: in paese lo avevano riconosciuto ed erano comparsi manifesti su di lui.
Un doppio suicidio nel giro di un anno. E ora la vicenda di Daniele, il 24enne che si è tolto la vita dopo aver scoperto che "Irene", la ragazza con cui aveva una relazione virtuale, non era effettivamente chi diceva di essere, potrebbe arricchirsi di un altro epilogo giudiziario. Sì, perché la famiglia di Roberto Zaccaria, il 64enne che si celava dietro la finta fidanzata, suicidatosi domenica 6 novembre 2022, potrebbe querelare Le Iene e l'inviato Matteo Viviani.
Suicida dopo la "gogna mediatica": la famiglia di Zaccaria querela Le Iene?
La vicenda ormai è nota pressoché a tutti. Daniele, 24 anni, si era tolto la vita un anno fa dopo che "Irene" la ragazza con cui chattava da tempo e con la quale progettava un futuro insieme, lo aveva scaricato. Ma dietro questa fantomatica giovane c'era Roberto Zaccaria, 64enne di Forlimpopoli, parrucchiere, che per tutto quel tempo aveva architettato uno scherzo. Probabilmente proprio di questo si trattava, un semplice scherzo degenerato e finito fuori controllo, come ha detto lo stesso Zaccaria intercettato dalla Iena Matteo Viviani:
"Era uno scherzo, non volevo finisse così".
La "gogna mediatica"
Nel servizio andato in onda la scorsa settimana Zaccaria era stato mostrato con il volto occultato, ma in un centro di ridotte dimensioni come Forlimpopoli (poco più di 13.000 abitanti) non è stato difficile per molti riconoscerlo. E così in paese sono apparsi anche dei poster su di lui. Una situazione divenuta insostenibile per l'uomo, che a quel punto sarebbe crollato psicologicamente, arrivando al suicidio.
Ora la famiglia, assistita dall'avvocato Pierpaolo Benini, potrebbe valutare la denuncia nei confronti della trasmissione televisiva e dell'inviato.
Zaccaria era stato condannato a una multa da 825 euro per sostituzione di persona. La prima accusa - morte in conseguenza di altro reato - era infatti decaduta in quanto spacciandosi per "Irene" non aveva sottratto denaro o ottenuto altri vantaggi. Insomma, pare proprio che l'intenzione di Zaccaria fosse semplicemente quella di fare uno scherzo. Finito tragicamente anche per lui.