"Aiutata a fornire una versione differente"

Perché le psicologhe di Alessia Pifferi l'avrebbero manipolata? L'intercettazione "Scardinare un sistema goccia a goccia"

Secondo l'accusa, le professioniste, avrebbero manipolato la 36enne per alleggerirne la responsabilità, considerandola una vittima del sistema

Perché le psicologhe di Alessia Pifferi l'avrebbero manipolata? L'intercettazione "Scardinare un sistema goccia a goccia"
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In un’intercettazione la psicologa avrebbe ammesso che con la sua attività voleva scardinare il sistema, “goccia dopo goccia”, salvando quelle che lei riteneva vittime della giustizia.

E, sempre a suo avviso, vittima di giustizia sarebbe stata anche Alessia Pifferi, la 38enne a processo per omicidio pluriaggravato per avere lasciato morire di stenti, nel luglio 2022, la figlia Diana di 18 mesi, abbandonandola in casa per 6 giorni.

diana pifferi
Diana Pifferi

Ora, sotto la lente della giustizia sono finite anche le psicologhe Paola Guerzoni e Letizia Marazzi sono indagate per favoreggiamento e falso ideologico. Le due professioniste, secondo l’accusa, avrebbero sostanzialmente manipolato l’imputata, per alleggerirne le responsabilità.

Paola Guerzoni

“Pifferi è stata aiutata a fornire una versione dei fatti sulla morte della figlia differente rispetto a quello che aveva detto spontaneamente all’inizio”, ha tuonato il pubblico ministero Francesco De Tomasi, titolare dell’inchiesta con Rosaria Stagnaro.

Alessia Pifferi "manipolata" dalle psicologhe del carcere per alleggerire la sua posizione?

La polizia penitenziaria ha eseguito perquisizioni nei confronti delle due professioniste, accusate di favoreggiamento e falso ideologico. I consulenti della Procura hanno parlato di “colloqui clinici e test psicoattitudinali realizzati in violazione dei protocolli”, con un atteggiamento da parte delle psicologhe non di “descrizione clinica” ma di “estrapolazione deduttiva di una vera e propria tesi difensiva”. Indagata per falso ideologico anche l’avvocatessa Alessia Pontenani, legale della donna.

Agli atti ci sarebbe una telefonata tra la psicologa 58enne, che ha lavorato anche nel carcere di Opera, e l’avvocatessa, nella quale, stando alle indagini, le due si sarebbero complimentate a vicenda dopo l’effettuazione su Pifferi e gli esiti del test psicodiagnostico di Wais, secondo cui la donna, a processo per l’omicidio della figlia, avrebbe un quoziente intellettivo da bambina. Test non “fruibile né utilizzabile a fini diagnostici e valutativi”, secondo il pm.

Alessia Pifferi
Alessia Pifferi

I pm avevano dichiarato in aula che Alessia Pifferi sarebbe stata aiutata a fornire una “versione differente rispetto a quella che spontaneamente aveva fornito sin dall’inizio” e il loro non sarebbe stato “un percorso di assistenza alla detenuta” ma “di rivisitazione dei fatti contestati in un’ottica difensiva” che ha portato a “una ricostruzione alternativa” grazie a una serie di “colloqui” avvenuti “con ritmo frenetico” prima delle udienze del processo.

Le parole del legale della psicologa

“Sorge il fondato sospetto che tale perquisizione nasconda finalità estranee alla condotta commessa dalla mia assistita e voglia indagare sulla sua attività lavorativa complessiva, accusandola più per il merito dei pareri espressi che per il metodo con il quale si è pervenuti a tali pareri”. Lo spiega in una nota l’avvocato Mirko Mazzali, legale di una delle due psicologhe perquisite e indagate per il caso di Alessia Pifferi.

"Scardinare il sistema goccia a goccia"

Perché? Questa è la domanda che sorge spontanea, nel caso le accuse trovassero riscontro. Alla base dei presunti illeciti commessi, in particolare, da una delle due psicologhe, ci sarebbe, come ipotizzato dagli inquirenti, un movente "antisociale", anche perché, come risulterebbe da alcune conversazioni intercettate, la professionista, 58 anni, avrebbe detto che con la sua attività voleva scardinare il sistema, "goccia dopo goccia", salvando quelle che lei riteneva vittime della giustizia.

Secondo diverse fonti il modus operandi potrebbe essere stato utilizzato anche per altre detenute. l pm ha ordinato anche il sequestro dei documenti delle psicologhe relativo ad Alessia Pifferi, ma anche quelli che fanno riferimento ai casi di altre quattro detenute.

La videointervista della psicologa: "Il carcere visto da dentro"

In virtù della lunga esperienza di Guerzoni nelle carceri - una delle due psicologhe indagate - l'associazione Naga, nel dicembre 2022, ha pubblicato una videointervista alla professionista sul tema "Il carcere visto da dentro".

In questa occasione la professionista offre uno spaccato circa le quotidiane difficoltà riscontrate all'interno del sistema carcerario lombardo, in medesimo in cui è inscritta Alessia Pifferi.

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