UNA STORIA DA ROMANZO

Finta principessa araba rifila una maxi truffa all'ex "re" del basket

La donna avrebbe circuito l'imprenditore raccontando di essere la figlia di un principe scappata per le angherie subite dal padre e dai fratelli

Finta principessa araba rifila una maxi truffa all'ex "re" del basket
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Una finta principessa saudita rifila una maxi truffa all'ex "re" della pallacanestro italiana.

Ci sono tutti i contorni per un romanzo noir da leggersi magari sotto l'ombrellone.

E ironia del destino, in questa storia finita a carte bollate e in tribunale un libro in fondo c'entra davvero.

La finta principessa, l'ex re, il "pacco"...ops il libro

Ma andiamo con ordine e vediamo cosa è successo. La storia, manco a dirlo, arriva dalla Toscana.

Qui, una fantomatica principessa araba aveva una storia esclusiva da raccontare, scrivere e pubblicare in un libro.

Così secondo quando appurato in fase dibattimentale si sarebbe presentata la 57enne di Campi Bisenzio Silvia Lombardi, in arte Amira Fabiani Al Saud, a Ferdinando Minucci, imprenditore ed ex dirigente sportivo, vero e proprio re della pallacanestro italiana degli anni scorsi.

Minucci è stato infatti direttore generale e presidente della Mens Sana Basket Siena, squadra che per anni ha dominato il panorama cestistico italiano.

Galeotto l'incontro nel centro olistico

Galeotto l'incontro tra i due in un centro olistico dei colli della Val d'Elsa.

Una conoscenza divenuta poi con il passare del tempo un’amicizia e ancor più successivamente un legame sentimentale.

E' a quel punto che, sempre secondo quanto emerso in sede giudiziaria, l'ex dirigente (la Mens Sana "targata" MontePaschi era poi fallita e Minucci era stato condannato a margine dell’inchiesta “Time out”) ha iniziato a fidarsi quasi ciecamente della donna.

Che però aveva probabilmente altre mire e progetti.

La prima udienza in Tribunale

Dalla prima udienza giovedì in Tribunale a Firenze è infatti emerso che, nei due anni di frequentazione (nel periodo 2020-2021) la donna avrebbe "circuito" l’ex imprenditore, sottraendogli circa 140mila euro.

Come? Nelle mail, lette in udienza dagli avvocati di Minucci, Michele Passione e Sara Palandri, si parla di denaro donato per sostenere visite mediche e spese legali, ma anche usato per regali, e soprattutto per l’acquisto dei diritti d’autore.

Quelli del famoso libro che fa da architrave alla truffa.

L'aiuto dell'ex "re" del basket alla principessa araba

Stando alla sua deposizione  Inizialmente Minucci avrebbe coltivato l’amicizia con la Lombardi "per aiutarla a superare la sua drammatica storia personale".

La donna gli avrebbe infatti raccontato di essere la figlia di un principe (addirittura con parentele con la famiglia reale) fuggita dall’Arabia Saudita per sottrarsi alle angherie del padre e dei fratelli secondo dinamiche familiari e sociali che in quei Paesi sono sempre sotto la lente dell'Osservatorio dei Diritti umani .

La 57enne avrebbe dunque detto di essere per metà saudita e per metà italiana (da parte di madre), di chiamarsi "Amira Fabiani Al Saud" e di essere stata ospitata da una cugina, appunto tale Silvia Lombardi, che però viveva in condizioni di salute precaria e scarsità economica.

Minucci mai avrebbe immaginato che Amira "la principessa" e Silvia erano la stessa persona.

Le continue richieste di denaro e l'idea del libro anti Islam

Ecco allora che all'ex dirigente iniziano ad arrivare continue richieste di denaro: spese mediche da sostenere per la "cugina" Silvia e spese legali per il processo contro i fratelli in Arabia, per se stessa, ovvero "Amira".

Da qui l'idea di un libro per denunciare gli abusi, le angherie fisiche e psicologi dei parenti verso le donne di casa.

Tutto viene preparato: la cessione di diritti d'autore, la stesura del libro, la programmazione della pubblicazione.

La scoperta dell'inganno e del passato della donna

Nell’estate 2021 , però, i nodi iniziano a venire al pettine. Lo slittamento continuo del via libera alla pubblicazione del libro e la continua richiesta di denaro hanno fatto insospettire l’ex dirigente sportivo, che capisce che qualcosa non va e presenta denuncia alla Guardia di Finanza.

Dall'attività investigativa è tra l'altro emerso che la donna era già nota alle forze dell'ordine perché già condannata nel 2017 per dei raggiri in campo finanziario, ai danni di alcune banche, a una pena di quattro anni di reclusione.

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