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Vaccino ai bambini, Pfizer chiede l'autorizzazione per la fascia 6 mesi-5 anni

Negli Usa potrebbe essere pronto per fine febbraio, in Italia arriverebbe a primavera, ma sarà necessario?

Vaccino ai bambini, Pfizer chiede l'autorizzazione per la fascia 6 mesi-5 anni
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L'ultimo miglio nella lunga battaglia contro il Covid? Potrebbe essere segnato dall'allargamento delle vaccinazioni ai bambini: Pfizer ha infatti chiesto l'autorizzazione per i vaccini anti Covid per i bambini tra sei mesi a cinque anni d'età.

Vaccinazioni anti Covid ai bambini: la richiesta di Pfizer

La richiesta dell'azienda farmaceutica è stata presentata martedì 1 febbraio 2022 alla Food and Drug Administration degli Stati Uniti su sollecitazione dello stesso Governo americano deciso a dare una spallata definitiva al virus e a scongiurare una sorta di "passo del gambero" magari legato all'arrivo di altre varianti dopo Omicron.

L'obiettivo dichiarato è allora cercare di immunizzare tutta la popolazione per cercare di dire archiviare definitivamente la pandemia.  Ora si attende il passaggio legato all'autorizzazione, mentre Pfizer ha già fatto sapere che le prime dosi potrebbero essere disponibili entro la fine di questo mese.

Dosi e somministrazione

La richiesta di Pfizer è arrivata dopo che già alla fine dell'anno erano stati portati avanti alcuni test che avevano risultati contradditori non tanto riguardo gli effetti collaterali, quanto per la completa copertura immunitaria, soprattutto per la fascia 2-4 anni. La sperimentazione ha riguardato un percorso su tre dosi e qualche perplessità era legata appunto alla terza somministrazione. Ora però nuovi test clinici sembrano aver dato risposte confortanti, anche se ancora non sono stati resi pubblici.

Ad ogni modo, sia l'azienda che il Governo Usa sono intenzionati a  portarsi avanti  almeno  calibrando  un protocollo su due dosi e decidendo poi cosa fare riguardo la terza. Nel concreto, si userà una dose pari a  un decimo di quelle usate per gli adulti (alla fascia 5-11 anni invece è somministrato un terzo della dose).

Le reazioni

Certo, la non definizione preliminare di un protocollo completo potrebbe dare ulteriore fiato alle (quasi certe) proteste che si leveranno dall'universo No vax.

Ma non solo. Questa partenza "a step" potrebbe anche non rappresentare un messaggio di fiducia per i genitori scettici o dubbiosi.

Considerazioni naturalmente che si presenteranno sicuramente non solo negli States, ma con effetto domino nel resto del mondo, Italia compresa.

Le reazioni degli esperti

Alle notizie che arrivano dagli Stati Uniti non sono mancate reazioni da parte degli esperti anche in Italia. In chiaroscuro la reazione di Fabrizio Pregliasco che ha evidenziato qualche perplessità legata all'andamento della pandemia:

"Se il vaccino fosse disponibile già fin d'ora, l'approccio sarebbe giusto, ma considerando che il vaccino arriverà tra un po', probabilmente sarebbe più opportuno indirizzare le vaccinazioni per questa fascia a soggetti più a rischio"

Cosa succederà in Italia

E mentre è in pieno corso la vaccinazione per la fascia 6-12 anni, le novità in arrivo dagli Stati Uniti sono monitorate con attenzione anche dal Governo italiano.

Il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa ha commentato:

"Negli Stati Uniti hanno avito un grandissimo problema, anche di ospedalizzazioni, legato a Omicron e anche i bambini. Da noi il vaccino potrebbe arrivare in primavera e dunque potremmo essere di fronte a scenari totalmente diversi, ma è chiaro che bisogna iniziare a pensare a una risposta su questo tema"

 

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