Quali aziende pagano i tamponi ai dipendenti: da Ilva a Ducati, ecco chi sono
Da Ilva a Ducati, passando per i supermercati NaturaSì.
Ci siamo. E' scattata l'ora X: da oggi, venerdì 15 ottobre 2021, scatta l'obbligo di Green pass sul posto di lavoro sia per il settore pubblico sia per i privati. E tra i temi che fanno maggiormente discutere ci sono i tamponi per i lavoratori non vaccinati. Chi li deve pagare? Non c'è una norma precisa e molte imprese si stanno organizzando per farlo, per non perdere ovviamente produzione. Da Confindustria, però, arriva il monito a lasciare che siano i dipendenti a farlo. Vediamo quali aziende pagano i tamponi a lavoratori.
Green pass: quali aziende pagano i tamponi ai lavoratori
Mentre giovedì 14 ottobre 2021 i sindacati hanno strappato al premier Mario Draghi la promessa di rivedere i costi dei tamponi, magari con degli aiuti alle imprese, c'è chi si è già organizzato da sé. Al di là delle piccole imprese, magari a conduzione familiare, dove si trova un accordo direttamente con il dipendente che sceglie di non vaccinarsi, ci sono anche alcuni colossi industriali tra coloro che pagheranno ogni 48 ore i test ai propri dipendenti non vaccinati.
NaturaSì e gli altri
Il primo caso a fare scalpore è stato quello dei supermercati bio NaturaSì, che già da qualche settimana hanno annunciato l'intenzione di pagare i tamponi ai dipendenti non vaccinati. Una vicenda che aveva fatto il giro d'Italia soprattutto per la presa di posizione del virologo Roberto Burioni, che aveva accusato l'azienda di "lisciare il pelo ai No vax". Risultato: grande dibattito social tra fazioni divise, chi stava con Burioni e chi apprezzava la scelta di NaturaSì.
Ma non ci sono solo loro. Dal 14 ottobre tamponi gratis anche per i 1.600 lavoratori (su un totale di 8.200) dell'ex Ilva di Taranto, che potranno recarsi in una farmacia convenzionata per il test. Come loro anche Ducati si è detta favorevole ai test gratuiti. Posizione simile per altre aziende metalmeccaniche bolognesi, tra cui Toyota Material Handling.
Sempre in Emilia Romagna, anche Piquadro (e anche le altre aziende del marchio, The Bridge e Lancel) leader nel settore degli accessori in pelle, pagherà i test al personale fino alla fine dell’anno, così come l'anconetana Sailmaker, che produce arredamenti tessili, tessuti per vele e telonerie navali e marittime.
“In nessun caso e a nessuno deve essere vietato il sacrosanto diritto al lavoro”, hanno detto dall'azienda motivando la scelta.
Chi dice "no"
Altri invece hanno scelto di non pagare i test. E' il caso, tra tanti, di Kiko. La casa di cosmetici ha dichiarato senza mezzi termini:
"Chi decide di non vaccinarsi deve pagare le spese di questa decisione"
Quanto costa il tampone
Ricordiamo che il costo del tampone è di 15 euro per i maggiorenni e di 8 per i minori. Gratuito invece per chi ha l'esenzione. Si stima che in Italia siano circa quattro milioni i lavoratori non vaccinati che da oggi dovranno ricorrere ai test. Ricordiamo anche che chi non è vaccinato non potrà ricorrere allo smart working come stratagemma per non presentarsi in azienda. Se non sarà dotato di Green pass sarà considerato assente ingiustificato e scatterà il blocco dello stipendio.
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