Over 50 non vaccinati al lavoro: si impennano certificati di malattia e smart working
I primi giorni sono filati lisci, ma la situazione potrebbe complicarsi con il passare del tempo.
Come era accaduto a ottobre, quando era stato reso obbligatorio il Green pass sul posto di lavoro, anche nei primi giorni del "lasciapassare" rafforzato si è verificato un incremento dei certificati di malattia. Da martedì 15 febbraio 2022, infatti, per gli over 50 è necessario esibire il Super Green pass - che si ottiene con la vaccinazione o con la guarigione - per accedere al posto di lavoro. Ma i primi giorni non hanno fatto registrare particolari problematiche.
Over 50 non vaccinati al lavoro: aumentano i certificati di malattia
Non ci sono ancora dati ufficiali, ma dall'Inps trapela un incremento dei certificati di malattia nei primi giorni dell'obbligo di Super Green pass sul posto di lavoro. Non parliamo dell'aumento che si era verificato a ottobre, quando il Green pass era richiesto a tutti i lavoratori, indipendentemente dall'età. In questo caso si stima che su un totale di 1,4 over 50 non vaccinati, coloro che hanno un impiego siano all'incirca 350-400.000.
I primi giorni
I primi due giorni, però, al momento sembrano essere filati lisci. Le organizzazioni sindacali territoriali, dalla Lombardia al Lazio alla Campania, non raccontano di particolari problemi per i servizi. Anche se la prorogata assenza di numerosi lavoratori potrebbe creare qualche difficoltà in più a lungo andare.
Una delle motivazioni, però, risiede anche nell'elevata contagiosità della variante Omicron: una buona fetta di persone che non voleva sottoporsi al vaccino si è recentemente contagiata, ottenendo il Super Green pass da guarigione, valido per sei mesi (e dunque sino all'attuale data di scadenza dell'obbligo).
Diversa, ovviamente, la situazione di coloro che da martedì non possono più andare al lavoro e si trovano senza lo stipendio.
Prima le ferie, poi la sospensione
Intanto, al di là dei certificati di malattia, molti dipendenti che non vogliono sottoporsi al vaccino inizialmente prenderanno dei giorni di ferie (anche se essendo all'inizio dell'anno non ne sono ancora stati accumulati molti). Dopodiché scatterà la sospensione. Il provvedimento non sarà però immediato, ma partirà dopo cinque giorni di assenza ingiustificata (chi non si presenta al lavoro perché senza Green pass rafforzato infatti sarà considerato in questo modo). Il lavoratore sospeso può essere sostituito per un periodo di 10 giorni, rinnovabili sino al 15 giugno.
Il nodo smart working
C'è poi anche la casistica dello smart working. Molti dipendenti hanno fatto richiesta alle proprie aziende di sfruttare la modalità di lavoro agile per "aggirare" la norma sul Super Green pass. Una situazione che probabilmente è stata vista di buon occhio anche dagli stessi datori di lavoro, che possono così continuare a gestire i flussi produttivi senza controlli e problemi almeno sino al 31 marzo. Con lo scadere dello stato di emergenza, infatti, cambieranno anche le norme per lo smart working e il ricorso massiccio (o in questi casi quasi totale) non sarà più così semplice.
Sul tema, il sottosegretario alla Salute Andrea Costa ha ricordato che il Green pass è obbligatorio sul lavoro anche per chi fa lavoro agile, oltre a essere legato all'obbligo vaccinale per gli over 50.