Due euro in più per far tagliare il toast a metà: bar nella bufera dopo la recensione su TripAdvisor
Sullo scontrino fiscale appare la voce "diviso a metà". Il gestore si difende: "Le richieste supplementari hanno un costo".
Si è alzato un vero e proprio polverone su un bar della provincia di Como (Lombardia) dopo che uno dei suoi clienti ha pubblicato su TripAdvisor una recensione negativa nella quale mostra lo scontrino che gli è stato fatto dopo aver chiesto di tagliare a metà un toast. La richiesta gli è costata un supplemento di 2 euro. Sullo scontrino, infatti, appare la voce "Diviso a metà". Il gestore del locale, interpellato sull'accaduto, si è difeso:
"Le richieste supplementari hanno un costo".
Due euro in più per far tagliare il toast a metà: bar nella bufera
Un bar di Gera Lario, Comune della provincia di Como (Lombardia), è recentemente finito nell'occhio del ciclone. Il motivo riguarderebbe una recensione negativa, risalente allo scorso 20 giugno, ma salita agli onori di cronaca solo ora, pubblicata da un utente su TripAdvisor, con tanto di foto dello scontrino fiscale fatto dal locale. Il commento del cliente recita così:
"Il formato del toast viene servito già tagliato in due esatte metà. Eravamo in due persone e abbiamo chiesto un toast che al tavolo avremmo mangiato in due. Ma dobbiamo pagare perché ci siamo divisi in due il toast? Incredibile ma vero..".
Come si può vedere dall'immagine appena riportata, infatti, sullo scontrino appare la voce "Diviso a metà" con accanto il prezzo di 2 euro, in riferimento al toast vegetariano con patatine che costa 7,50 euro. La cosa ha creato non poco dispiacere nel cliente il quale, giunto nel bar per rifocillarsi durante una passeggiata sul lago di Como, non si sarebbe mai aspettato di dover pagare un costo extra solo per il taglio di un toast.
Appena la notizia è diventata virale online, sul bar di Gera Lario si è abbattuta una vera e propria bufera. Centinaia sono stati i commenti negativi e ironici che ha subito il locale comasco.
"Il nome del locale è ‘Str***o e Lucia’" scrive un utente.
"Quella lama del lago di Como" aggiunge un altro.
"Per due euro deve averlo affettato col Resegone" scrivono ancora.
Il gestore si difende: "Le richieste supplementari hanno un costo"
Interpellato su quanto accaduto da una testata giornalistica locale, il gestore del bar di Gera Lario si è difeso affermando che ogni tipo di richiesta supplementare, di base, ha un costo in più:
"Se un cliente mi chiede di fare due porzioni di un toast devo usare due piattini, due tovaglioli e andare al tavolo impegnando due mani. È vero che il cliente ha sempre ragione, ma è altrettanto vero che le richieste supplementari hanno un costo".
Altri scontrini da capogiro
I due euro per il taglio del toast nel bar comasco rappresentano solo l'ultimo episodio relativo al tema degli scontrini pazzi.
Lo scorso anno, ad esempio, un utente di TikTok aveva scatenato una forte polemica contro un bar di Capri, isola al largo di Napoli, nel quale per colazione aveva pagato 78 euro per sei cornetti e tre caffè.
"Quei soldi mi bastavano per i caffè di un mese e mezzo" ha protestato il giovane.
Pochi giorni prima, invece, in un ristorante a San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli (Marche), un gruppo di 4 amici si è ritrovato a pagare 580 euro per una cena di pesce. Il commensale Giorgio Tordini ha pubblicato online la foto dello scontrino incriminato: 25 euro a testa l'antipasto e poi ben 70 euro a testa il primo dove la prelibatezza gustata dai quattro amici sono state le "linguine plà plà", (ovvero le cicale di mare) che di fatto hanno portato il conto già a 380 euro, nonostante sul menù fossero proposte a 35 euro (ma senza però l'aggiunta delle cicale di mare). Conteggiando il tutto, 508 euro con uno sconto (non richiesto e dunque anche non apprezzato dai quattro amici) per un conto "finale" di 480 euro.
Un epilogo della serata che ha portato Tordini a postare tutta la sua delusione:
"Delusione, amarezza, rabbia, digestione bloccata e rimorso per non "averla buttata in caciara" con carabinieri, finanza e disobbedienza civile. Ma che Briatore è arrivato pure da noi?".
Il commento ironico su Flavio Briatore fa riferimento al fatto che anche sulle pizze cucinate nella sua catena "Crazy Pizza" si era scatenata una grande contestazione: sull'attività dell'imprenditore cuneese erano esplose forti proteste perché una semplice margherita, criticata anche nell'aspetto, arriva a costare addirittura 15 euro.