Inevitabile

Crisanti: "Entro due anni tutti i non vaccinati prenderanno il Covid"

La valutazione statistica del professore padovano tiene in conto diversi fattori, primo fra tutti l'indice di trasmissione della Delta, variante ormai predominante.

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"Entro due anni tutti coloro che non sono vaccinati si infetteranno di Covid".

E' tranciante la previsione di Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova in collgamento con Corrado Formigli durante la trasmissione di La7, PiazzaPulita.

Crisanti: "Entro due anni tutti i no vax si infetteranno"

E' una valutazione che tiene in conto diversi fattori: primo fra tutti l'indice di trasmissione (superiore a 7) della Delta, variante Covid ormai predominante.

"Non c’è la possibilità di scappare dal virus, è una questione statistica. Non voglio spaventare nessuno, ma è l’ABC dell’epidemiologia: con un virus con questa trasmissibilità, senza vaccini si infettano tutti in pochissimo tempo. L’obiezione più valida, tra le persone riluttanti a vaccinarsi, è che hanno paura. Io però rimango sempre stupito davanti a queste parole. Come è possibile avere più paura del vaccino che delle conseguenze del virus? Il virus ha provocato 150 mila morti in Italia, ci porteremo appresso questo dramma per molto tempo."

Crisanti, a proposito della certificazione verde ha specificato:

"Non è una misura sanitaria ma un fantastico strumento per indurre le persone a vaccinarsi, ma non è uno strumento che blinda gli ambienti dal Covid. Le persone non possono dire “ho il Green pass, faccio quello che voglio”: non è così. Israele dimostra che i vaccinati si infettano e trasmettono il virus".

E la terza dose

Mentre si cerca di convincere i riluttanti a sottoporsi alla prima inoculazione si pianificano già i richiami per le terze dosi in Italia. Sull’ipotesi dell'obbligatorietà è intervenuto anche Fabrizio Pregliasco:

"L’obbligo vaccinale da un punto di vista tecnico è meglio, alla luce delle evidenze oggettive di efficacia del vaccino e del profilo di sicurezza; è quindi un elemento determinante per la riduzione di impatti e costi sanitari, e anche per la ripresa economica".

Lo scienziato ha chiarito:

"Dobbiamo partire dal presupposto che questo inverno possa esserci un colpo di coda del virus, ci sono tutte le condizioni perché questo accada".

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