il virus non molla

Covid, tra quinta ondata e quarta dose

Nelle ultime 24 ore quasi 100.000 casi. Giovedì l'Aifa discute del secondo booster.

Covid, tra quinta ondata e quarta dose
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I contagi sono in crescita, e mentre il Governo conferma la road map per l'abolizione delle restrizioni c'è chi parla di quinta ondata. E torna anche il tema della quarta dose. Giovedì 24 marzo è in programma una riunione dell'Aifa che dovrà decidere se e a chi simministrarla.

Covid: siamo alla quinta ondata?

I positivi crescono e oggi, martedì 22 marzo 2022, sono in aumento in ben 14 regioni, principalmente al Sud. Nelle ultime 24 i casi sono arrivati quasi a 100.000, con 196 morti e un tasso di ospedalizzazione in crescita (in Calabria è arrivato al 34%). L'occupazione delle terapie intensive rimane però sotto controllo, mediamente al 5% nel Paese.

Omicron 2 con le sue sotto-varianti però si sta dimostrando contagiosissima e non va sottovalutata, ma non sembra il caso di parlare di quinta ondata. La pensa così anche l'infettivologo Matteo Bassetti:

"Io non credo che siamo di fronte a una quinta ondata. Forse a una prima ondata di una infezione completamente diversa rispetto a quella che abbiamo visto a gennaio-febbraio di quest’anno. Forse è la prima ondata di un virus depotenziato perché non è paragonabile alle precedenti quattro ondate e perché i nostri ospedali hanno pressione zero. Ovvero, questo aumento dei contagi non porta a  una malattia grave".

A parlare apertamente di quinta ondata è stato invece il governatore veneto Luca Zaia, che ha però ragionato su una fase endemica del virus:

"E'  necessario non abbassare la guardia e proteggere coloro che sono più a rischio. L’obiettivo è quello di convivere con il virus".

Quarta dose: a chi tocca?

Per i fragili la somministrazione della quarta dose è già partita e si parla di circa 900.000 italiani. Ma chi dovrà farla da qui a fine anno? Al momento si sta lavorando alle linee guida e non è da escludere  che si arrivi ad ampliare la platea. Lo aveva anticipato tra le righe il ministro della Salute Roberto Speranza la scorsa settimana durante la conferenza sulla road map per l'uscita dalle restrizioni:

"C'è l'ipotesi di estendere la quarta dose per le fasce generazionali più avanzate. Una possibilità che  richiederà ancora un approfondimento. Ma è una cosa a cui ci stiamo preparando".

Se ne parlerà nel corso di una prima riunione della Commissione tecnico scientifica  dell'Agenzia italiana del farmaco che si terrà giovedì 24 marzo 2022. Di certo c'è che a occuparsi della questione non sarà il Comitato tecnico scientifico, che sarà sciolto con la chiusura dello stato di emergenza, il 31 marzo. 

I pareri di Ema e Oms

Al momento secondo l'Ema, l'agenzia del farmaco del Vecchio Continente, mancano sufficienti prove da parte dei trial clinici o dal mondo reale a supporto di una raccomandazione sulla popolazione generale del secondo booster.  Lo ha spiegato qualche settimana fa  Marco Cavaleri, responsabile Vaccini e Prodotti terapeutici Covid-19 dell'Agenzia europea del farmaco.

"Stiamo esaminando tutti i dati emergenti, inclusi quelli di Israele, sull'uso di un secondo booster degli attuali vaccini anti-Covid. Al momento in ogni caso non ci sono prove sufficienti dai trial clinici o da dati 'real world' che possano supportare una raccomandazione  del secondo richiamo  per la popolazione generale".

Un giudizio che va sulla stessa linea di quanto dichiarato poche settimane fa dall'Organizzazione mondiale della Sanità, secondo cui non si può continuare a combattere il virus a colpi di richiami vaccinali. 

Tipo anti-influenzale

C'è poi anche l'opzione che il vaccino anti-Covid sia somministrato con un approccio analogo all'anti-influenzale, dunque con una raccomandazione anziché un obbligo, rivolta soprattutto alle fasce fragili della popolazione e agli operatori sanitari. Ipotesi che ha trovato al momento anche il favore del  direttore dell'Ircss Galeazzi di Milano Fabrizio Pregliasco.

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