il virus non se ne è andato

Covid: che cosa sappiamo al momento a proposito delle tre nuove varianti di Omicron

Gli effetti (e la risposta ai vaccini) dovrebbero essere simili in tutto e per tutto tra le varie versioni.

Covid: che cosa sappiamo al momento a proposito delle tre nuove varianti di Omicron
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La guerra in Ucraina ha spostato un po' l'attenzione dalla pandemia Covid, ma il virus è tutt'altro che morto. Nei giorni scorsi abbiamo assistito a un incremento dei contagi, dovuti soprattutto alla variante Omicron, che oramai ha preso del tutto il sopravvento e rappresenta praticamente il 100% dei casi. Ma Omicron non è da sola: oltre a lei ci sono anche le sue tre "sorelle".

Omicron non è più sola, ecco le tre "sorelle"

La versione "originale" di Omicron, comparsa nel nostro Paese a fine novembre, si sta definitivamente contraendo per lasciare il posto alle sue sotto-varianti. La prima versione, la BA.1, ora deve dividersi la "scena" con la BA.1.1, che rappresenta il 36% dei contagi, e con la BA.2, che riguarda il 5% dei positivi. La terza "sorella", BA.3, è al momento presente in percentuali minime.

I dati sono quelli del Ceinge-Biotecnologie avanzate, basate sui dati della banca internazionale Gisaid.

Che differenze ci sono tra le sotto-varianti di Omicron

La sottovariante BA.1.1 è molto simile alle BA.1, da cui deriva. BA.2, al contrario, presenta mutazioni che la differenziano da BA.1. I primi studi ci dicono che è tra il 30 e il 50% più trasmissibile rispetto alla "sorella maggiore". E anche chi ha completato il ciclo vaccinale risulta più vulnerabile.

La nuova variante condivide 38 mutazioni con BA.1 ma ha ulteriori 27 mutazioni uniche che la rendono differente. , Non ci sono prove che provochi conseguenze più gravi o abbia una maggiore letalità. In Gran Bretagna, ad esempio,  dall'inizio della sua comparsa è aumentata in maniera costante, mentre ricoveri e decessi hanno continuato a calare.

Così come non si può sapere a oggi se la terza versione potrà avere effetti più importanti. Quello che si conosce è che  la maggior parte delle mutazioni si trova nella proteina Spike, con la quale il virus aggredisce le cellule umane.   Le altre  osservate sinora si trovano soprattutto sulla proteina Nuclecapside, importante perché aiuta il virus a replicarsi.

Sintomi e pericolosità di Omicron 3

Da quel che sappiamo oggi i sintomi sono simili alle precedenti versioni: mal di testa, naso che cola, raffreddore, mal di gola, stanchezza e febbre. E l'incubazione è di circa 5 giorni.

Non serve preoccuparsi

Al momento però non sembra che lo sviluppo delle nuove varianti possa destare particolari preoccupazioni. Lo sostiene anche il direttore del San Martino di Genova Matteo Bassetti:

"Occorre evitare di fare allarmismo, negli ospedali la situazione è tranquilla e senza pressioni. Dal punto di vista formale la differenza tra Omicron 1, 2 o 3 interessa solo cacciatori di virus e chi studia il sequenziamento. Hanno effetti identici, ovvero sono varianti gemelle. Ma a livello di aggressività e di risposta ai vaccini non c'è differenza".

Un concetto ribadito anche dal sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri:

"L'aumento dei casi non è così significativo se non aumentano ricoveri. La situazione è sotto controllo".


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