ok definitivo

Assegno unico per i figli: Caf presi d'assalto

Non sarà più in busta paga ma verrà erogato dall'Inps. Domande al via dall'1 gennaio 2022.

Assegno unico per i figli: Caf presi d'assalto
Pubblicato:
Aggiornato:

Dall'1 gennaio 2022 è possibile presentare la domanda per l'assegno unico per i figli, la nuova forma di sostegno al reddito che da marzo sostituirà tutti i contributi per le famiglie (a eccezione del bonus nido, che sarà invece confermato). L'entità del contributo sarà modulata in base all'indicatore Isee, e per questo da qualche settimana si sta verificando un vero e proprio assalto ai Caf. Che rischiano di non riuscire a far fronte.

Assegno unico per i figli: assalto ai Caf

L'Inps stima che siano undici milioni gli assegni per circa 7,3 milioni di famiglie, con un importo compreso tra 175 euro mensili e 50 euro, in base all'Isee. Numeri impressionanti, che stanno avendo un effetto immediato sui Caf. Per fare richiesta, infatti, è necessario presentare l'indicatore Isee (per chi non lo presenta, invece, è prevista la contribuzione minima di 50 euro mensili) e molte famiglie si stanno rivolgendo proprio a queste strutture, che hanno liste di appuntamenti oramai chilometriche. Con il concreto rischio di non riuscire a soddisfarle tutte da qui a marzo. Ma chi non dovesse riuscire a prenotarsi prima non disperi. Se presentata entro il 30 giugno 2022 la domanda dell'assegno unico dà diritto anche a tutti gli arretrati.

LEGGI ANCHE: Isee, come calcolarlo e a cosa serve

Come funziona l'assegno unico

 A partire da gennaio 2022 è possibile presentare la domanda, dopodiché ci saranno due mesi "ponte" (durante i quali continueranno le forme attuali di contributo, cioè assegni familiari e detrazioni in busta paga) in attesa dell'entrata in vigore effettiva dell'assegno, da marzo 2022. Dunque, a regime l'assegno verrà erogato da marzo a marzo (oggi è da luglio a luglio).

L’assegno unico sostituirà tutti gli altri bonus (detrazioni, assegni famigliari, bonus bebè, tranne il bonus nido) e rimodulerà anche i criteri di erogazione: sarà disponibile per tutti e non sarà direttamente in busta paga, ma verrà erogato dall'Inps. Per questo è necessario presentare la domanda con tutti i dati precisi.

A chi spetta

Beneficeranno dell'assegno unico tutte le famiglie con un figlio minorenne a carico e per i nuovi nati sin dal settimo mese di gravidanza, ma anche chi ha un figlio maggiorenne a carico (fino al compimento dei 21 anni).  In questo caso, però, deve essere soddisfatta una delle seguenti condizioni:

  •  frequenti un corso di formazione scolastica o professionale, ovvero un corso di laurea;
  •  svolga un tirocinio ovvero un’attività lavorativa e possieda un reddito complessivo inferiore a 8.000 euro annui;
  •  sia registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego;
  •  svolga il servizio civile universale;

 Gli importi

L’importo è variabile e viene determinato in base all’Isee del nucleo familiare (per la determinazione sarà preso in esame quello dell'anno precedente).

Per ciascun figlio minorenne si va da 50 a 175 euro al mese
L'importo spetta nella misura piena di 175 euro per un Isee pari o inferiore a 15.000 euro. Per livelli di Isee superiori, l'assegno si riduce gradualmente fino a raggiungere   50 euro in corrispondenza di un Isee pari a 40.000 euro. Per chi supera questa soglia il contributo sarà comunque di 50 euro.

Per ciascun figlio maggiorenne fino a 21 anni si va da 25 a 85 euro
L'importo spetta in misura piena di 85 euro per un Isee  pari o inferiore a 15.000 euro. Per livelli di Isee superiori,  si riduce gradualmente fino a raggiungere 25 euro in corrispondenza di un Isee pari o superiore a 40.000 euro.

Le maggiorazioni

Il decreto prevede anche alcune maggiorazioni. Vediamo quali sono.

Per ciascun figlio successivo al secondo: maggiorazione da 15 a  85 euro  al mese
L'importo spetta in misura piena di 85 euro per un Isee  pari o inferiore a 15.000 euro. Per livelli di Isee superiori,  si riduce gradualmente fino a raggiungere  15 euro in corrispondenza di un Isee pari o superiore a 40.000 euro

Per ciascun figlio con disabilità minorenne è prevista una maggiorazione, sulla base della condizione di disabilità come definita ai fini Isee. L'importo sarà di  105 euro mensili in caso di non autosufficienza, 95  in caso di disabilità grave e 85  in caso di disabilità media.

Per ciascun figlio con disabilità maggiorenne fino al compimento del ventunesimo anno di età è prevista una maggiorazione dell’importo pari a 50 euro mensili.

Per ciascun figlio con disabilità a carico di età pari o superiore a 21 anni è previsto un assegno da 85 euro mensili.
L'importo spetta in misura piena per un Isee pari o inferiore a 15.000 euro. Per livelli di Isee superiori, si riduce gradualmente fino a raggiungere  25 euro in corrispondenza di un Isee pari o superiore a 40.000 euro.

Prevista anche una maggiorazione da 20 euro mensili per ciascun figlio anche per le madri con meno di 21 anni.

Nel caso in cui entrambi i genitori siano titolari di reddito da lavoro, è prevista una maggiorazione per ciascun figlio minorenne pari a 30 euro mensili. Anche questa sarà parametrata in base all'Isee. La quota spetta in misura  piena con un Isee pari o inferiore a 15.000 euro. Per livelli di Isee superiori la somma si riduce gradualmente fino ad annullarsi in corrispondenza di un Isee  pari o superiore a 40.000 euro.

Sarà riconosciuta una maggiorazione forfettaria per i nuclei familiari con quattro o più figli, pari a 100 euro mensili per nucleo.

Inoltre, per consentire la graduale transizione alle nuove misure a sostegno dei figli a carico e di garantire il rispetto del principio di progressività, per i primi tre anni di applicazione dell’assegno unico, sarà istituita una maggiorazione di natura transitoria, su base mensile, dell’importo. La maggiorazione sarà riconosciuta ai soggetti aventi diritto all’assegno e in presenza della contestuale presenza di due condizioni:

  • valore dell’ISEE del nucleo familiare di appartenenza del richiedente non superiore a 25.000 euro;
  • effettiva percezione, nel corso del 2021, dell’assegno per il nucleo familiare in presenza di figli minori da parte del richiedente o da parte di altro componente del nucleo familiare del richiedente.

La maggiorazione mensile dell’assegno universale spetta per l’intero, nell’anno 2022, a decorrere da   marzo, per un importo pari a due terzi nel 2023 e per un terzo nel 2024 e per gennaio e febbraio 2025.

Come fare domanda

La domanda, obbligatoria per usufruire dell’assegno, va ripresentata ogni anno a gennaio. Non dovranno farlo i percettori del reddito di cittadinanza, dato che l'Inps ha già i dati e dunque erogherà l'assegno in automatico. Servirà la presentazione dell'Isee (in caso non venga presentato si riceverà la cifra minima) e l'indicatore di riferimento è quello dell'anno precedente.

LEGGI ANCHE: Isee: come si calcola e a cosa serve

Possono richiedere l’assegno tutti i residenti o domiciliati in Italia, chi paga le tasse in Italia, cittadini stranieri che lavorano in Italia da oltre 6 mesi o con un permesso di soggiorno per motivi di ricerca superiore a 6 mesi, e stranieri residenti in Italia da almeno due anni anche non continuativi.

Chi rischia di perderci

Secondo il ministero delle Finanze, il passaggio dalle vecchie detrazioni e aiuti all’assegno unico penalizzerà all'incirca 200.000 famiglie che che già usufruiscono di aiuti e potrebbero ricevere meno soldi. Per questo è stato attivato un fondo di compensazione che durerà per un periodo iniziale. Il decreto parla di "maggiorazione di natura transitoria garantire il rispetto del principio di progressività e la graduale transizione alle nuove misure".

LEGGI ANCHE: Assegno unico, le simulazioni per chi ci perde

Durerà tre anni, e, secondo le stime, riguarderà circa il 5% dei nuclei, di cui la metà (con Isee fino a 25 mila euro) sarà salvaguardata. Per gli altri, con Isee superiore, viene chiarito, gli importi risulteranno ridotti solo di pochi euro.

Non tutte rose e fiori, l'allarme dell'Ufficio parlamentare bilancio

Il rischio però è che non siano tutte rose e fiori. L'allarme è arrivato in queste ore dall'Ufficio parlamentare di bilancio.

Il gruppo di lavoro ha infatti paventato il rischio che, senza correttivi dell'ultimo momento, l'assegno possa trasformarsi in una beffa per quasi 750mila famiglie.

Il nodo starebbe nel fatto che la nuova misura va a sostituire tutta una serie di altri sostegni che c'erano finora. Tradotto concretamente, per il 10% delle famiglie il nuovo regime potrebbe trasformarsi in uno svantaggio rispetto alla situazione precedente con una perdita di poco più di 50o euro.

Il rischio è che la sostituzione di detrazioni, bonus bebè e quant'altro, per molti possa rivelarsi uno svantaggio. Per appunto circa il 10% delle famiglie.

Le soluzioni

Al momento è stata messa sul tavolo l'ipotesi di una clausola triennale di salvaguardia per le famiglie con un Isee fino a 25mila euro. Ma anche in questo caso secondo l'ufficio parlamentare di bilancio, la coperta potrebbe essere corta.

Ecco allora che è stata lanciata una nuova proposta: prevedere maggiori risorse, alzare l’asticella dei 25mila euro e prolungare la durata della clausola di salvaguardia.

 

 

Seguici sui nostri canali