Abbattuto l'orso M90. Ira degli animalisti (e non solo) contro Fugatti
L'animale è stato identificato attraverso il radiocollare e delle marche auricolari in Bassa Val di Sole, in Trentino
Abbattuto l'orso M90 dopo il via libera dato dalla provincia di Trento. A eseguire l'operazione, come previsto dal decreto, è stata una squadra del Corpo forestale trentino, che è entrata in azione in una zona di montagna della Bassa Val di Sole. Infuria la polemica.
Abbattuto l'orso M90
Nella giornata del 6 febbraio 2024 è arrivata la comunicazione ufficiale:
“Nel corso del pomeriggio è stata data esecuzione al decreto firmato stamani dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, che prevedeva il prelievo dell'esemplare di orso M90 tramite abbattimento”.
L'animale è stato identificato attraverso il radiocollare e delle marche auricolari in Bassa Val di Sole, in Trentino. Territorio che fu teatro della morte del runner Andrea Papi, nell’aprile 2023, in seguito all’aggressione di un altro plantigrado: l’orsa Jj4.
Il 28 gennaio, l’animale ucciso ieri, aveva seguito una coppia di escursionisti. Si tratta del primo abbattimento in Italia di un animale protetto, con il parere di Ispra. L’unico precedente è infatti KJ2, ma quell’esemplare femmina era stato abbattuto con ordinanza, senza che entrasse in campo l’Istituto per la protezione e la ricerca ambientale.
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M90 era considerato un animale pericoloso, secondo la scala di problematicità riportata nel Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno sulle Alpi centro-orientali. Due in particolare i comportamenti a rischio che aveva mostrato: l’eccessiva confidenza e frequentazione di aree urbane e l’aver seguito persone. L’animale, infatti, entrava nei paesi e si nutriva con quel che trovava nei cassonetti – da qui il richiamo dell’Ispra alla Provincia a intervenire per risolvere il problema dei rifiuti.
Il parere dell’Ispra
L’abbattimento di M90 è avvenuto dopo l’iter previsto dalla legge. L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale nel suo parere aveva confermato che la richiesta di Fugatti era legittima, sulla base delle regole stabilite nel Pacobace.
Ira di politica e animalisti
Nonostante ciò, la notizia, ha scatenato una serie di perplessità e polemiche, a partire dal ministro Pichetto Fratin:
“La soppressione non può essere l’unica alternativa. Se quanto fino ad oggi messo in campo con la provincia di Trento non è stato sufficiente, l’impegno - da parte di tutti - deve essere quello di moltiplicare gli sforzi per individuare ogni soluzione possibile a garantire una convivenza pacifica nei territori. Ho nuovamente mobilitato tutte le strutture che fanno capo al Ministero per definire una strategia tempestiva in cui l’abbattimento debba essere davvero la soluzione estrema".
"L’uccisione del povero orso M90 su ordine del presidente Fugatti è una vergogna, una pagina bruttissima nella storia del nostro Paese, un atto di miopia, di arroganza e di crudeltà senza precedenti, perché il presidente della Provincia ha fatto uccidere l’orso, munito di radiocollare, dopo averlo individuato, mettendo la firma quando l’animale era ormai sotto tiro”. Così, in una nota, Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli Animali e la Tutela dell’Ambiente e presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, commenta l’abbattimento dell’ orso M90. “La Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, con le altre associazioni ambientaliste – annuncia Brambilla – richiederà tutti gli atti per procedere nei confronti di Fugatti, affinché risponda del suo gesto, commesso in spregio di tutti noi, che non deve ripetersi mai più”, conclude Brambilla.
“Abbiamo sperato fino all’ultimo in un ripensamento, in considerazione della speciale protezione di cui gode la specie anche a livello europeo e nel rispetto dell’articolo 9 della Costituzione che tutela la biodiversità, ma il presidente Fugatti è stato sordo anche alle istanze dell’opinione pubblica che vorrebbe un Trentino amico degli animali”. Così, in una nota, l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa).
Sul piede di guerra anche LAV, Massimo Vitturi, responsabile area selvatici dell’associazione animalista tuona:
“Ci è stato impedito di difendere M90 ricorrendo al Tar contro la sua condanna a morte, ma non ci fermeremo di fronte agli ammazzaselvatici. Siamo già al lavoro per ottenere giustizia per M90 e tutti gli altri orsi casualmente trovati morti dopo le condanne di uccisione”.
+++M90 E' STATO GIUSTIZIATO+++
La violenza di @MaurizioFugatti passa ai fatti, impedendoci di intervenire in difesa dell'orso!
Mentre lui firmava il decreto di uccisione erano già pronti con le carabine!
Chiederemo giustizia con tutta la nostra forza! pic.twitter.com/T4LJVXFac4
— LAV (@LAVonlus) February 6, 2024
Del medesimo tenore la presidente nazionale di ENPA, Carla Rocchi:
“orrore, sgomento e profonda indignazione”, evidenziando come l’ente intraprenderà “tutte le azioni necessarie affinché il presidente della Provincia di Trento renda conto delle sue decisioni in tutte le sedi appropriate, italiane ed europee, tribunali compresi.
La manifestazione animalista di sabato 10 febbraio 2024, che era stata indetta contro disegno di legge "ammazza-orsi" già approvato dalla giunta Fugatti il 19 gennaio scorso, che prevede l’uccisione di 4 cuccioli e 4 orsi adulti l'anno, prenderà il via dalle ore 14 da Piazza Dante, con il supporto e la partecipazione delle associazioni LAV, LAC, LNDC Animal Protection, Animal Liberaction, Ribellione Animale e Bearsandothers".
Inferocita anche l'associazione Centopercentoanimalisti, che diffonde una nota:
La velocità nell'esecuzione della sentenza, alla faccia della consueta lentezza burocratica di questi Enti, è stata voluta per battere sul tempo i ricorsi al TAR. Fugatti e gli altri politicanti trentini stanno procedendo a valanga nell'infame linea di odio e sterminio degli Animali Liberi. Sabato 2 marzo manifesteremo davanti al lager del Casteller, dove sono reclusi ancora diversi Orsi. E non solo davanti: questa è la nostra promessa. Miltanti di Centopercentoanimalisti, nella serata di martedì 6 febbraio, hanno già avvisato i diretti interessati con striscioni e manifesti (che ricordano un evento storico per l’Animalismo) affissi alla sede della provincia e al Casteller.
Un punto di svolta
L’uccisione di M90 può essere considerato un punto di svolta nella relazione tra gli esseri umani e l’ambiente in Val di Sole, da quando, nel 1999, con il progetto Life Ursus sono stati reintrodotti gli orsi in Trentino. Il 5 aprile 2023, nei sentieri di Caldes, un giovane di 26 anni, Andrea Papi, era stato ucciso dall'orsa Jj4 mentre si allenava facendo running tra i boschi.
Pochi giorni dopo JJ4 era stata oggetto di un'ordinanza di abbattimento del presidente della Provincia di Trento, sospesa dal Consiglio di Stato, su ricorso delle associazioni animaliste Oipa ed Enpa. Ora l’animale attende in cattività al Casteller di Trento il suo destino. Il presidente della provincia Fugatti è intenzionato ad abbatterla. Gli animalisti si oppongono con ogni mezzo.
Un dramma che ha accesso prepotentemente il dibattito sulla convivenza con i grandi carnivori in un territorio ampiamente antropizzato. Lo scorso anno nei boschi trentini sono stati rinvenuti senza vita sette esemplari di orso.
Il tema è complesso e vede spesso schierati due “tifoserie” senza se e senza ma, rischiando di estremizzare una dinamica complicata che andrebbe approcciata considerando molteplici elementi. A testimoniare quanto il nodo sia particolarmente “sentito” dall’opinione pubblica la storia dell’uccisione dell’orsa Amarena a fucilate da un cittadino nell’agosto 2023 a San Benedetto dei Marsi, un comune in provincia dell’Aquila e al di fuori dei confini del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise.
Il plantigrado era solito avvicinarsi ai centri abitati ma non si era mai dimostrato aggressivo nei confronti dell’essere umano, benché le sue abitudini fossero “problematiche. Lo faceva non soltanto per fare il pieno di frutta (da qui il suo soprannome) ma anche proteggere i cuccioli dagli esemplari maschi del Parco.
Il 56enne che ha premuto in grilletto si sarebbe giustificato dicendo: “Ho sparato per paura ma non volevo uccidere, l'ho trovata dentro la mia proprietà è stato un atto impulsivo, istintivo”. L’uomo è stato denunciato a piede libero per uccisione di animale e con l'aggravante della morte di un orso, specie contemplata di recente dall'ordinamento giuridico.
E se il sentimento popolare è orientato dalla parte degli orsi, in queste vicende, ragionando sul fatto che loro siano nel proprio habitat e l’uomo, nel momento in cui lo invade, non avrebbe diritto di togliere loro la vita.
Il punto di vista dei pastori, spesso vittime di veri e propri assalti dei plantigradi a danno del loro bestiame, o delle persone che vivono la montagna, è differente. Viene infatti posto l’accento sul fatto che si tratti di una coesistenza e non di un’invasione di campo da parte dell’uomo e che, spesso, può diventare pericoloso anche uscire di casa.