la situazione in ucraina

Ucraina, Draghi chiama Putin: "Cessate il fuoco". Ma città ancora sotto assedio

Aperto oggi un corridoio umanitario a Mariupol. Kiev invia 45 autobus per evacuare i civili.

Ucraina, Draghi chiama Putin: "Cessate il fuoco". Ma città ancora sotto assedio
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Quarantacinque minuti di colloquio telefonico, con la promessa di risentirsi. Dopo i colloqui intercorsi con il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, Vladimir Putin ha sentito anche il premier Mario Draghi. Un colloquio rapido, in cui si è discusso del cessate il fuoco e degli aspetti economici della guerra in Ucraina.

Ucraina, Draghi chiama Putin e chiede di cessare il fuoco

"Presidente, la chiamo per parlare di pace".

Così l'esordio di Draghi, che ha aggiunto la sua voce a quelle che chiedono allo "zar" di fermare le ostilità in Ucraina. Un cambio di rotta che Draghi ha chiesto avvenga al più presto soprattutto per proteggere i civili e sostenere lo sforzo nei negoziati. Il presidente del Consiglio dei ministri ha ribadito anche la disponibilità del Governo a contribuire al processo di pace, chiedendo però con forza chiari segnali anche da parte della Russia.

Da parte sua Putin - fanno sapere da Palazzo Chigi - si sarebbe detto soddisfatto della volontà dell'Ucraina di accettare la questione della neutralità, su cui l'Italia potrebbe fare da garante insieme ad altri Paesi.

Draghi poi oggi, giovedì 31 marzo 2022, ha illustrato con maggiore chiarezza i contenuti del dialogo con Putin.

"L’Italia è stata richiesta come garante da Russia e Ucraina per sorvegliare sull’attuazione delle eventuali clausole. Anche il ruolo della Cina sarà fondamentale nel percorso di mediazione".

Il tema del gas

Inevitabile affrontare anche il tema del gas. Draghi ha fatto capire che l'Occidente non vuole pagare in rubli, come richiesto da Putin. Lo stesso presidente russo poche ore prima aveva dovuto fare un passo indietro sulla questione, quantomeno sulle tempistiche. Se sia un segno che le sanzioni imposte a Mosca iniziano a pesare è tutto da vedere, ma può essere una chiave di lettura.

"Le parole di Putin sono state: i contratti esistenti rimangono in vigore, le aziende europee, e ha rimarcato che è una concessione solo per loro, continueranno a pagare in euro o in dollari. La spiegazione su come si faccia a conciliare le due posizioni, dollari e pagare in rubli, è stata lunga e ho ascoltato dicendo che poi i tecnici si sarebbero messi in contatto. Quello che ho capito è che la conversione è un fatto interno alla Federazione Russa. Ora ci sono analisi in corso per capire che significa. Mi sembra non sia semplice cambiare valuta di pagamento senza violare i contratti"

Ma intanto la guerra continua

Draghi e Putin si sono lasciati con la promessa di risentirsi a breve. Ma intanto - al di là di negoziati e telefonate - gli attacchi sull'Ucraina non si fermano.

Oleksandr Markushyn, sindaco di Irpin, località vicina a Kiev diventata tristemente nota per l'uccisione di una mamma e due bambini in fuga dalla guerra, ha spiegato che mercoledì sera la città è stata colpita da razzi, mortai e artiglieria.

Continuano i combattimenti anche a Chernihiv, dove gli ucraini starebbero riprendendo forza. Un video diffuso sui social e verificato dalla Cnn  come girato a Sloboda, a una ventina di chilometri dalla città, mostra le truppe ucraine guadagnare terreno rispetto ai russi e un carro armato "invasore" dato alle fiamme.

IL VIDEO A SLOBODA

 

A Derhachi, nella regione di Kharkiv, invece, il Consiglio comunale denuncia la distruzione di un edificio amministrativo e di molte case. Almeno una persona sarebbe morta e tre sarebbero rimaste ferite. Mentre è di 16 vittime il bilancio dell'attacco missilistico russo di martedì contro l'edificio dell'amministrazione regionale di Mykolaiv, nel sud dell'Ucraina.

Corridoio umanitario a Mariupol

Nella serata di mercoledì 30 marzo, poi, da Kiev hanno fatto sapere dell'apertura odierna di un corridoio umanitario a Mariupol, sempre più in ginocchio. Lo rende noto il vice primo ministro Iryna Vereshcuk, annunciando l'invio da parte di Kiev di 45 autobus verso la città.

Per oggi sono stati inoltre concordati corridoi per la consegna degli aiuti umanitari e l'evacuazione delle persone da  Melitopol e per un convoglio di persone con mezzi propri da  Energodar a Zaporizhia.

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