Strategia meschina

La guerra sporca di Putin continua: i russi sequestrano 11 bus destinati ai corridoi umanitari, a Mariupol 20mila morti

I mezzi erano diretti a Mariupol per salvare i civili dai continui bombardamenti. Tutti i soccorritori e gli autisti dei bus sono stati fatti prigionieri.

La guerra sporca di Putin continua: i russi sequestrano 11 bus destinati ai corridoi umanitari, a Mariupol 20mila morti
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Nel crudele scenario della guerra, ogni tipo di strategia, anche quella più meschina, può assumere una valenza decisiva nel decidere le sorti del conflitto. Di questo aspetto ne è evidentemente ben conscio Vladimir Putin che, fermamente convinto nel portare a termine le operazioni belliche in Ucraina, ha più volte messo in atto azioni  frutto di falsi e momentanei "cessate il fuoco". A pagarne le conseguenze più alte, come sempre, sono i civili, già oppressi dal panico e dalla paura di essere colpiti, da un momento all'altro, da uno dei missili russi che quotidianamente stanno cadendo sulle città ucraine.

E' una guerra sporca quella "giocata" da Putin. Una guerra che prevede, per giungere il più rapidamente possibile a  una risoluzione, l'attacco ai trasporti del convoglio umanitario, i mezzi che potrebbero portare in salvo la gente comune, soprattutto bambini, dal fronte. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha fatto sapere che undici autobus diretti a Mariupol sono stati sequestrati dai soldati russi, i quali, non contenti hanno fatto prigionieri tutti i soccorritori e gli autisti.

I russi sequestrano 11 bus destinati ai corridoi umanitari

Il drammatico aggiornamento sul fronte di guerra ucraino, dopo l'incontro in videocollegamento con i parlamentari italiani, è stato in prima persona dal presidente Volodymyr Zelensky nel corso di un discorso notturno alla nazione. Come ha fatto sapere il rappresentante ucraino, i soldati russi, nelle ultime ore, hanno bloccato e sequestrato ben 11 autobus del convoglio umanitario che cercavano di raggiungere la città di Mariupol, il centro urbano a sud dell'Ucraina, quasi ormai completamente distrutto dai bombardamenti nemici.

"Stiamo cercando di organizzare corridoi umanitari stabili per i residenti di Mariupol - ha affermato Zelensky -, ma quasi tutti i nostri tentativi, sfortunatamente, sono sventati dagli occupanti russi, dai bombardamenti o dal terrore deliberato".

La notizia ancora più raccapricciante, testimonianza della guerra sporca messa in atto da Putin, riguarda il fatto che non solo i mezzi del convoglio umanitario sono stati sequestrati, ma sono stati anche fatti prigionieri tutti i soccorritori e gli autisti che avrebbero dovuto portare in salvo i civili di Mariupol.

"Dipendenti del servizio di emergenza statale e autisti di autobus sono stati fatti prigionieri - prosegue Zelensky -. Stiamo facendo di tutto per liberare la nostra gente e sbloccare il movimento di carichi umanitari".

Il leader del Cremlino, determinato nel portare a termine il conflitto bellico in Ucraina, è disposto a tutto pur di far cedere le forze nemiche. A pagarne lo scotto, purtroppo, è sempre però la gente comune.

Intanto, nella notte  a Chernihiv, a 130 chilometri da Kiev, è stato bombardato un ponte ritenuto cruciale per portare aiuti umanitari ed evacuare i civili. Lo riferisce The Kyiv Independent e la notizia è confermata dal consigliere del ministero dell’Interno ucraino Anton Gerashchenko sul suo account Telegram.

Mariupol quasi assediata: si contano 20mila morti

Le condizioni in cui sta giacendo, in queste ore, la città di Mariupol sono veramente drammatiche. Il centro urbano a sud dell'Ucraina sta continuando a resistere, ma il continuo bombardamento da parte dei russi e l'avanzata dei soldati potrebbe rendere vano ogni tipo di difesa. E' sempre Zelensky a fare il punto su quanto sta accadendo: a Mariupol quasi 100mila persone sono intrappolate tra le rovine della città. Decine di migliaia di residenti sono già fuggiti dalla città portuale, addirittura 7mila nelle ultime 24 ore, portando testimonianze strazianti di un "paesaggio infernale gelido crivellato di cadaveri ed edifici distrutti".

"Vorrei ripeterlo ancora una volta a tutti i piloti russi - afferma il presidente ucraino -, non stanno pensando agli ordini che stanno eseguendo. Perché uccidere civili è un crimine".

Bombardamenti che hanno distrutto quasi il 90% degli edifici cittadini e che, secondo le stime, hanno causato la morte di ben 20mila persone, tra civili, soldati e bambini, da quando l'avamposto di Mariupol è stato preso di mira dalle forze di Putin.

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