Situazione emergenziale

Emergenza profughi: come accoglierli in Veneto, Zaia pensa ai più piccoli

La macchina dell'accoglienza si è messa in moto...

Emergenza profughi: come accoglierli in Veneto, Zaia pensa ai più piccoli
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La situazione in Ucraina, lo stiamo vedendo tutti, è sempre più grave. Continue provocazioni e bombardamenti. Con una conseguenza che già desta preoccupazione: la fuga dei civili dal proprio Paese e la macchina dell'accoglienza italiana che sta cercando di trovare la soluzione più rapida ed efficace. Il Veneto è in prima linea in questa politica, anche perché , come è noto la regione è una delle porte di accesso all'Italia per i profughi. Profughi che, nella grande maggioranza dei casi, sono donne e bambini, come nel caso di Oxana che, col suo bimbo di due anni, malato di leucemia, è stata accolta all'ospedale di Padova.

Emergenza profughi per la guerra in Ucraina

In Veneto c'è già un tavolo che riunisce tutti gli interlocutori per regolamentare l'accesso dei profughi nel territorio. I primi step, infatti, riguardano la verifica dello stato di salute e i tamponi anti Covid. Fortunatamente in questo caso, almeno in Veneto, si registrano pochi positivi al Covid tra i profughi. Per tutti è garantita la possibilità di vaccinarsi e di spostarsi per cinque giorni con la deroga del Super green pass, per raggiungere eventuali parenti o un alloggio. Il tutto sempre dopo aver ottenuto un esito negativo al tampone molecolare o antigenico.

Zaia: "In Veneto arrivano soprattutto donne e bambini"

Al momento i profughi in regione sono più di un migliaio. Ma i dati nazionali sono decisamente allarmanti: si annuncia, infatti, una vera ondata di arrivi in tutta la Penisola, forse anche un milione. Il che significherebbe circa 50mila solo in Veneto. E la preoccupazione è forte anche se le offerte di accoglienza non sono mancate:

"Quelli che arrivano sono soprattutto donne e bambini - ha spiegato il Governatore Luca Zaia - Ma anche persone con disabilità".

Come raccontato da Prima Padova, ad esempio, la 38enne Oxana, scappata da Leopoli, è stata accolta a Padova insieme a Luka, figlio di 2 anni, malato di leucemia. L'ospedale padovano si prenderà cura del piccolo bimbo ucraino.

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La strategia del Veneto per l'accoglienza

Il primo step è stato quello, già dopo 11 giorni di guerra, di avviare un coordinamento tra tutte e forze in campo, enti locali, prefetture e organizzazioni benefiche per velocizzare la solidarietà. Da qualche giorno è attivo un modulo da compilare online per mettere a disposizione la propria abitazione per i profughi provenienti dall'Ucraina.

Il modulo è reperibile dal sito della Regione nella sezione dedicata (qui il link) e permette di indicare la tipologia, la durata, il numero e l'oggetto delle modalità di accoglienza. Si può infatti mettere a disposizione vitto e alloggio, ma anche offrire lavoro, trasporti, cura degli animali e attività ludiche.

Poi è stato il turno dell'unità di crisi regionale con la nomina del vice di Zaia, il dottor Nicola Dell'Acqua. In cantiere c'è il censimento dei rifugiati ucraini in Veneto. Si parla già, come detto, di un migliaio di presenze, ma i numeri sono destinati a crescere. I profughi positivi al Covid ci sono, ovviamente, e per loro è previsto un iter dedicato. C'è anche il conto corrente della Regione per aiutare le famiglie con bambini sul quale, in pochi giorni sono già stati versati oltre 143mila euro.

Il numeri dell'emergenza sanitaria Covid in Veneto

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