che polemica!

Stavolta Selvaggia Lucarelli litiga con... Venezia

Stavolta Selvaggia Lucarelli litiga con... Venezia
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Ha la lingua (ma anche la penna non scherza!) che ferisce in modo più letale di quanto potrebbe fare una spada. E la conosciamo tutti, bella e temibile, sagace e temutissima: è Selvaggia Lucarelli, giornalista di "Domani", giudice a Ballando con le stelle, e tanto altro. Ma questa volta la Lucarelli non è finita sotto i riflettori per una discussione accesa con Morgan sul tema della danza, e nemmeno per essersi magicamente trasformata in "sacco" per un pugile No vax in piazza a Roma... No, questa volta il match è Selvaggia contro la Serenissima Venezia.

Venezia Selvaggia: Lucarelli e un Capodanno non “Serenissimo”

Eh sì, signore e signori, la partita è di quelle toste. C'è da un lato lei, seguitissima opinionista, giornalista, scrittrice e anche influencer. E dall'altro lato c'è la città, oggettivamente (lasciatecelo dire) più bella del mondo. Ma non c'è stata scintilla, no, nessun colpo di fulmine, nessun innamoramento... anzi. Quello festeggiato dalla Lucarelli a Venezia è stato decisamente un Capodanno da dimenticare. Non c'è stato, infatti, nemmeno un dettaglio al posto giusto.

E, occorre dirlo, la destinazione di Venezia non era nemmeno lontanamente nei desideri della giornalista: in cima alla lista, infatti, c'erano nell'ordine la Francia (Parigi), la montagna (probabilmente qualsiasi montagna) e poi solo in coda, medaglia di bronzo, Venezia. Saltate le prime due scelte si è vista "costretta" alla terza opzione (povera lei, mentre milioni di altri italiani sono rimasti chiusi in casa in quarantena...).
Ma Venezia, forse, con un sesto senso figlio dei suoi secoli di storia, risponde alla Lucarelli accogliendola con una fitta coltre di nebbia: il famigerato cajgo veneziano.

 

Ed è qui che inizia il Capodanno fantozziano di Selvaggia: i titolari del ristorante prenotato non chiedono il Green pass, la cena non è all'altezza delle aspettative di lady "Biagiarelli", il signore degli aneddoti della trasmissione "E' sempre mezzogiorno" condotta da Antonella Clerici. Insomma va tutto storto. Anche i vicini di tavolo periscono sotto i fendenti linguistici della Lucarelli.

"Lui sembra il principe Filippo d’Edimburgo nel suo stato di vitalità attuale, ovvero deceduto.
Alla nostra destra spicca una tavolata di otto russi con un tizio a capotavola che ha tutta l’aria di essere quello che ha messo il veleno nelle mutande di Alexei Navalny. Aderiscono a tutti i cliché possibili: donne algide e bellissime, uomini in piedi a brindare per qualunque cosa che potrebbe essere “Buon anno!” come “Bombardiamo Kiev!", scrive sul pezzo online pubblicato dal Domani.

La risposta

Al di là dell'ironia, comunque, i veneziani non devono averla presa troppo bene... anche perché poi la sua attenzione si è spostata sui festeggiamenti. Che erano vietati.

E sulla piazza, San Marco, che era vuota. Anzi, piena, ma di nebbia. Peccato, però, che alla fine, forse qualche minuto dopo la foto postata da Selvaggia, una bella folla di giovani, quasi tutti senza mascherina, tutti belli vicini, si siano dati appuntamento per festeggiare nel modo più chiassoso (e vietato, causa Covid) che si potesse immaginare.

Alla faccia della Control room, e alla faccia delle restrizioni... Però il polverone sollevato, non è passato così inosservato, anzi, si è guadagnato - tra gli altri - la risposta di un importante esponente politico. Si tratta dell'assessore regionale allo Sviluppo economico ed energia, Roberto Marcato. Queste le parole scritte sul suo profilo Facebook:

"Veito Lucarei, queo che ti no te capissi xe che a Serenissima Capitae, a xe bea col caigo e sensa caigo, co a xente e sensa xente, col ciaro e col scuro, co ti e sensa de ti. Servitor suo. Berto da Piombin".

Che tradotto, per i non Veneti, significa letteralmente:

"Vedi Lucarelli, quello che tu non capisci è che la Serenissima Capitale è bella con la nebbia e senza, con la gente e senza gente, di giorno e di notte, con te e senza di te. Suo servitore, Berto da Piombin", perché lui, Roberto (Berto), è originario di Piombino Dese nel padovano.

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