Omicron sarà prevalente entro pochi giorni: il picco atteso per gennaio
Ma se fossero confermati gli studi che dicono che la sudafricana porta a meno ospedalizzazioni non sarebbe una cattiva notizia...
La variante Omicron corre velocissima e sarà prevalente in Italia entro pochi giorni, forse già a cavallo tra Natale e Santo Stefano. Ma il picco dei contagi potrebbe arrivare a gennaio.
Omicron presto prevalente
A illustrare qualche numero e le prospettive per le prossime ore è stato Silvio Brusaferro, portavoce del Comitato tecnico scientifico. Attualmente si stima che il 28% dei casi sia figlio della variante sudafricana, ma quello che preoccupa è la sua velocità.
"Omicron oggi si attesta al 28%, con una crescita esponenziale rispetto allo 0,2-03,% del 6 dicembre. Numeri che dicono come cresca in maniera piuttosto rapida e che ci fanno supporre che possa raddoppiare diventando dunque prevalente in due giorni. Si tratta di dati coerenti con quello che sta accadendo anche negli altri Paesi".
Una notizia che potrebbe anche rappresentare qualcosa di tutto sommato positivo. Soprattutto se fossero confermati i dati di tre studi recenti, che hanno verificato come Omicron sia molto contagiosa ma produca meno ospedalizzazioni di Delta e della versione "base" del virus.
Il picco atteso per gennaio
Nonostante i contagi in crescita, però, il picco potrebbe essere ancora lontano. Lo sostiene Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Roberto Speranza.
"Omicron viaggia veloce, anche 4-5 volte più di Delta, che già aveva scombinato le carte. Dobbiamo evitare che i contagi arrivino ai numeri della Gran Bretagna, con 100.000 casi al giorno. Il picco temo sia ancora lontano, e lo aspettiamo per gennaio".
Ricciardi ha poi parlato di due pandemie, una per i vaccinati e una per i No vax, e di possibili restrizioni con il nuovo anno.
"I vaccini, anche solo con due dosi, offrono comunque una difesa contro Omicron, evitando soprattutto le conseguenze più gravi. Potremmo trovarci di fronte a due pandemie, una dei vaccinati, che faranno i conti con tampone e isolamento, e una dei non vaccinati, che affronteranno problematiche cliniche più complesse. Queste due messe insieme creeranno pressione sul Sistema sanitario nazionale".
"A gennaio dovremo valutare la situazione. Coloro che lavorano a stretto contatto col pubblico saranno vettori del contagio. Se dovessimo avere un rialzo fortissimo dei casi allora valuteremo ulteriori restrizioni".