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Impagnatiello in aula: "A pranzo da mamma col cadavere di Giulia nel bagagliaio". Poi tira in ballo il brutto voto della maestra alle elementari

"Un castello di bugie in cui sono annegato": nel giorno dell'anniversario dell'omicidio Tramontano, il presunto omicida racconta la sua verità in Tribunale

Impagnatiello in aula: "A pranzo da mamma col cadavere di Giulia nel bagagliaio". Poi tira in ballo il brutto voto della maestra alle elementari
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Nel giorno del primo anniversario del tragico omicidio di Giulia Tramontano e del piccolo Thiago, che aveva in grembo, prosegue il processo al Tribunale di Milano. Nella giornata di lunedì 27 maggio 2024 è stato sentito il reoconfesso Alessandro Impagnatiello.

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I rilievi nella casa di Giulia Tramontano e Alessandro Impagnatiello

"A Giulia non ho mai fatto credere di essere pazza. Avevo costruito un castello di bugie in cui io stesso sono annegato", sostiene l'ex barman.

E sul finale delle dichiarazioni fa capolino anche la storia della maestra Annamaria, colpevole - a detta del presunto omicida - di averlo traumatizzato con un brutto voto alle elementari.

Intanto la cittadina di Senago, dove il 27 maggio 2023 è avvenuto il doppio omicidio, ricorda la ragazza e il piccolo Thiago con una commemorazione.

Omicidio Tramontano: in aula parla Impagnatiello

Nell’aula della corte d’Assise di Milano è stato sentito il barman, allora 30enne, Alessandro Impagnatiello, reoconfesso dell'omicidio. Il giudice e tutti i presenti all'udienza sperano di capire perché l'ex compagno di Giulia ce l'avesse tanto con lei per avvelenarla giorno per giorno col topicida fino ad arrivare all'atroce delitto, passando per la montagna di bugie e falsità che l'uomo raccontava a giornalisti e forze dell'ordine nei giorni della scomparsa di Giulia.

Giulia incinta del piccolo Thiago

Come racconta Prima Milano, prima di lasciare la parola all'imputato, ha deposto il luogotenente dei carabinieri Giulio Buttarelli che coordina la Squadra omicidi del Nucleo investigativo di via Moscova. Il professionista ha messo in fila tutte le testimonianze fin qui ascoltate in aula (Chiara la sorella di Giulia, le sue amiche, l’ex collega di lavoro, la donna con cui il barman aveva una relazione) ricostruendo i dettagli di questa tragica vicenda, accompagnati da prove certe e inconfutabili.

Giulia con l'amante di Impagnatiello

Le dichiarazioni alla prima udienza

Nella prima udienza del processo dello scorso gennaio Impagnatiello aveva già voluto rilasciare delle dichiarazioni spontanee in cui, in lacrime, aveva chiesto scusa per quello che aveva fatto in quel tragico giorno del 27 maggio 2023.

Nella mattinata di ieri Impagnatiello ha risposto alle domande e confessato alcuni, presunti, traumi infantili.

"La persona che ero in quel periodo, non è la stessa che sono oggi. Questo processo mi sta aiutando a mettere insieme dei tasselli che erano confusi nella mia testa, oggi sono cambiato", le sue prime parole in aula. "Oggi voglio esprimere la verità, posto che oggi sono una persona lucida, più consapevole rispetto a quello che ero".

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La casa in cui è stata uccisa Giulia

Le contraddizioni sul bambino

Il barista ha provato a giustificare il gesto di uccidere la compagna con un atto di disperazione.

"Giulia - sono state le sue parole - era la donna della mia vita, e quel bambino era anche mio. Lei se ne sarebbe andata a Napoli e io di quel bambino non avrei avuto notizie, non avrei saputo se fosse stato alto o basso. Confermarmi che la relazione tra noi era terminata e che quel bambino non avrei mai avuto modo di conoscerlo, ha definitivamente distrutto ogni appiglio a cui potevo aggrapparmi per potere continuare la relazione con Giulia". E ancora: "Lei mi disse che non l’avrei mai visto, allora andai in doccia per ripulirmi da quella realtà. Distruzione sul posto di lavoro, distruzione con Giulia, distruzione per non vedere crescere quel bambino".

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Alessandro Impagnatiello

Dichiarazioni che entrano, però, in contraddizione con altre frasi pronunciate successivamente:

Ha poi negato di "aver accumulato rabbia o ostilità nei confronti di Giulia: era la persona che doveva essere difesa e protetta da me, non ho mai avuto odio nei suoi confronti", nei confronti di quella che ha definito la "donna della mia vita" . L'imputato ha più volte ripetuto che "voleva colpire il bambino e non Giulia".

Il brutto voto della maestra alla elementari e il padre

Sul finale dell'udienza ha tirato in ballo la maestra Annamaria, che gli procurò, a suo dire, una brutta delusione quando andava alle elementari.

"Avevo sette, otto anni, ero il più bravo della classe. Feci questo compito a scuola che però era sbagliato, lei mi diede 'male' come voto". A quel punto, ha raccontato, "io e i miei compagni restammo scioccati, lei ci rispose: 'Alessandro non è Dio'. Io ero distrutto, non andai a scuola per due giorni. L'essere guardato male, l'essere imperfetto, non sono riuscito mai ad accettarlo". E ha sostenuto di avere acquistato e assunto degli ansiolitici. Ha anche parlato del padre, a suo dire maltrattante. "Mi puntò contro un forcone durante un litigio con mia madre, mi ero messo in mezzo".

A pranzo con il cadavere nel bagagliaio e i risultati delle partite

Emergono inoltre alcuni dettagli, relativi al comportamento dell'ex barman, che lasciano interdetti.

"Sono andato a pranzo da mia mamma con l'auto, a bordo c'era il corpo di Giulia", ha detto ancora Impagnatiello, raccontando in aula l'episodio del 30 maggio del 2023, tre giorni dopo l'omicidio di Giulia, prima che lasciasse il cadavere dietro ad alcuni box a poche centinaia di metri dalla loro abitazione a Senago, nel Milanese.

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La madre di Impagnatiello

Dalle ricerche sul telefono e dall'incrocio dei dati con l'analisi delle telecamere, è emerso che Impagnatiello, dopo avere ucciso Giulia Tramontano si è recato sotto casa dell'altra ragazza con cui aveva una relazione. E lì si è messo a fare varie ricerche, tra cui i risultati della partita Atalanta-Inter che si era giocata quella sera. 

La commemorazione a Senago

Poche ore dopo, ad un anno di distanza, Senago non ha dimenticato, programmando un momento di commemorazione. L’appuntamento è stato per lunedì 27 maggio alle 20.45, dove è installata la panchina rossa nel parco di via Pacinotti-via Padova.

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Giulia Tramontano

"L’iniziativa è promossa dall’Amministrazione insieme alla Comunità Pastorale e alla Commissione che abbiamo istituito dedicata a Giulia e Thiago - sottolinea il sindaco Magda Beretta - Rivolgiamo l’invito a tutti i cittadini, sarà un momento importante per Giulia e Thiago. Speriamo con questo piccolo gesto di poterli ricordare al meglio".

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