Nel Vicentino

Neonata morta mentre dorme nel letto coi genitori e il fratello: è stata schiacciata

L'ipotesi più agghiacciante confermata dall'autopsia sul corpicino della bimba: ha perso la vita soffocata a seguito di uno schiacciamento

Neonata morta mentre dorme nel letto coi genitori e il fratello: è stata schiacciata
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E' stata una delle ipotesi che aveva preso corpo fin dal ritrovamento senza vita del suo corpicino. Ora però non ci sono dubbi. Per l'autopsia la neonata di quattro mesi è morta per soffocamento, schiacciata involontariamente nel letto mentre stava dormendo coi genitori e il fratello.

Neonata morta schiacciata mentre dorme nel letto coi genitori e il fratello

L'autopsia sul corpo della piccola vittima, purtroppo, ha dato credito all'ipotesi più terribile. Una neonata di quattro mesi, morta nella notte tra mercoledì 14 e giovedì 15 giugno 2023 a Rossano Veneto, provincia di Vicenza, ha perso la vita per soffocamento.

Una tragedia avvenuta purtroppo in modo involontario e accidentale, scaturita anzi da un affettuoso momento familiare. La sera prima, infatti, i genitori avevano deciso di dormire nel lettone con i loro figli, la neonata e il suo fratellino di 6 anni. Nel cuore della notte, però, il papà si è accorto che qualcosa non andava nella piccola. Subito è partita la chiamata ai soccorritori, i quali, tuttavia, giunti sul posto il prima possibile, hanno tentato in tutti i modi di rianimare la neonata, anche con massaggio cardiaco, ma invano.

La conferma dell'autopsia

Fin da subito la Procura di Vicenza ha aperto un fascicolo di indagine per stabilire la causa del decesso. Per questo motivo, nel pomeriggio di ieri, lunedì 19 giugno, è stata effettuata l'autopsia sul corpicino della neonata.

A eseguirla, nell’unità di Patologia cardiovascolare dell’Università di Padova, il professore Antonello Cirnelli, medico legale, e la professoressa Stefania Rizzo, esperta anatomopatologa. Le analisi autoptiche, purtroppo, hanno delineato la morte per soffocamento a seguito di uno schiacciamento.

Per avere la conferma che si sia trattato davvero di un incidente così drammatico bisognerà però attendere l’esito degli altri accertamenti, ossia le indagini di natura istologia e tossicologica. Solo a quel punto potrà essere chiuso il fascicolo di indagine. Al momento pare esclusa la tesi, ipotizzata inizialmente, sulla morte improvvisa, la cosiddetta Sids, del lattante.

Intanto dovrebbe arrivare il nulla osta per la restituzione della salma alla famiglia che potrà, dunque, organizzare una degna sepoltura per la piccola.

Il precedente all'ospedale Pertini di Roma

La tragedia avvenuta nel Vicentino riporta con la memoria a quanto accaduto il 7 gennaio scorso all'ospedale Pertini di Roma dove un neonato di soli 3 giorni, mentre dormiva con la mamma, è morto per soffocamento, schiacciato dal peso del genitore.

La madre stava tenendo il bimbo con sé in camera come prevede la pratica del rooming in. All'improvviso, però, mentre stava allattando il neonato, affaticata e stanca per il parto, si è addormentata e lo ha schiacciato involontariamente.

A seguito della tragedia, i genitori avevano sottolineato come il personale del reparto si fosse dimostrato insensibile alle richieste della neo-mamma, distrutta dalla stanchezza, e poco inclini ad assecondare le sue richieste di aiutarla a occuparsi del piccolo nei momenti di spossatezza. Un racconto in cui si sono riviste centinaia di migliaia di donne di tutta Italia, che hanno spiegato come anche loro, subito dopo il parto, si siano sentite abbandonate dal personale sanitario che "pretendeva" che fossero in grado fisicamente di occuparsi già al 100% del bambino.

A seguito del dramma è partita un'inchiesta per accertare eventuali responsabilità. La conclusione delle indagini della  pm Maria Sabina Calabretta, arrivata poche settimane fa, ha dichiarato che si è trattato di "una tragedia non prevedibile".

La ricostruzione, secondo gli incartamenti, è che il parto avvenne il 5 gennaio scorso: il neonato nacque senza alcun problema di salute. La madre lo attese in una stanza che già ospita altre tre donne, e nelle 24 ore successive venne seguita dal personale infermieristico, che ogni due ore ha controllato le sue condizioni di salute. Con il passare del tempo, l’intervallo si è esteso a tre ore, come da protocollo.

La notte del dramma, quella tra il 7 e l’8 gennaio, l’ultima visita è stata effettuata alle 23.15. Gli infermieri tornarono verso mezzanotte e quaranta, quindi meno di due ore dopo. Ma era già troppo tardi. La donna, tuttavia, assistita dagli avvocati Alessandro Palombi e Michela Tucci, non punta il dito contro il numero di controlli, ma bensì contro gli infermieri che l’avrebbero lasciata sola. Ora la palla passa alla Procura.

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