la crisi a est

Biden-Putin: la telefonata che non risolve la crisi. Perché la Russia vuole invadere l'Ucraina

Intanto anche la Farnesina richiama gli italiani.

Biden-Putin: la telefonata che non risolve la crisi. Perché la Russia vuole invadere l'Ucraina
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La telefonata di sabato 12 febbraio 2022 tra il presidente americano Joe Biden e il collega russo Vladimir Putin non ha portato l'auspicata pace, e la situazione nell'Est Europa è sempre più critica. Mosca ha allertato la gran parte del proprio esercito e molti Paesi stanno via via richiamando i propri cittadini a casa. Ma perché la Russia vuole invadere l'Ucraina?

Perché la Russia vuole invadere l'Ucraina

I protagonisti principali della questione sono la Russia e la Nato, mentre l'Ucraina è "semplicemente" il "campo di battaglia".  Le tensioni hanno orgine nel 2014, quando la Russia invase la Crimea con il presupposto storico che in origine quel pezzo di territorio era territorio russo, ceduto nel 1954 da Nikita Krusciov all'Ucraina. Un "prestito" o una temporanea concessione per Putin.

Basta questo a giustificare il pericolo di una guerra mondiale? No, assolutamente no.  E infatti la questione è ben più ampia. La scelta di Mosca di puntare verso l'Ucraina ha motivazioni ben più importanti. A partire dalla geografia. L'Ucraina rappresenta un ampio "Stato cuscinetto" che tiene lontane le truppe Nato dal confine russo (un ruolo simile lo rivestono anche la Bielorussia e la piccola Transnistria). Insomma, l'Ucraina rappresenta una sorta di "barriera" a Ovest, che consente a Mosca di tenere a distanza l'Europaò

Inoltre Kiev punta a un legame con l'Europa e la Nato, e la cosa a Putin non sembra andare particolarmente a genio.

Ufficialmente, però, Mosca motiva la mossa di posizionare truppe numerose al confine con i timori per la propria sicurezza rappresentati dalla presenza a suo dire eccessiva di truppe Nato nei Paesi dell’Est che fanno parte del Patto Atlantico.

La situazione

La situazione a oggi è esplosiva. Joe Biden, presidente Usa, lo ha detto chiaramente richiamando i suoi concittadini: "Se la Russia spara sugli americani sarà la terza  guerra mondiale". 

La telefonata tra i due leader delle superpotenze non ha portato ai risultati sperati e la "bomba" potrebbe esplodere da un momento all'altro. Presumibilmente però non prima del 20 febbraio, data di conclusione delle Olimpiadi invernali di Pechino. Non tanto per la "tregua olimpica", quanto piuttosto perché Putin non vorrebbe mai fare uno "sgarbo" al presidente cinese Xi Jinping, alleato troppo prezioso cui pestare i piedi.

Anche la Farnesina ha invitato gli italiani in Ucraina a lasciare il Paese


I rischi di una guerra mondiale

Ragionevolmente, dunque, c'è ancora una settimana di tempo in cui le diplomazie devono fare il possibile per evitare il conflitto. Che se anche non dovesse essere mondiale, avrà ripercussioni sull'intero globo. Si stima infatti che - al di là delle vittime, che saranno senza dubbio numerose - l'invasione dell'Ucraina da parte dei russi potrebbe originare la fuga dal Paese baltico di circa cinque milioni di persone, che si riverserebbero inevitabilmente nel resto d'Europa.

Una situazione che si intreccia a doppio filo con la crisi energetica. La Russia da tempo gioca la "carta" del gas (con blocco o aumento indiscriminato dei prezzi) per tenere "sotto scacco" l'Europa. E anche questo fattore non è da sottovalutare nell'opera di diplomazia in corso.

 

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