Primi segnali distensivi

Dopo Putin, anche Macron abbassa i toni: "La pace non si ottiene umiliando la Russia"

Il Capo dell'Eliseo, in nome della pace, ha ribadito la necessità di allargare e approfondire l'Europa creando una nuova Comunità politica europea e modificando i Trattati dell'Ue.

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Dopo Putin, anche Marcon abbassa i toni: "La pace non si ottiene umiliando la Russia"

Chiamarlo punto di svolta, forse, sarebbe ancora troppo forzato, eppure le ultime dichiarazioni del presidente russo Vladimir Putin e di quello francese Emmanuel Macron lanciano dei segnali distensivi che fanno sperare al più presto al raggiungimento della pace. Il Capo dell'Eliseo, nel corso della giornata di ieri, lunedì 9 maggio 2022, a seguito del discorso di Putin per la parata del 9 maggio, ha parlato a Strasburgo durante la cerimonia di chiusura della Conferenza sul Futuro dell'Europa affermando che bisogna arrivare ad un cessate il fuoco in Ucraina, ma senza umiliare la Russia:

"La pace non si costruisce con l'umiliazione della Russia. Non dobbiamo cedere alla tentazione dei revanscismi".

Il presidente francese, inoltre, in nome della pace, ha ribadito, ora più che mai, la necessità di allargare e approfondire l'Europa attraverso la creazione di una nuova "Comunità politica europea" aperta a nuovi membri, e tramite la modifica dei Trattati dell’Unione europea.

Macron: "La pace non si ottiene umiliando la Russia"

LE DICHIARAZIONI DI MACRON:


Mentre la guerra in Ucraina prosegue con i bombardamenti e gli attacchi missilistici, l'ultimo avvenuto sulla città di Odessa avvenuto nella serata di ieri, lunedì 9 maggio 2022, lo scenario di un possibile cessate il fuoco sarebbe stato delineato dalle ultimissime dichiarazioni sia di Vladimir Putin, sia di Emmanuel Macron. Il presidente russo, durante la parata del 9 maggio, ha affermato:

"L'attacco in Ucraina è stata una decisione necessaria e assolutamente giusta, per salvaguardare la sicurezza del Paese. Un atto dovuto perché l'Occidente si preparava a invadere le nostre zone. Ma l'orrore di una guerra globale non si deve ripetere".

Parole quelle del Capo del Cremlino che hanno lanciato alcuni primi segnali distensivi a cui anche l'Unione Europea, tramite il discorso del presidente francese, ha voluto allinearsi. Macron, durante la cerimonia di chiusura della Conferenza sul Futuro dell'Europa, davanti al Parlamento di Strasburgo, si è esposto per un aiuto concreto all'Ucraina, riportando la pace in Europa, ma senza arrivare ad umiliare la Russia.

"Non dobbiamo cedere alla tentazione dei revanscismi. Domani avremo una pace da costruire e dovremo farlo con Ucraina e Russia attorno al tavolo. Ma questo non si farà né con l’esclusione reciproca, e nemmeno con l’umiliazione. Non siamo in guerra contro la Russia, lavoriamo per la preservazione dell’integrità dell’Ucraina, per la pace nel nostro continente. Ma sta solo all’Ucraina definire i termini dei negoziati con la Russia. Il nostro dovere è essere al suo fianco per ottenere un cessate il fuoco".

Macron: "Approfondire e allargare l'Europa"

Oltre al delicato dibattito sulla guerra in Ucraina, il presidente francese Emmanuel Macron ha colto l'occasione della Conferenza sul Futuro dell'Europa, nel giorno della Festa dell’Europa, anniversario della dichiarazione Schuman del 9 maggio 1950, ha posto all'attenzione degli Stati membri dell'Unione Europea due punti fondamentali ad allargare e approfondire l'Europa. Secondo Macron, infatti, appoggiato da Ursula von Der Leyen, presidente della Commissione Europea, ora più che mai si deve ragionare sia sulla creazione di una nuova "Comunità politica europea" aperta a nuovi membri, sia su una modifica dei Trattati dell’Unione europea.

Il Capo dell'Eliseo, quindi, ha invocato la nascita di una “una comunità politica europea più ampia” che possa coinvolgere gli Stati a prescindere dal completamento del processo di adesione Ue:

"L’Ucraina con il cuore è già membro della nostra Unione ma anche se domani le concediamo lo status di candidato, ed è ciò che auspico, sappiamo tutti che l’iter per l’adesione richiede diversi anni, anzi decenni, e bisogna dirlo con sincerità. Non possiamo rinunciare ai principi che sono le fondamenta di questa Europa. Dal punto di vista politico l’Europa è più ampia dell’Ue e la sfida storica che ci attende oggi è quella di creare una comunità politica europea, un’architettura europea nuova che consentirebbe alle nazioni democratiche europee che aderiscono ai nostri valori di trovare un nuovo spazio di cooperazione politica e di sicurezza in materia di energia, trasporti, investimenti, infrastrutture, libera circolazione e giovani. Ciò non impedirebbe future adesioni all’Ue".

Macron ha inoltre spinto sull’importanza che siano rivisti i trattati e modificati i meccanismi di decisione:

"Le avanguardie, le opinioni diverse sono sempre state il volano della crescita dell’Europa, ma negli ultimi anni penso che la necessità di decidere a 27 abbia rallentato questo impegno. I capi di Stato e e di governo non si riuniscono mai come eurozona, e questo è sbagliato. L’Europa a più velocità esiste già. Non dobbiamo escludere nessuno ma non dobbiamo neanche lasciare che pochi blocchino tutto. Abbiamo combattuto il Covid con scienza, democrazia ed efficacia. E’ questa l’Europa di cui dobbiamo essere orgogliosi. Di fronte alla crisi finanziaria, 15 anni fa, abbiamo reagito troppo lentamente, ci siamo divisi, non abbiamo dato risposte politiche. Di fronte alla pandemia e alla guerra abbiamo dimostrato il contrario. Dobbiamo essere fieri di queste scelte di efficacia, senza cui oggi non saremmo qui a raccontarcelo. Essere efficaci significa rispondere in maniera compatta senza lasciare indietro nessuno. E per fare questo sarà necessario riformare i Trattati".

Anche la presidente della Commissione Europea, Ursula Von Der Leyen, si è espressa sulla stessa linea di azione:

"Sarò sempre dalla parte di coloro che vogliono riformare l’Ue per farla funzionare meglio. Ho sempre sostenuto che il voto all’unanimità in alcune aree chiave semplicemente non ha più senso se vogliamo essere in grado di muoverci più velocemente".

Con la prospettiva di avviare le discussioni sul tema già nel prossimo Consiglio europeo di giugno, tuttavia, un gruppo di 13 Paesi Ue (Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Lituania, Lettonia, Malta, Polonia, Romania, Svezia e Slovenia) ha sottoscritto un non-paper (documento informale) e si è schierato contro la revisione dei Trattati, affermando: “Sarebbe sconsiderato e prematuro”.

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