Idee per una gita

L'abbazia tra cielo e terra che ha ispirato Umberto Eco per "Il nome della rosa"

Un imponente complesso architettonico che ha ammaliato il celebre scrittore al punto tale da riproporlo nel suo romanzo più famoso

L'abbazia tra cielo e terra che ha ispirato Umberto Eco per "Il nome della rosa"
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Un imponente complesso architettonico arroccato, tra cielo e terra, sulla vetta di un monte. Uno scenario monastico misterioso e a tratti tetro che è stato di grande ispirazione per lo scrittore Umberto Eco nella realizzazione del suo più celebre romanzo. Qualora aveste la curiosità di vedere da vicino i luoghi in cui è stato ambientato "Il nome della rosa", come metà ideale per una gita nel weekend, la Sacra di San Michele è decisamente ciò che fa al caso vostro.

L'abbazia che ha ispirato Umberto Eco per "Il nome della rosa"

"Il nome della rosa" è sicuramente uno il romanzo più conosciuto e rinomato che è stato realizzato dalla mirabile penna di Umberto Eco. Uno scritto giallo deduttivo che però mescola altri generi letterari come quello storico, narrativo e filosofico. Il romanzo ha come protagonisti il frate francescano Guglielmo di Baskerville e il suo allievo Adso da Melk (voce narrante) che, giunti in un monastero benedettino sperduto sui monti dell'Appennino toscano, da Pisa verso i cammini di San Giacomo, si ritrovano a dover risolvere gli intricati enigmi che riguardano la misteriosa morte di diversi monaci.

Una narrazione che, come detto, è ambientata nel 1327 all'interno di un'abbazia benedettina, isolata in mezzo alle montagne, un luogo sacro in cui la vita è scandita dai ritmi della vita monastica. La popolarità del romanzo di Umberto Eco, negli anni, ha poi portato alla realizzazione di un omonimo film nel 1986, diretto da Jean-Jacques Annaud e con Sean Connery, e di un'omonima miniserie televisiva del 2019, diretta da Giacomo Battiato con John Turturro. In entrambe le trasposizioni è possibile avere una visione dei luoghi scenografici tipici de "Il nome della rosa".

Eppure Umberto Eco, per definire con accuratezza i contorni dell'ambientazione del suo romanzo, si è lasciato liberamente ispirare da una specifica abbazia, la cui struttura è richiamata in lungo e in largo tra le pieghe della narrazione. Si tratta della Sacra di San Michele, un complesso architettonico arroccato tra le montagne piemontesi.

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La Sacra di San Michele

La Sacra di San Michele, o più propriamente abbazia di San Michele della Chiusa, localmente chiamata anche Sagra di San Michele, è un complesso architettonico situato sulla vetta del monte Pirchiriano, all'imbocco della val di Susa, nella Città metropolitana di Torino, in Piemonte, nei territori dei comuni di Sant'Ambrogio di Torino e di Chiusa di San Michele, poco sopra la borgata San Pietro.

Collocata su un imponente basamento di 26 metri a 960 metri di altitudine, affacciandosi dalla cima del monte Pirchiriano sul confine fra le Alpi Cozie e la Pianura Padana, è il monumento simbolo del Piemonte e una delle più eminenti architetture religiose di questo territorio alpino, appartenente alla diocesi di Susa, prima tappa in territorio italiano della via Francigena.

Breve cenno storico

I primi insediamenti sul monte Pirchiriano hanno riguardato prima i Liguri e i Celti, poi i Romani e i Longobardi, con quest'ultimi che, per questioni di difesa, innalzarono le prime muraglie e torri. Sul finire del X secolo San Giovanni Vincenzo, un discepolo di San Romualdo, inizia quassù la vita eremitica. Alle soglie dell’anno mille irrompe, in quest’eremo di Giovanni Vincenzo, un personaggio che cerca redenzione da un discutibile passato: è il conte Ugo (Ugone) di Montboissier, recatosi a Roma per chiedere indulgenza al Papa.

Questi, a titolo di penitenza, gli concede di scegliere fra un esilio di 7 anni e l’impresa di costruire un’abbazia. Siamo alla fine del 900 quando inizia l’edificazione del monastero, affidato poi a cinque monaci benedettini. Tramite l’iniziativa di Ugo di Montboissier e il sistematico reclutamento di abati e monaci in Alvernia, sul Pirchiriano si sviluppa un punto di sosta per pellegrini di alto livello sociale, quasi un centro culturale internazionale. Ottenuta presto l’autonomia e l’indipendenza dall’autorità temporale e da quella del vescovo, l’abbazia, grazie a un’ampia e intensa ospitalità, può favorire gli scambi non solo di ordine pratico ma di profondo significato spirituale, che contribuiscono a creare il patrimonio comune di una grande civiltà religiosa.

Dopo lo splendore in epoca benedettina, la Sacra resta quasi abbandonata per due secoli. Nel 1836 Re Carlo Alberto di Savoia, desideroso di far risorgere il monumento che era stato l’onore della Chiesa piemontese e del suo casato, pensò di collocarvi, stabile, una congregazione religiosa. Offre l’opera ad Antonio Rosmini, giovane fondatore dell’Istituto della Carità, che la accetta, trovandola conforme allo spirito della sua congregazione.

I Padri Rosminiani restano alla Sacra anche dopo la legge dell’incameramento dei beni ecclesiastici del 1867 che spogliava la comunità religiosa dei pochi averi necessari per un dignitoso sostentamento e un minimo di manutenzione all’edificio. Essi vi sono tuttora, mentre le mura sacrensi echeggiano d’un insolito fervore di iniziative, favorito dalla visita del Santo Padre Giovanni Paolo II (14/7/1991), promosso e confortato dalla presenza dei collaboratori e di tanti volontari, sostenuto da enti pubblici e privati, soprattutto dalla Regione, dopo che la legge speciale del 21 dicembre 1994 ha riconosciuto la Sacra come "Monumento simbolo del Piemonte".

La storia attuale della Sacra di San Michele vede negli ultimi anni un’attenzione speciale, generosa e incoraggiante, da parte di enti pubblici e privati. Da sempre le Sovrintendenze svolgono un’azione finalizzata alla tutela e alla valorizzazione del monumento: lo fanno con studi mirati, sollecitando e garantendo gli indispensabili interventi di restauro da parte degli organi statali competenti.

Cosa vedere alla Sacra di San Michele

Tantissimi sono i luoghi da poter visitare all'interno della Sacra di San Michele:

  • Il Sepolcro dei Monaci: è così chiamato perché ritenuto una cappella cimiteriale, ma appare più realistica oggi l’ipotesi che vede in questa cappella, a forma ottagonale, la riproduzione del Santo Sepolcro, quasi un anticipo ai pellegrini del Sepolcro di Gerusalemme.
  • Le foresterie (situate in due edifici appositi): veri e propri ospizi staccati dal monastero. Durante il periodo medievale la Foresteria Grande era quindi la zona dell’hospitale destinata ai pellegrini e agli ospiti.

  • L'ingresso dell'abbazia e la statua di San Michele: Il massiccio della facciata (41 metri di altezza) che dal 24 settembre 2005 ospita la statua di San Michele Arcangelo creata dallo scultore Paul dë Doss-Moroder, artista altoatesino, le cui opere più importanti si trovano in Italia, in Germania e in America.

  • Lo scalone dei morti e il portale dello zodiaco: un “atrio” che fu un tempo assai sfruttato per la sepoltura di uomini illustri, abati e benemeriti del monastero, alla cui sommità si attraversa il Portale dello Zodiaco (1128-30), opera romanica scolpita dal Maestro Nicolao, famoso architetto-scultore piacentino. È così denominato perché gli stipiti nella loro facciata rivolta verso lo scalone sono scolpiti a destra con i dodici segni zodiacali e a sinistra con le costellazioni australi e boreali.
  • La chiesa e le opere pittoriche: Il Santuario romanico-gotico che accoglie oggi il visitatore alla sommità del monte Pirchiriano. All’interno della chiesa sono presenti imponenti colonne, numerose colonnette, lesene e spigoli. Il tutto coronato da suggestivi e simbolici capitelli: se ne contano 139. Diverse sono anche le importanti opere pittoriche presenti alla Sacra di San Michele, di derivazione religiosa e in cui sono raffigurati La Madonna, Gesù e San Michele arcangelo in diversi momenti, dall’Assunzione, alla Deposizione di Gesù, alla Natività.

  • Antiche sale di Casa Savoia: L’ottocento ha visto un interesse e un’attenzione particolare della Casa Savoia nei confronti della Sacra, individuata come luogo simbolico ma anche di valore diplomatico e politico. La riproduzione di antiche sale di Casa Savoia all’interno dell’Abbazia sono il prodotto di tale attenzione e si riscontrano nella sistemazione di locali di soggiorno, ricevimento e rappresentanza con decori e arredi d’epoca, la Sala a righe e la Sala Carlo Alberto nel Monastero Vecchio, e nell’allestimento di un appartamento reale, con terrazzo panoramico poggiato sulle mura del Monastero Nuovo.

  • La biblioteca: L’attuale biblioteca della Sacra di San Michele nasce solo nell’ottobre del 1836, con l’arrivo sul Monte Pirchiriano dei Padri Rosminiani. Fu lo stesso Rosmini, due giorni dopo l’arrivo dei primi religiosi, a inviare una lettera da Stresa con l’elenco dei libri da acquistare. Inizialmente conteneva circa 300 tomi dei secoli XVII e XVIII e, con il tempo, vi si è accumulato un patrimonio importante di testi, fino ad arrivare al numero di circa 10.000 volumi tutti riordinati e schedati, secondo il sistema della Biblioteca Vaticana, dal paziente e costante lavoro di un gruppo di Volontari.

Come arrivare e orari di apertura

La Sacra di San Michele si trova in via alla Sacra 14 a Sant'Ambrogio di Torino (To) ed è raggiungibile in macchina o bus, in treno o a piedi.

  • Autostrada A32 Torino-Bardonecchia direzione Frejus. Uscita Avigliana Centro: Alla rotatoria, seguire le indicazioni per Giaveno/Sacra di San Michele e imboccare le gallerie. All’uscita dalle gallerie, alla rotatoria, prendere la prima uscita e proseguire per Laghi di Avigliana/Giaveno. Alla rotatoria prendere la seconda uscita per Giaveno, quindi seguire le indicazioni per Sacra di San Michele. Parcheggiare al Piazzale Croce Nera e proseguire a piedi per 800 mt (circa 15 minuti a piedi). Il parcheggio comunale situato al Piazzale Croce Nera è a pagamento per Auto e Bus. Tariffe bus: € 15/h. Tariffa auto: € 2.50 la prima ora e € 2.00 le ore successive.
  • Servizio combinato Treno + Bus: Torino Porta Nuova – Avigliana FS – Sacra San Michele (in vigore dal 01/04 al 31/10 – sabato, domenica e festivi). Tempo di percorrenza: 1h 10min/ 1h 40min. Partenza in treno da Torino Porta Nuova: orari su Trenitalia.com. Cambio su bus ad Avigliana FS (Piazzetta De André): ore 9.00, 10.00, 14.00, 16.00, 18.00. Partenza bus dalla Sacra di San Michele: ore 9.30, 10.30, 14.30, 16.30, 18.30. Costo del biglietto combinato treno+bus: € 5,40 corsa singola. Il biglietto è acquistabile su Trenitalia.com inserendo come stazione di origine o destinazione “Sacra San Michele”.
  • Bus Avigliana FS – Sacra San Michele (in vigore dal 01/04 al 31/10 – sabato, domenica e festivi): Tempo di percorrenza: 30 minuti. Partenza da Avigliana FS (Piazzetta De André): ore 9.00, 10.00, 14.00, 16.00, 18.00. Fermate: Avigliana p.zza del Popolo, Avigliana Loc. Paschè, Avigliana Santuario dei Laghi, Avigliana Ufficio Turistico, Avigliana Villaggio Primavera, Avigliana Certosa 1515, Sacra di San Michele. Partenza dalla Sacra di San Michele: ore 9.30, 10.30, 14.30, 16.30, 18.30. Fermate: Colle Braida, Valgioie, Giaveno Piazzale Rosaz, Avigliana Ufficio Turistico, Avigliana Santuario dei Laghi, Avigliana Loc. Paschè, Avigliana p.zza del Popolo, Avigliana FS. Costo del biglietto: € 2,20 corsa singola. Il biglietto è acquistabile direttamente sul bus.
  • Bus diretto Torino – Sacra San Michele (in vigore dal 13/03 – solo la Domenica): Durata A/R: 5 ore. Partenza da Torino p.zza Solferino: ore 9.00 Costo del biglietto: € 28 A/R.

Orario invernale della Sacra di San Michele (da novembre a febbraio):

  • Lunedì - Sabato: continuato 9.30-16.30
  • Domenica: continuato 10.30-16.30

Orario estivo (da marzo a ottobre):

  • Lunedì - Sabato: continuato 9.30-17.30
  • Domenica: continuato 10.30-17.30

I biglietti per l'ingresso (individuale o con visita guidata) sono acquistabili sul sito della Sacra di San Michele. Per maggiori informazioni contattare il numero +39 011939130 o l'indirizzo e-mail info@sacradisanmichele.com.

Questa è solo una delle tante belle notizie che puoi trovare nella nostra sezione Idee per una gita.

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