La partita tra i ragazzini finisce 30-0: è giusto segnare valanghe di gol o è meglio fermarsi?
A Empoli una partita tra Giovanissimi finisce con un punteggio astronomico. E puntuale torna il dibattito sulla questione
Non è certo la prima volta che capita e di sicuro non sarà neppure l'ultima. Fatto sta che ogni volta fa notizia, e ci si divide tra coloro che ritengono sia giusto così e altri che pensano si debba fare diversamente. A Empoli una partita del campionato di calcio Giovanissimi, che ha visto opposte il Limite (vincitore) e la Cerretese è finita 30-0.
La partita tra i ragazzini finisce 30-0
A raccontare l'episodio alle colonne del Tirreno è l'allenatore della squadra sconfitta, che a fine partita ha dovuto rincuorare i suoi ragazzi. Perché un conto è perdere una partita, un altro è prendere 30 gol...
Ma non si tratta neppure della prima volta. Sempre nello stesso girone, raccontano le cronache locali, ci sono stati già quest'anno punteggi quantomeno eclatanti: 18-1, 13-0 e via dicendo.
Come funzionano i campionati giovanili e perché una partita può finire 30-0
Ma come è possibile che si mettano nello stesso girone squadre di un livello così differente? La fase provinciale dei campionati è gestita con sorteggio, in modo del tutto eterogeneo, poi da gennaio si formano nuovi gironi in base al merito. Dunque può capitare che una squadra di livello come il Limite (che fa parte della galassia Juventus Academy) incontri una realtà molto più piccola per bacino d'utenza come la Cerretese.
Dibattito aperto: giusto segnare valanghe di gol o meglio fermarsi?
L'accaduto riapre un dibattito che da sempre c'è nel calcio (anche dei professionisti): quando una squadra è nettamente superiore cosa deve fare? E' giusto infierire sull'avversario o è meglio fermarsi? E' più umiliante perdere 30-0 oppure vedere l'avversario che fa "melina" tutto il tempo senza farti prendere la palla per non infierire?
Un dibattito che si accende ogni volta che - anche a livello professionistico - si vedono partite dai risultati squilibrati. Succede anche tra i professionisti: non è così raro vedere una partita di serie A che finisce 6/7-o (è successo pure in Champions League, per dire...).
Difficile dire quale sia la strada giusta. Nelle categorie più giovani (Esordienti e Pulcini) la Federazione ha fatto una scelta diversa: tre tempi di gioco, che valgono ciascuno un punto, di modo che al massimo a referto la partita possa finire al massimo 3-0. Ma anche su questo ci sono scuole di pensiero diverse: può davvero una sconfitta (o una serie di sconfitte) clamorosa far perdere a un ragazzino l'amore per il calcio (o lo sport in generale, dato che anche nella pallacanestro si vedono partite giovanili finire 100 a 2)? Bisognerebbe chiederlo a chi era ragazzino una ventina di anni fa, quando non c'erano tutte queste "remore" e la squadra più forte vinceva magari 20 o 25 a zero. Costoro hanno continuato a giocare? Questi risultati hanno impedito loro di crescere?