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La Fifa esclude la Russia dai Mondiali di calcio

Il precedente della Jugoslavia, che nel 1992 fu estromessa a pochi giorni dall'inizio degli Europei.

La Fifa esclude la Russia dai Mondiali di calcio
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Il 24 marzo 2022 sono in programma le prime partite degli spareggi per i Mondiali di calcio che si svolgeranno a fine 2022 in Qatar. Ma la Russia non giocherà. La decisione è arrivata pochi minuti fa dopo giorni di polemiche. La Polonia, che dovrebbe giocare la semifinale con i russi aveva infatti annunciato di non aver alcuna intenzione di scendere in campo. E così avevano fatto anche Svezia e Repubblica Ceca, che si affronteranno nell'altra semifinale. La Fifa in mattinata aveva provato una mossa disperata, che però non aveva convinto.

Calcio: la Russia esclusa dai Mondiali

In giornata il Cio aveva invitato ogni Federazione a riconsiderare la posizione di Russia e Bielorussia e dei loro atleti. La Fifa, però, aveva scelto la linea morbida, proponendo di far disputare le gare in campo neutro, senza tifosi, inno e bandiera, e con un altro nome. Ma la Polonia  si era opposta:

"Non siamo interessati a partecipare a questa partita. La nazionale polacca  non giocherà contro la Russia, indipendentemente dal nome della squadra", hanno detto dalla Federazione polacca.

I tempi sono ora strettissimi ed è improbabile che la situazione si sistemi entro il 24 marzo. La Russia sarà dunque esclusa dai Campionati del mondo di Qatar 2022.

La comunicazione è arrivata in una nota congiunta con la Uefa, che ha sospeso i club russi da tutte le competizioni internazionali.

Le parole dei giocatori polacchi

Il presidente della federazione polacca Cezary Kulesza su Twitter ha spiegato che "questa è l'unica decisione corretta". Una decisione appoggiata anche dai giocatori, a partire dal capitano, il bomber del Bayern Monaco Robert Lewandowski:

"È la decisione giusta! Non riesco a immaginare di giocare una partita con la nazionale russa mentre l'aggressione armata dell'Ucraina continua. I calciatori e i tifosi russi non sono responsabili per tutto questo, ma non possiamo fingere che non stia succedendo nulla".

Anche il portiere della Juventus Wojciech Szczesny, tra i primi a dire "no" alla partita con i russi, anche per una motivazione molto personale.

"Mia moglie è nata in Ucraina, nelle vene di mio figlio scorre sangue ucraino, parte della nostra famiglia è ancora in Ucraina. Vedere la sofferenza sui loro volti e la paura per il loro paese mi fa capire che non posso stare fermo e fingere che non sia successo niente. Nel momento in cui Putin ha deciso di invadere l'Ucraina ha dichiarato guerra non solo all'Ucraina ma anche a tutti i valori che l'Europa rappresenta. Libertà, Indipendenza ma soprattutto Pace. Il 24 marzo avremmo dovuto giocare contro la Russia in una partita di spareggio per la Coppa del Mondo 2022 in Qatar. E anche se il mio cuore si spezza mentre scrivo, la mia coscienza non mi permette di giocare. Rappresentare il proprio paese è il più grande onore nella carriera di un calciatore, ma è pur sempre una scelta. Mi rifiuto di giocare contro giocatori che scelgono di rappresentare i valori ei principi della Russia! Mi rifiuto di stare in campo, indossando i colori del mio paese e ascoltando l'inno nazionale russo! Mi rifiuto di prendere parte a un evento sportivo che legittima le azioni del governo russo. So che il mio impatto potrebbe essere solo simbolico, ma invito Fifa e Uefa ad agire".

 

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La richiesta della Francia e il precedente della Jugoslavia

Ad aggiungersi al fronte di chi ha chiesto l'esclusione della Russia c'è poi anche la Francia. Il presidente della Federazione transalpina Noel Le Graet in un'intervista a Le Parisien ha usato parole nette:

 "Il mondo dello sport, e in particolare del calcio, non può rimanere neutrale. Di certo non mi opporrò all'esclusione della Russia".

Peraltro c'è un precedente in Europa. Era l'1 giugno 1992 quando la Jugoslavia, allora in guerra, fu esclusa dall'Europeo che si sarebbe giocato pochi giorni dopo in Svezia. Una squadra eccezionale quella slava, che avrebbe potuto probabilmente vincere quella competizione (tra i tanti campioni vale la pena di citare Savicevic, Stojkovic, Boban, Prosnecki, Suker, Mihajlovic), ma che rimase a casa. A pochi giorni dal fischio d'inizio fu ripescata la Danimarca, che in fretta e furia si organizzò per disputare l'Europeo, realizzando una delle più grandi imprese della storia calcistica: a vincere la coppa furono proprio i danesi.

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