Maturità 2023

"Intervista con la storia" di Oriana Fallaci: testo e temi

Anche il classico del giornalismo tra le tracce della prima prova dell'esame di Maturità 2023

"Intervista con la storia" di Oriana Fallaci: testo e temi
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C'è anche Oriana Fallaci tra le tracce della prima prova della Maturità 2023. I maturandi sono invitati a commentare il suo testo "Intervista con la storia", pubblicato nel 1974.

"Intervista con la storia" di Oriana Fallaci alla Maturità 2023

Pubblicato nel 1974, “Intervista con la storia” rappresenta un classico del giornalismo e di una delle figure più amate e discusse dell'intero panorama italiano.

Il libro interviste a figure che hanno segnato il corso del secondo Novecento, da Henry Kissinger a Indira Gandhi, da Arafat a Hussein di Giordania e  Giulio Andreotti.

Il libro ha suscitato un grande interesse e dibattito, sia per il contenuto delle interviste che per lo stile forte e diretto che ha sempre contraddistinto Oriana Fallaci.

Ecco il testo del brano prodotto per la prima traccia della Maturità 2023:

La storia è fatta da tutti o da pochi? Dipende da leggi universali o da alcuni individui e basta?
È un vecchio dilemma, lo so, che nessuno ha risolto e nessuno risolverà mai. È anche una vecchia trappola in cui cadere è pericolosissimo perché ogni risposta porta in sé la sua contraddizione. Non a caso molti rispondono col compromesso e sostengono che la storia è fatta da tutti e da pochi, che i pochi emergono fino al comando perché nascono al momento giusto e sanno interpretarlo. Forse. Ma chi non si illude sulla tragedia assurda della vita è portato piuttosto a seguire Pascal quando dice che, se il naso di Cleopatra fosse stato più corto, l’intera faccia della Terra sarebbe cambiata; è portato piuttosto a temere ciò che temeva Bertrand Russell quando scriveva: «Lascia perdere, quel che accade nel mondo non dipende da te. Dipende dal signor Krusciov, dal signor Mao Tse-tung, dal signor Foster Dulles.

Se loro dicono “morite” noi morremo, se loro dicono “vivete” noi vivremo». Non riesco a dargli torto. Non riesco a escludere insomma che la nostra esistenza sia decisa da pochi, dai bei sogni o dai capricci di pochi, dall’iniziativa o dall’arbitrio di pochi. Quei pochi che attraverso le idee, le scoperte, le rivoluzioni, le guerre, addirittura un semplice gesto, l’uccisione di un tiranno, cambiano il corso delle cose e il destino della maggioranza.

Certo è un’ipotesi atroce. È un pensiero che offende perché, in tal caso, noi che diventiamo? Greggi impotenti nelle mani di un pastore ora nobile ora infame? Materiale di contorno, foglie trascinate dal vento?”.

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