Niente manovra correttiva

Via libera al Def e Giorgetti se la prende ancora col Superbonus. Dove sono finiti tutti questi soldi, chi ci ha guadagnato?

Gli altri fronti, crescita in rallentamento e buone notizie sull'occupazioni, ma Azione e il Pd non ci stanno e lanciano bordate di critiche

Via libera al Def e Giorgetti se la prende ancora col Superbonus. Dove sono finiti tutti questi soldi, chi ci ha guadagnato?
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Via libera dal Consiglio dei Ministri al Def, il Documento di economia e finanza, ma con i fantasmi e le ombre ancora del Superbonus anche se non ci sarà una manovra correttiva.

Nel presentare il documento dopo l'approvazione, il ministro dell'Economia e Finanze Giancarlo Giorgetti non ci ha girato molto attorno e ha commentato secco:

"Il Superbonus è stato un disastro. Il debito pubblico è condizionato dai riflessi nei prossimi anni".

Superbonus, crescita, occupazione: le previsioni

Lo sguardo del ministro e del Governo sembrerebbe allora rivolto al 2026 quando nelle previsioni di tecnici e funzionari del Ministero il debito dovrebbe iniziare a scendere.

Con la crescita in rallentamento, Giorgetti nel frattempo ha evidenziato come l'obiettivo politico perla prossima legge di bilancio sia replicare il taglio del cuneo anche nel 2025.

A far da contraltare ai riflessi del Superbonus, dal documento sono invece arrivate buone indicazioni riguardo l'occupazione.

Le previsioni sul tasso di disoccupazione sono infatti in costante diminuzione.

Def addio, arriva il Piano fiscale

Tra l'altro, il Documento di economia e finanza presentato ieri sarà di fatto l'ultimo perché in base alla riforma della governance economica europea verrà introdotto un nuovo documento, il Piano fiscale strutturale di medio periodo.

Il Piano dovrà essere approvato entro il 20 settembre e dovrà indicare gli obiettivi programmatici di legislatura.

L'economia in Italia tra previsioni, programmi e numeri

Il Def come già era stato annunciato dal ministro riporta solo stime tendenziali e non programmatiche.

Tanto che qualcuno (come riferiamo sotto, ha parlato di "Def dimezzato").

Ecco allora la previsione della crescita dell'1% per il Pil (invece dell'1,2% previsto a settembre e dopo lo 0,9% del 2023).

Il deficit si attesterà al 4,3% del Pil (stessa previsione che era stata elaborata in autunno) e il debito pubblico al 137,8% del Pil, a fronte del 140,1% indicato alla fine dell'estate.

Nel 2025 il pil crescerà dell'1,2% (la stima precedente era dell'1,4) e nel 2026 dell'1,1% (era all'1%).

Il nodo del debito

Nei prossimi anni la previsione è di un indebitamento netto che si ridurrà al 3,7% nel 2025, al 3% nel 2026 e al 2,2% nel 2027.

Come dalle esternazioni del ministro, resta però aperta la questione, critica, del debito pubblico.

Nel 2023 era passato dal 140 al 137,3% del Pil complici gli effetti dell'inflazione. Nell'anno corrente salirà solo di mezzo punto per poi aumentare al 138,9% nel 2025 e al 139,8% nel 2026.

I tre punti "guadagnati" nel 2023, verranno così quasi completamente "recuperati".

Il nuovo attacco al Superbonus: "Impatto devastante"

Tanto che Giorgetti ha di nuovo sbottato contro il Superbonus attaccando pesantemente la misura tanto cara al Movimento 5 Stelle e tutto sommato "difesa" (nell'attuale maggioranza di Governo) anche da Forza Italia.

"L'impatto del Superbonus è devastante. L'andamento del debito è pesantemente condizionato dai riflessi per cassa dal pagamento dei crediti fiscali dei bonus nei prossimi anni. Questa enorme massa di 219 miliardi di crediti edilizi, dei quali oltre 122 relativi al solo Superbonus, scenderanno in forma di compensazione nei prossimi anni e diventeranno a tutti gli effetti debito pubblico, anche ai fini contabili".

Del resto, come si ricorderà già nel precedente Governo guidato da Mario Draghi l'allora premier aveva bocciato pesantemente gli incentivi delle ristrutturazioni edilizie al 110% parlando apertamente di "mercato drogato".

Ecco allora che come già accaduto in passato, non senza sorprese (anche con conseguenze giudiziarie) una domanda ritorna come un tarlo nella testa: dove sono finiti tutti questi soldi? Chi ci ha guadagnato?

Gli esempi di un sistema distorto

Basti pensare che si stima che più del dieci per cento di questi soldi, siano finiti maldestramente nelle tasche di chi se ne è approfittato.

L'ultimo caso di frode, come raccontato da Tv7 è stato scoperto dalla Guardia di Finanza di Rovigo, che ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati di nove persone, sette delle quali residenti nel Polesine.

Per loro il pm ha ora chiesto il rinvio a giudizio con l'accusa di frode, false attestazioni e riciclaggio.

I finanzieri hanno accertato che il gruppo avrebbe frodato lo Stato per circa 2 milioni di euro, ricavando bonus edilizi e superbonus per lavori di ristrutturazione mai eseguiti, attraverso una società con sede legale e Polesella che aveva poi ceduto il credito a Poste Italiane. Come raccontato anche da Prima Rovigo l'indagine ha permesso di smantellare quella che dagli inquirenti è stata definita una vera e propria "banda del bonus facciate".

Le reazioni

Come accennato, più di qualcuno ha parlato di "Def dimezzato".

Come ad esempio Carlo Calenda di Azione:

Carlo Calenda

"La mancanza del quadro programmatico è legato alle elezioni europee e al problema di trovare le risorse per confermare i tagli delle tasse una tantum. Non è serio, non ha precedenti ed è vergognoso. Abbiamo sempre riconosciuto l'impatto dello sciagurato superbonus, ma qui non ci sono giustificazioni per uno scempio istituzionale a fini elettorali".

Critiche anche dal Pd attraverso Antonio Misiani, responsabile Economico dei dem:

"Questo Def è inutile, un preludio a un altro aumento di tasse. I pochi numeri che filtrano confermano l'impressione che Meloni e Giorgetti non sanno che pesci pigliare e tengono nascoste le loro carte per passare indenni le elezioni europee".

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