TORMENTONE EDILIZIO

Stop al Superbonus 110: Draghi vuole smantellarlo, Conte dice no

E' di nuovo bagarre sul provvedimento legato alle ristrutturazioni. A Strasburgo dal presidente del Consiglio bocciatura forse definitiva.

Stop al Superbonus 110: Draghi vuole smantellarlo, Conte dice no
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Stop al Superbonus 110? Draghi è pronto a mandare in pensione il Superbonus e ora scricchiola il "matrimonio" tra il premier e il Movimento 5 Stelle. In soldoni, la tenuta del Governo è fortemente a rischio. Per l'ennesima volta.

Uno scenario tutto da scrivere e definire, perché dopo le tante "avvisaglie" (il presidente del Consiglio aveva più volte manifestato dubbi sul Superbonus durante la stesura della manovra di bilancio) ora sul provvedimento sulle agevolazioni per le ristrutturazioni edilizie sembra davvero poter calare il sipario.

Draghi: stop al  Superbonus 110, di nuovo burrasca in maggioranza

Il "De profundis" sul provvedimento che, insieme al reddito di cittadinanza, è uno dei "biglietti da visita elettorali" del Movimento 5 Stelle, è arrivato durante l'assemblea plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo:

"Il nostro è nato come un Governo ecologico, fa del clima e della transizione digitale i suoi pilastri più importanti. Ma non siamo d'accordo su tutto, sul Superbonus 110% non lo siamo, perché il costo di efficientamento è più che triplicato e il prezzo degli investimenti per attuare le ristrutturazioni sono triplicati, perché toglie la trattativa sul prezzo"

Un'uscita che evidentemente non poteva non far saltare dalla sedia gli esponenti pentastellati già alle prese anche in questi ultimissimi giorni con le richieste di Lega e Fratelli d'Italia di mettere in un cassetto anche il reddito di cittadinanza.


Le reazioni M5S: commissione Industria gelo col premier

La reazione "istituzionale" del Movimento 5 Stelle alle parole del premier è arrivata attraverso una nota dai rappresentanti pentastellati in Commissione Industria al Senato. Nella fattispecie, si tratta di un documento, non certo dai toni concilianti e diplomatici (anzi) firmato da Gianni Girotto, Cristiano Anastasi, Marco Croatti, Gabriele Lanzi e Sergio Vaccaro.

"E' stata gettata una volta per tutte la maschera: forse alla base dei continui paletti normativi e della ossessiva smania dell'esecutivo di voler limitare la circolazione dei crediti fiscali, c'è proprio questa insofferenza del presidente del Consiglio nei confronti del provvedimento".

Ma non solo, anche Riccardo Fraccaro è andato all'attacco del presidente del Consiglio chiedendogli di non boicottare il provvedimento che, secondo il M5S, avrebbe contribuito a quel rilancio del Paese stimato al 6% che spesso Draghi cita durante le ormai consuete conferenze stampa del Governo al termine del Consiglio dei Ministri:

Che succederà al Governo?

Ma quella di Draghi di queste ore con il Movimento 5 Stelle non è l'unica "grana" che il premier si troverà ad affrontare. Anche sul fronte dei rapporti con la Lega il mare non è certo calmo.

A tenere banco c'è infatti la questione dell'invio delle armi all'Ucraina con la Lega e Salvini che in questi ultimi giorni spingono per "rimodulare" la strategia di invio di armi a Kiev e riprendere invece la via diplomatica con la Russia.

Una strada, quella della spesa per il riarmo che alcune settimane fa, in effetti era stata aspramente contestata proprio dal M5S.

Nel frattempo, Maurizio Lupi (Noi con l'Italia) plaude all'uscita del premier non senza ironia:

"Il premier ha ragione non al 100, ma al 110%. Quello che ne è uscito dal Superbonus è un mercato drogato dove paga la Stato, ma tutti sono in difficoltà".

 

 

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