ANALISI IN CHIAROSCURO

Il nuovo Parlamento: la ripartizione dei seggi alla Camera e al Senato

Ma dalle urne è emerso che il primo partito (con un eloquente 37%) è quello dell'astensione. Al sud punte anche del 50%.

Il nuovo Parlamento: la ripartizione dei seggi alla Camera e al Senato
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Verso il nuovo Parlamento, come sarà la composizione di Camera e Senato. Dopo la tornata elettorale, si delinea la composizione degli scranni di Montecitorio e Palazzo Madama.

Verso il nuovo Parlamento, il trionfo del Centrodestra

Le urne hanno ormai espresso quasi tutti i loro responsi. La coalizione di Centrodestra ha ottenuto il 44 per cento dei voti.

Trainata da Fratelli d'Italia (con il 26% dei voti è il primo partito), la coalizione non solo ha raggiunto, ma ha superato ampiamente la soglia che garantisce la maggioranza assoluta in Aula.

 La "fotografia" del voto: la "mappa" degli scranni

La maggioranza alla Camera è certificata da 201 deputati, al Senato da 101 seggi: il Centrodestra ha a Montecitorio 235 scranni e 112 a Palazzo Madama, contro 80 e 39 del Centrosinistra.

Alla camera M5S conquista 51 seggi e il Terzo polo 21, mentre al Senato Comnte porta a casa 28 scranni, mentre Calenda 9.

La prima convocazione delle nuove Camere del Parlamento è fissata per il 13 ottobre.

Il nodo dell'affluenza: primo partito quello dell'astensione

Un elettore su quattro che è andato a votare ha votato la Meloni. Ma fra gli aventi diritto al voto uno su tre non è andato proprio a votare.

Come già era accaduto per i referendum di questa estate, il nodo che più deve far riflettere la nostra politica è la disaffezione al voto.

Dai seggi elettorali è infatti emerso che il primo partito (con un eloquente 36%) è quello dell'astensione.

Alle 23 di domenica infatti è stato certificato che avevano risposto al diritto-dovere del voto il 64% degli italiani.

Un dato che attorno alle 19 era ancor più drammatico perché l'affluenza era attestata addirittura al 50% prima di una leggera risalita.

Un dato ancor più significativo (in negativo) se si pensa che nel 2018 l'affluenza alle Politiche era stata del 74%.

Il fenomeno dell'astensionismo dal 1946 a oggi

Nel 2013 l'astensionismo era attestato invece al 24,8%, nel 2008 al 21,9%, nel 2006 al 18,8%, nel 1992 al 12,65%, nel 1976 al 6,51%.

Nel 1946, dopo guerra e monarchia era vicino all'11%.

Le punte del 50% sono però rimaste anche nei conteggi definitivi al sud Italia.

In Campania e Calabria alle 19 avevano votato meno del 40% (in Calabria a lungo la percentuale era stata addirittura del 28%).

Poi entrambe sono "risalite" a poco più del 50%, male anche Puglia e Sardegna. Idem la Sicilia (con Palermo attestato al 54%, il 6% in meno rispetto alle precedenti elezioni e con un quartiere della città dove ha votato addirittura il 16%.).

Tengono Toscana ed Emilia Romagna, cala a sorpresa anche la Lombardia (di quattro punti percentuali), addirittura di 11 punti la Val d'Aosta.

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