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Se l'italia non accoglie i migranti salvati, Parigi e Berlino non assicureranno i ricollocamenti

La Francia chiede ai paesi mediterranei di garantire l'accesso ai porti delle navi delle ong.

Se l'italia non accoglie i migranti salvati, Parigi e Berlino non assicureranno i ricollocamenti
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Ancora partita aperta e dibattito a gamba tesa nello scacchiere europeo sul tema migranti.

Dopo i fatti di cronaca e le polemiche delle scorse settimane (le "tensioni" tra Roma e Parigi a seguito dello scontro con l’Italia sulla vicenda della Ocean Viking), l'ultimo aggiornamento in ordine di tempo arriva dalla Francia dopo le dichiarazioni del Ministro degli Interni, Gerald Darmanin.

Una presa di posizione che rischia di rimettere tutto in discussione nella collaborazione tra gli stati europei e riaprire il fronte delle polemiche, sia in politica interna che estera.

Francia e migranti, doccia gelata sull'Italia

Perché il ministro degli Interni francese arrivando al Consiglio straordinario dei ministri europei degli Interni a Bruxelles dedicato proprio all'immigrazione è stato decisamente eloquente:

"Se l'Italia non prende le navi e non accetta la legge del mare e del porto più sicuro non c'è motivo che i Paesi che fanno i ricollocamenti siano Francia e Germania, che sono quelli che accolgono le navi e sono gli stessi che accolgono direttamente i migranti dall'Africa e dall'Asia".

Un monito che rischia di creare dei contraccolpi perché gran parte della Commissione più o meno esplicitamente ieri sera in un momento conviviale più informale sembra aver sposato la posizione francese.

Migranti e Ong, la posizione dell'Europa

Come detto, dall'interno della Commissione sembra essere arrivato sostegno alla linea illustrata da Parigi.

Basti pensare al commento del vicepresidente Margaritis Schinas:

"Il diritto internazionale obbliga gli Stati membri responsabili della zona di ricerca e salvataggio nelle acque internazionali a fare il necessario, cioè salvare la vita delle persone, farle sbarcare nei loro porti e registrare il loro status".

E il vicepresidente ha anche rilanciato:

"L'attività delle Ong non può essere svolta in un clima da Far West".

La "diplomazia" italiana

Da parte sua, il nostro ministro dell'Interno Matteo Piantedosi non ha replicato l'uscita del collega d'Oltralpe, né tra i due c'è stato un incontro bilaterale a margine dei lavori della commissione, evitando così altre polemiche.

Il nostro titolare dell'Interno si è limitato a salutare e stringere la mano al collega commentando in maniera molto diplomatica:

"Non è vero che l’Italia non rispetta il diritto internazionale".

In attesa del Patto sulla migrazione, ok al Piano del Mediterraneo

Nel frattempo, in attesa di mettere nero su bianco a un provvedimento più articolato e corposo (il Patto sulla migrazione), l'Europa farà riferimento al Piano d’azione sul Mediterraneo Centrale.

Un documento in 20 punti che prevede il miglior coordinamento tra Stati e navi, accelerazione sul fronte delle ridistribuzioni, più contatti con i Paesi di origine e transito.

Soddisfatto Piantedosi:

"E' un documento che ribadisce ciò che l'Italia sta proponendo da tempo".

 

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