frizioni nella maggioranza

Salvini su Vannacci: "Siamo al ridicolo". Ma il provvedimento l'ha preso il Ministero della Difesa (e Crosetto sbotta)

Volano gli stracci tra il leader della Lega e il titolare della Difesa, fedelissimo a Meloni

Salvini su Vannacci: "Siamo al ridicolo". Ma il provvedimento l'ha preso il Ministero della Difesa (e Crosetto sbotta)
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Se la sconfitta elettorale in Sardegna ha creato evidenti frizioni nella maggioranza di Governo - tra la premier Giorgia Meloni e il vicepremier Matteo Salvini - la tensione, nelle scorse ore, si è nuovamente alzata intorno alla figura del generale Vannacci.

Il leader leghista non ha mai fatto mistero di accarezzare il desiderio di candidare l'autore de "Il mondo al contrario" fra le fila del Carroccio alle europee. Ma a "rompergli le uova nel paniere" sarebbe stato proprio un fedelissimo di Meloni: ovvero il titolare della difesa Guido Crosetto. E volano gli stracci.

Guido Crosetto

Salvini-Crosetto: alta tensione sul caso Vannacci

Oltre alle pesanti accuse scaturite dall'inchiesta per le spese a Mosca della procura militare, poi quella dei pm di piazzale Clodio per istigazione all'odio per le frasi contenute nel libro, sulla testa di Roberto Vannacci cade anche la tegola di undici mesi di sospensione dal servizio per il generale dell'Esercito, con dimezzamento dello stipendio e detrazione di anzianità.

Il generale Vannacci

Non proprio un biglietto da visita di prim'ordine per le europee.  Il provvedimento disciplinare è stato disposto proprio dal ministero della Difesa dopo una inchiesta svolta sulle affermazioni contenute nel libro, diventato una caso editoriale, "Il mondo al contrario".

Un provvedimento che ha scatenato la reazione stizzita di Matteo Salvini e un violento botta e risposta tra il leader della Lega, nonché ministro delle Infrastrutture, e il capo del dicastero della Difesa, Guido Crosetto.

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Matteo Salvini

Il botta e risposta

Il numero uno del Carroccio non ha usato giri di parole affermando che "siamo al ridicolo" con "una inchiesta al giorno: quanta paura fa il generale? Viva la libertà di pensiero e di parola, viva le Forze Armate e le Forze dell'Ordine".


Immediata la replica di Crosetto:

“Uscirà una nota della Difesa che spiega ai non pratici in materia che parliamo di procedimenti partiti mesi fa, che avvengono in modo automatico e che sono totalmente esterni dall’input dell’autorità politica perché partono da un’autorità tecnica. Una volta che tutte le informazioni saranno disponibili magari i commenti saranno più appropriati. Per quanto mi riguarda tra un po’ finirò le guance da porgere”.

L'inchiesta

L'inchiesta formale disciplinare, disposta dal ministro Crosetto lo scorso primo dicembre, si è conclusa il 15 febbraio e la sospensione è stata poi notificata il 27:

"Una relazione ha stabilito la fondatezza degli addebiti - spiegano da via XX settembre - ed è stata inviata al ministro che dopo un ulteriore vaglio del suo staff, basato su quanto stabilito dal quadro normativo, ha decretato la sanzione del militare". Sanzioni che, viene aggiunto, "non compromettono in alcun modo i diritti civili e politici del militare sanzionato, compresa l'eventuale candidatura per le consultazioni elettorali di qualsiasi tipo". Nel provvedimento si fa diretto riferimento alle circostanze che hanno portato il generale a pubblicare il volume. Una iniziativa che ha denotato, secondo la Difesa, "carenza del senso di responsabilità" e determinato una "lesione al principio di neutralità/terzietà della Forza armata" portando a "compromettere il prestigio e la reputazione dell'Amministrazione di appartenenza e ingenerando possibili effetti emulativi dirompenti e divisivi nell'ambito della compagine militare".

Il generale tira dritto affermando che continuerà ad "andare avanti e a rivendicare la libertà di espressione". Quanto alla possibile 'discesa in campo' nelle fila della Lega, invece, resta ancora vago e non scioglie la riserva.

Il provvedimento di sospensione, contro il quale Vannacci farà ricorso al Tar, finirà negli atti dell'indagine della Procura di Roma in cui il generale è indagato per istigazione all'odio razziale. Gli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore Erminio Amelio, acquisiranno anche il libro oggetto del procedimento. Sotto la lente degli investigatori sono finite una serie di affermazioni presenti nel libro autoprodotto e diventato, di fatto, un caso, con 200 mila copie vendute. Nelle denunce si fa riferimento ad alcuni passaggi del libro e in particolare quelli in cui Vannacci definisce "non normali" gli omosessuali o quando cita un episodio vissuto a Parigi in cui fa riferimento a persone di colore.

E poi c'è il nodo sulle sue presunte 'spese pazze' fatte quando era addetto militare italiano a Mosca. L'attività di indagine riguarda l'indennità di servizio per i familiari percepite illecitamente (perché moglie e figlie non sarebbero state a Mosca nel periodo considerato), una spesa di 9mila euro legata all'auto di servizio che non sarebbe stata autorizzata, rimborsi per l'organizzazione di eventi e cene che in realtà non si sarebbero svolti. Il periodo preso in esame dagli ispettori ministeriali è quello compreso tra il febbraio del 2021 ed il maggio del 2022.

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