"Salva Casa" dalla Camera il via libera al Decreto. Perché per Salvini è una "rivoluzione" e per l'opposizione un "condono"
Ora la parola passa al Senato per l'approvazione definitiva. E dopo Malpensa c'è ancora tensione con Milano e il sindaco Beppe Sala
"Salva Casa", dalla Camera ecco il primo via libera al decreto e Centrodestra (Salvini) e opposizione già se la litigano.
Il provvedimento ha avuto semaforo verde con 155 voti a favore, 79 no e 9 astenuti.
Decreto "Salva Casa", di cosa si tratta
Il provvedimento prevede sostanzialmente che vengano ampliati i casi di abitabilità degli immobili oltre a facilitare la sanatoria di una serie di irregolarità edilizie così come i cambi di destinazione d'uso.
E la parola passa ora al Senato per l'approvazione definitiva, che dovrà avvenire necessariamente entro il 28 luglio per la conversione in legge.
Decreto per la casa, esulta Salvini
Il via libera alla Camera ha avuto come primissima reazione il compiacimento del Ministro alle Infrastrutture, Matteo Salvini, promotore del decreto:
"E' una misura che vuole semplificare la vita a milioni di italiani, una rivoluzione liberale. Significa mettere in circolo migliaia di immobili e far scendere i prezzi".
E ancora, parlando in veste di leader di partito:
"E' una vittoria della Lega. Faciliteremo la vita a tantissimi italiani finora ostaggi della burocrazia. Dalle parole ai fatti".
Cosa prevede il provvedimento: i punti più discussi
Tra le norme più discusse del decreto c'è quella che permette ai monolocali di ottenere l'abitabilità con una superficie minima di 20 metri quadrati per una persona (ora sono 28) e di 28 per due persone (ora ne servono 38), mentre l'altezza minima concessa scende dai 2,7 ai 2,4 metri.
Ma non solo. Sarà poi più facile ottenere l'abitabilità anche per i sottotetti.
Sotto la lente c'è poi il superamento del regime di doppia conformità anche per le "variazioni essenziali" e per gli immobili con vincoli storici, artistici e ambientali (purché le difformità siano lievi), la sanatoria per i vincoli ante 2006, la semplificazione dei cambi di destinazione d'uso e l'ampliamento dei casi di tolleranza negli interventi realizzati entro il 24 maggio 2024.
Nel testo del decreto sono stati presi in considerazione anche porticati e tende bioclimatiche che rientrano tra le nuove categorie di interventi in edilizia libera.
"Salva Casa", lo scontro con Milano (con Beppe Sala)
Ciò che manca nel provvedimento è la cosiddetta norma salva-Milano, nella fattispecie sulle autorizzazioni edilizie per gli immobili nel mirino della procura per presunti abusi.
Da qui la decisione di stralciare questa parte, sull'urbanistica meneghina (un tormentone che si trascina da tempo) in Commissione.
Del resto, l'altro recente scontro tra Salvini e il sindaco di Milano Beppe Sala sull'intitolazione dell'aeroporto di Malpensa a Silvio Berlusconi non sta certo aiutando a trovare la quadra.
Tanto che proprio Salvini ha sbottato all'indirizzo del primo cittadino milanese:
"Ci riproviamo, l'abbiamo proposto in tante versioni ma mi portino qualcosa che va bene e io lo rifaccio. Per essere aiutati bisogna voler farsi aiutare, a Sala non va mai bene nulla. Ci mandi lui un testo".
Il decreto e la "questione Milano", cosa accadrà
La questione resta allora di fatto ancora aperta, anche se in molti confidano di trovare una soluzione.
Ad esempio, forse, attraverso un ordine del giorno alla conversione del decreto, presentato da Noi Moderati e sottoscritto da tutta la maggioranza.
Proprio il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi ha spiegato:
"E' un passo importante per affrontare e risolvere l'incertezza sull'interpretazione delle norme urbanistiche che ha creato una situazione di paralisi".
I commenti: i favorevoli e chi dice no
Il decreto ha avuto anche la "benedizione" ufficiale di Fratelli d'Italia, ma dall'opposizione in Parlamento si sono levati giudizi decisamente negativi sul provvedimento.
Da Anna Ascani, vicepresidente della Camera e deputata del Partito democratico è arrivata una bocciatura senza mezzi termini:
"Il fantomatico piano salva-casa altro non è se non uno spudorato schiaffo in faccia ai tanti italiani in condizioni di difficoltà economica. Degrado, abusi e condoni: lo stile dell'Esecutivo che si preoccupa dei furbetti e di chi specula".
Stroncatura anche da parte del Movimento 5 Stelle, attraverso le parole del vicecapogruppo alla Camera Agostino Santillo:
"FdI, Lega e Fi in Europa hanno tre posizioni diverse, ma quando ci sono da fare regali ad affaristi e speculatori l'unità di intenti la trovano sempre".
Bocciatura senza riserva anche dalle parole di Angelo Bonelli (Avs):
"Il decreto legalizza un condono edilizio sfrenato, consentendo la sanatoria di costruzioni abusive, incluse quelle in aree protette. E le norme sugli interventi in parziale difformità realizzati prima del 1977 spalancheranno le porte a una sanatoria che potrà coinvolgere oltre la metà del patrimonio edilizio privato".
In chiaroscuro il giudizio di Azione (che si è astenuta, anche se tempo fa Calenda era stato decisamente più duro) come emerso dall'intervento in Aula di Daniela Ruffino:
"Condividiamo alcuni punti, ma serviva più coraggio. Avremmo voluto che questo provvedimento prendesse in considerazione molti più elementi".