SORTE SEGNATA?

Reddito di cittadinanza, cosa cambia dopo le elezioni

L'ex premier Conte agita lo spettro della rivolta sociale, ma nel 2023, anche con la vittoria del Centrodestra, potrebbe non cambiare nulla.

Reddito di cittadinanza, cosa cambia dopo le elezioni
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Il Reddito di cittadinanza è da tempo al centro delle polemiche, e ovviamente non poteva non entrare nella campagna elettorale.  La misura di sostegno introdotta dal Governo gialloverde (Lega-M5S) non solo è diventata col tempo un vero e proprio tormentone, ma sarà accompagnata fino al 25 settembre, giorno delle elezioni Politiche, da un pesante punto interrogativo.

Viene infatti da chiedersi cosa succederà dal giorno dopo le elezioni (o meglio, da quando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella darà l'incarico per formare il Governo) al tanto discusso provvedimento targato Movimento  Cinque Stelle.

Reddito di cittadinanza: cosa succede dal 25 settembre

L'ex premier e ora presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, in Tv a "Zona Bianca" su Rete4 è stato categorico e anche funesto nelle previsioni:

"Abolire il reddito di cittadinanza significa rischiare una rivolta sociale, specie in questo periodo con i rincari delle bollette di gas e corrente. Evidentemente ai politici piace scherzare col fuoco".

Davanti alle telecamere del talk show di attualità e politica di Mediaset, Conte ha invece piuttosto evidenziato i punti di forza della misura di sostegno:

"Secondo l'Inps, abbiamo salvato un milione di famiglie dalla povertà. E si pensa di toglierlo? Proprio ora che i rincari rischiano di pesare per 700 euro al mese sugli italiani?".

Cosa vogliono fare i partiti

Ma davanti allo spauracchio agitato dall'ex presidente del Consiglio, sono in tanti a chiedersi cosa cambierà concretamente dopo l'appuntamento delle urne del 25 settembre.

Come detto, la più battagliera in questo senso è Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia. Gli ex An sono da sempre contrarissimi allo strumento del reddito di cittadinanza e non fanno mistero di volerlo abolire se FdI sarà alla guida del Paese.

Più in generale, tutti i partiti nei loro programmi (critici, seppur con sfaccettature diverse rispetto a FdI ci sono anche Lega e Forza Italia) prevedono considerazioni e prospettive per la misura di sostegno.

Ma che possa cambiare qualcosa già entro la fine dell'anno sembra però improbabile, ma in tanti vedono dura anche la scadenza al 2023. Ecco allora che si potrebbe cercare una soluzione orientata a trovare punti di convergenza.

Reddito di cittadinanza: chi è a favore

Come detto, il M5S è pronto a dar battaglia. I pentastellati vogliono confermare il sussidio, con particolare attenzione alle famiglie numerose, con disabili, ma con un occhio evidentemente anche a scongiurare truffe. Un capitolo delicato che spesso ha riempito le pagine di cronaca, portando alla stroncatura della misura da parte dell'opinione pubblica.

A favore dello strumento anche Europa Verde e Sinistra italiana, mentre +Europa vorrebbe rimodulare alcuni aspetti dello strumento per favorire l'inclusione e scongiurare truffe e privilegi. 

Il Partito democratico punta a ratificare il "decalogo" sul reddito di cittadinanza redatto con la supervisione del ministro del Lavoro, Andrea Orlando. In questo caso, i punti di maggior attenzione sono sulle famiglie numerose, con minori e sul periodo di residenza in Italia necessario per aver diritto al reddito (10 anni, i dem vorrebbero abbassare questa soglia).

Chi è contro

Ma le stroncature al reddito di cittadinanza non arrivano solo da Destra. Anche Carlo Calenda (Azione) e Matteo Renzi (Italia Viva) si sono espressi da tempo per cambiamenti radicali: su tutti, lo stop al sussidio già dopo il primo rifiuto di un'offerta di lavoro ragionevole.

E poi ancora, un limite di due anni per trovare lavoro a cui segue la riduzione di un terzo e la presa in carico dai servizi sociali.

Da Calenda è arrivata la proposta di coinvolgere anche le imprese private di consulenza e supporto al lavoro, mentre Renzi ha lanciato addirittura una raccolta firme per indire un referendum per  l'abolizione.

La posizione del Centrodestra

Sulle famiglie povere e numerose e soprattutto sulle persone che rischiano di "uscire" dal mercato del lavoro per questioni anagrafiche, si è invece concentrata Forza Italia, mentre la Lega vuole una totale rivisitazione dello strumento, meglio ancora se con il coinvolgimento dei Comuni.

Più in generale, nel documento programmatico del Centrodestra (dunque sottoscritto anche da Fratelli d'Italia), il reddito di cittadinanza viene liquidato senza troppi giri di parole:

"Sostituzione dell’attuale reddito di cittadinanza con misure più efficaci di inclusione sociale e di politiche attive di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro".

Ma come detto, da qui al 2023, e addirittura con il nuovo anno, anche con la vittoria del Centrodestra, le novità potrebbero non concretizzarsi in tempi brevi.

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