Corsa al Colle

Quirinale, il trucco del nome sulla scheda e lo spettro dei franchi tiratori (che spesso decidono il vincitore)

La storia in passato è piena di situazioni che hanno ribaltato i pronostici facendo vittime illustri. E potrebbe accadere anche stavolta...

Quirinale, il trucco del nome sulla scheda e lo spettro dei franchi tiratori (che spesso decidono il vincitore)
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Il voto per l'elezione del presidente della Repubblica è dietro l'angolo. Si inizia lunedì 24 gennaio 2022 alle 15, ma le incognite sono molte. Sull'elezione del nuovo "inquilino" del Quirinale che succederà a Sergio Mattarella aleggia lo spettro dei  franchi tiratori, nel gergo della politica quelle persone che al momento decisivo, appunto quello voto, si comportano come "schegge impazzite" non rispettando gli ordini di scuderia e le consegne di partito.

Quirinale, lo spettro dei "franchi tiratori"

E' successo in occasione dell'approvazione di leggi, di emendamenti, manovre di bilancio, di voti di fiducia ai Governi, di nomine.  E' accaduto naturalmente anche in occasione delle 12 elezioni parlamentari che hanno portato alla proclamazione di un nuovo presidente della Repubblica.

Lo spauracchio è che possa accadere la stessa cosa nei prossimi giorni quando il Parlamento, convocato in seduto comune, sarà chiamato a eleggere il 13° Capo dello Stato.

Ecco perché tutti, da destra a sinistra, prima ancora di impegnarsi nella partita di convergere verso un nome condiviso sono impegnati a guardarsi in casa propria, a studiare contromosse ai voti "fuori controllo".

Il "trucco" delle schede riconoscibili

E' una partita che interesserà non solo le ultimissime strategie degli ultimi giorni da qui al 24, ma riguarderà anche le modalità del voto in Aula che saranno ufficializzate a breve dal presidente della Camera, il pentastellato Roberto Fico.

Un esempio eclatante? La lettura dello spoglio potrebbe essere caratterizzata dalla lettura del solo cognome della persona votata. Un accorgimento non di poco conto, perché renderebbe praticamente impossibile "la conta dei voti" che in genere i partiti e le loro correnti riescono a misurare attraverso forme convenzionate di voto. C'è infatti chi ha "suggerito" in questi giorni al Cavaliere di chiedere ai partiti di centrodestra di votare in modo riconoscibile (esempio: "Silvio Berlusconi" per la Lega, "Berlusconi Silvio" per Fratelli d'Italia, "Berlusconi" per Forza Italia), di modo da capire da dove vengono eventuali "traditori".

Se invece passasse la linea del "solo cognome",  la semplice lettura del cognome Berlusconi renderebbe impossibile la conta.

Le modalità del voto

E' chiaro, si tratta di ragionamenti che trovano ampia accentuazione dalle modalità del voto, ovvero attraverso scrutinio segreto.

In una cabina, l'ormai leggendario catafalco (la cabina in legno e velluto bordeaux dentro la quale il grande elettore compilava la scheda che gli fornisce il segretario d'aula). Compilava,  perché quest'anno, causa l'emergenza Covid, il catafalco sarà sostituito da cabine più grandi e più igienicamente ad hoc.

Franchi tiratori e vittime  illustri

Fatto sta che, nonostante gli accorgimenti presi da Fico, la sacralità del voto segreto non sarà violata e dunque, come detto lo spauracchio è tutto rivolto a dinamiche (la maggior parte delle volte appunto interne) che hanno già fatto vittime illustri: Carlo Sforza, "delfino" e pupillo di Alcide de Gasperi, Cesare Merzagora candidato presentato in pompa magna da Amintore Fanfani, Giovanni Leone, fino a tempi più recenti con i casi eclatanti di Franco Marini e Romano Prodi.

Quando si vota e l'incognita Covid

Come detto, la prima giornata di voto è lunedì 24 dalle 15. Un'unica sessione per garantire presenze contingentate in Aula e le successive operazioni di sanificazione.

Tradotto, il primo spoglio è previsto nella fascia oraria tra le 18 e le 20. Poi, salvo un'elezione al "primo" colpo, appuntamento al giorno dopo.

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Ma sulle elezioni del presidente grava anche l'incognita Covid e dei parlamentari contagiati. Salvo clamorosi ripensamenti sembra esclusa la possibilità del voto attraverso posta o raccomandata.

Un parziale eccezione potrebbe essere data dalla possibilità di voto in presenza a parlamentari in ottimali condizioni fisiche (anche con febbre), ma che non risultino positivi al Coronavirus.

 

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