Perché l'opposizione giudica "iniqua" la prima Manovra del Governo Meloni
Conte, Letta, Calenda e Renzi: mai così uniti nella critica.
Da una parte la premier Giorgia Meloni, che descrive la sua Manovra come "coraggiosa" e tesa ad aiutare i ceti medi. Dall'altra le opposizioni, per una volta il trittico composto da Pd, M5S e Terzo Polo è perfettamente allineato nel criticare la proposta dell'Esecutivo che Enrico Letta, segretario del Partito Democratico, non esita a definire "improvvisata e iniqua".
Non ci vanno per il sottile nemmeno Matteo Renzi - che scomoda la celebre frase di un classico come Gli Intoccabili - per liquidare la manovra: "Solo chiacchiere e distintivo", e il leader di Azione Carlo Calenda, che proprio oggi dovrebbe parlare pubblicamente avanzando le sue proposte. Ira del pentastellato Giuseppe Conte che difende a spada tratta la "sua" creatura: il reddito di cittadinanza.
Pd: inadeguata rispetto al rischio recessione e all'inflazione
"Aiuti contro il caro energia per soli 3 mesi. Guerra contro i poveri e favori agli evasori. Poco o nulla per il lavoro e la crescita. Dulcis in fundo (si fa per dire...), da dicembre aumentano benzina e gasolio. È una legge di bilancio che aggraverà la crisi economica e sociale", scrive su twitter il responsabile economia e finanze della segreteria del Pd Antonio Misiani.
Il segretario dei dem passa all'azione:
Sabato17 la nostra manifestazione contro una #manovra improvvisata e iniqua. Inadeguata rispetto al rischio recessione e all’impennata dell’inflazione. Lo avevamo anticipato nella nostra Assemblea di sabato. Ora, dopo le decisioni di ieri lo confermiamo con ancora più convinzione
— Enrico Letta (@EnricoLetta) November 22, 2022
Ai democratici non piace l'innalzamento del contante a 5mila euro, che rischia di favorire l'evasione fiscale. Ma anche la mancata attenzione verso Sanità e Istruzione a favore, secondo la loro analisi, di mosse a corto raggio, incapaci di intervenire in maniera radicale sul sistema Paese.
Terzo Polo: "Solo chiacchiere e distintivo"
Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, nella giornata di ieri, si è piuttosto concentrato sulla mancanza, stando alla sua analisi, di modifiche strutturali:
"Oggi la presidente del Consiglio Meloni presenta la sua prima manovra di bilancio. Finché non vediamo il testo, ovviamente, il giudizio è sospeso. Da quello che si legge sulle anticipazioni, tuttavia, sembra una manovra tutta chiacchiere e distintivo. Vedremo in Aula se c'è sostanza o sono soltanto spot populisti. Domani Carlo Calenda, a nome di Azione e Italia Viva, farà una conferenza stampa su questi temi".
E sulla Manovra anche il leader di Azione si sbottona:
"Mi sembra una manovra sotto il segno di Salvini più che sotto il segno della Meloni".
E ancora:
“Se dovessi elencare i principali problemi strutturali dell’Italia: 1) istruzione; 2) sanità; 3) povertà lavorativa; 4) demografia; 5) produttività; 6) giovani; 7) donne; 8) funzionamento PA; 9) evasione. Da quello che appare la manovra non incide su nessuno di questi problemi”.
Carlo Calenda, nella giornata di oggi, esporrà le sue controproposte.
Non capisco il senso di precipitarsi in piazza contro la manovra senza prima aver spiegato cosa faresti nella situazione data. L’opposizione ha il dovere di offrire alternative non sfilate. Ci vediamo alle 11.00 in diretta su canali social. Con proposte, numeri e coperture.
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) November 23, 2022
Ira di Conte per il Reddito di Cittadinanza
Per ciò che concerne invece il leader dei 5 Stelle il mantra è il medesimo della campagna elettorale: "Nessuno tocchi il reddito". Cosa che Meloni, invece, intende fare gradualmente.
Nel 2023 inizia un percorso transitorio: ridotto da 18 a 8 mesi il tempo di ricezione dell'assegno, che andrà alle persone tra 18 e 59 anni (abili al lavoro ma che non abbiano nel nucleo disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni d'età). È inoltre previsto un periodo di almeno sei mesi di partecipazione a un corso di formazione o riqualificazione professionale. In mancanza di partecipazione, decade il beneficio del reddito.
Scenario che non piace a Giuseppe Conte:
"Questo Governo ha voluto mostrare i muscoli solo contro una fascia ristretta di popolazione: spaccia vigliaccheria per coraggio, confonde la prudenza con l'ignavia. Vuole togliere al Paese l'unico sostegno che non ha mandato per strada milioni di persone in estrema difficoltà e lavoratori che pagano lo scotto di stipendi da fame che non consentono nemmeno di fare la spesa. Se vogliono mandare fuori strada gli ultimi, troveranno un muro. Non possiamo permettere un massacro sociale".