In carcere (anche) i genitori

Minori violenti: tutti i provvedimenti del Decreto Caivano

Non è stata inserita, nonostante le la pressione della ministra Roccella, una misura che preveda un blocco più stringente dei siti di pornografia per i minorenni

Minori violenti: tutti i provvedimenti del Decreto Caivano
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Non ci sono norme repressive ma di prevenzione. Per i reati gravi c'è un ammonimento e la convocazione dei genitori che possono essere chiamati in causa per la mancata vigilanza per i minori, non c'è il tema di sbattere in galera i dodicenni. C'è la galera per l'arresto in flagranza di reato per i ragazzi dai 14 ai 18 anni. Se oggi un ragazzo di 15 anni gira con un’arma carica non si può arrestare. Non sono solo norme repressive, sono norme di prevenzione. Si è fatto scudo dell'uso di minori sempre più giovani e noi dobbiamo porre un freno".

Conferenza stampa decreto Caivano

Così la premier Giorgia Meloni in conferenza stampa dopo l'approvazione in Cdm del decreto Caivano, così chiamato perché le misure sono arrivate in buona parte come risposta ai fatti di cronaca avvenuti vicino a Napoli (per i quali è stato nominato commissario il dirigente medico della Polizia di Stato Fabio Ciciliano).

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Decreto Caivano: Meloni in conferenza stampa

"Consideravo importante esserci perché penso che le norme che abbiamo licenziato siano materie molto importanti. In passato lo Stato ha preferito occuparsi di altro, erano talmente complesse che metterci la faccia era considerato pericoloso. Noi mettiamo la faccia su materie complesse, difficili da risolvere. Per Caivano ci vorranno anni ma ci sarà lo Stato. Il lavoro" per riqualificare Caivano "durerà qualche anno con una presenza cadenzata del governo, ho detto ai ministri che ognuno di loro deve andare per portare i propri 'mattoni'. Inviamo un commissario che possa parlare con tutti gli attori e insieme facciano un lavoro che durerà molto tempo", ha spiegato la presidente del Consiglio per ciò che concerne la complicata situazione partenopea.

Il decreto: punti salienti

Lo spaccio di stupefacenti, anche se è di lieve entità, ora sarà tra i reati che possono portare all'arresto immediato per chi viene sorpreso in flagranza. Si parla comunque di arresto facoltativo, quindi starà alla discrezione degli agenti di polizia coinvolti caso per caso. La stessa misura si applicherà anche ad altri reati: minacce, violenze e resistenza a pubblico ufficiale. Anche la pena per lo spaccio è stata alzata: da 1 a 5 anni di carcere, mentre prima era da sei mesi a 4 anni. Punizioni più pesanti anche per il porto abusivo si strumenti atti ad offendere (ad esempio un coltello da cucina) e di armi bianche.

La pena edittale minima è stata abbassata da 9 a 6 anni per i minorenni con più di 14 anni. Questo significa che l'arresto in flagranza e la custodia cautelare in carcere (o agli arresti domiciliari) prima del processo può scattare per molte più accuse di reato. Ad esempio, violenza verso un pubblico ufficiale, o anche rapina, o spaccio aggravato (si ha quando si parla di sostanze come la cocaina). Dall'altra parte, sarà allargata la possibilità di ricorrere alla messa in prova, che sostituisce il carcere con dei lavori socialmente utili: lo strumento potrà essere applicato già dalle indagini preliminari, e nel caso farà cadere le accuse.

Sempre in tema di carcere, chi ha tra i 18 e 21 anni potrà essere trasferito nelle carceri ordinarie. Questo avverrà però solo in casi estremamente gravi, come soggetti che impediscono l'attività di altri detenuti, sono violenti o minacciano le altre persone presenti. Servirà sempre l'autorizzazione del magistrato di sorveglianza.

Meloni in conferenza stampa

Una norma particolarmente discussa nelle ore prima del Cdm, che era stata anticipata dall'esecutivo con una bozza del decreto, è il divieto di utilizzare il cellulare imposto per legge ad alcuni minorenni. Il provvedimento è stato poi ridotto rispetto alla sua forma iniziale, che era molto più diffusa. Secondo quanto spiegato dal ministro Piantedosi in conferenza stampa, il questore potrà proporre al Tribunale di imporre il divieto di cellulare e altri mezzi di comunicazione (divieto di utilizzarli o anche di possederli), ma solo se questi sono stati utilizzati per compiere un reato. In caso di violazione del divieto, scatterebbe il carcere da uno a tre anni.

L'ammonimento del questore – cioè la convocazione in questura e l'avvertimento di non commettere ulteriori offese – potrà applicarsi anche ai 12enni se sono accusati di danneggiamento aggravato, lesioni gravi, furto o rapina aggravati. In questo caso i genitori potranno ricevere una multa da 200 a mille euro. Non cambia invece la soglia di imputabilità: non si potrà andare a processo per un reato fino a 14 anni, come avviene già oggi. Una questione diversa è invece quella dell'avviso orale della questura. Questo è un atto diverso: si viene comunque convocati in questura, ma a questo punto il questore avvisa la persona che ci sono indizi a suo carico e di seguire le leggi. Finora si applicava solo ai maggiorenni, quando ritenuti socialmente pericolosi, mentre adesso potranno ricevere un avviso anche i 14enni.

L'applicazione del cosiddetto Daspo urbano si allarga oltre i maggiorenni, e comprende tutti dai 14enni in su. Anche la durata del Daspo sarà maggiore, il minimo passa da sei mesi a un anno e il massimo da due a tre anni. Si tratta del divieto di andare in zone precise della propria città, anche solo specifici locali o spazi pubblici, incluse le scuole. La misura potrà scattare non solo per chi viene condannato o denunciato per vendita o cessione di sostanze stupefacenti, come avviene oggi, ma anche per chi è semplicemente sorpreso a detenere stupefacenti ai fini dello spaccio. Chi viene denunciato per reati contro la persona o il patrimonio, per resistenza a pubblico ufficiale o per porto di arma impropria potrà poi essere bandito anche da discoteche e locali notturni.

Genitori in carcere se i figli non vanno a scuola

Nel caso in cui i genitori non mandino i propri figli a scuola durante il periodo dell'obbligo, cioè fino alla seconda superiore, la sanzione non sarà più una multa di modesta entità, ma potenzialmente fino a due anni di carcere. Ci sarà anche il rischio di vedere revocata la potestà genitoriale. Lo stesso avverrà se i minorenni in questione sono legati a un'associazione a delinquere di stampo mafioso, oppure che si dedica al traffico di sostanze stupefacente, anche quando i minorenni non hanno commesso direttamente nessun reato.

Ministro Roccella

Non è stata inserita, nonostante le anticipazioni e la pressione della ministra per la Famiglia Eugenia Roccella, una misura che prevedesse un blocco più stringente dei siti di pornografia per i minorenni. La norma è presente solo come obbligo, per i produttori di dispositivi elettronici, di prevede sempre la possibilità di un parental control gratuito. Sul tema Meloni ha chiarito:

"Ci si interroga sulle modalità di accesso ai siti, una materia su cui non considero giusto intervenire per decreto ma è molto importante e su cui anche il Parlamento deve intervenire. Il tema della pornografia e i minori bisogna continuare ad approfondirlo, si aprono una serie di dinamiche che vanno valutate sul piano normativo, quello che abbiamo fatto non è sufficiente. Se ne servono altre, o ci verranno segnalate, andremo avanti”.

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