Mario Draghi tra i cento più influenti al mondo di Time (unico italiano)
Decisionismo, ma anche capacità di saper ascoltare e chiarezza.
Tra le cento persone più influenti al mondo nel 2021 secondo la rivista Time c'è anche un italiano. E indovinate un po' chi è? Non poteva che essere lui, il premier Mario Draghi, che nell'ultimo anno ha fatto incetta di popolarità e consensi.
Mario Draghi tra i cento di Time
E' indubbio che negli ultimi sette mesi, da quando cioè il 13 febbraio 2021 ha sciolto le riserve sull'incarico assegnatogli dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella diventando capo del Governo, Mario Draghi ha ricevuto consensi più o meno ovunque (anche se - e non potrebbe essere altrimenti - non mancano critici e detrattori).
A illustrare le motivazioni della sua inclusione è il segretario al Tesoro americana ed ex capo della Federal Reserve Janet Yellen:
"Gli Stati Uniti sono grati di avere Mario di nuovo come partner. Draghi e la Bce aiutarono a stabilizzare l'economia europea. All'epoca ero alla Fed e fui particolarmente grata di avere un partner come Mario dall'altro lato dell'Atlantico, qualcuno con grande esperienza e nervi saldi. Oggi guida l'Italia attraverso la pandemia con mano abile, difendendo una rapida campagna vaccinale e misure di ristoro per imprese e lavoratori".
Draghi è stato inserito nella categoria "leader", insieme - tra gli altri - al presidente Usa Joe Biden, al suo predecessore Donald Trump e all'omologo cinese Xi Jinping.
Il celebre "Whatever it takes"
La Yellen, poi, va indietro nel tempo sino al celebre messaggio del luglio 2012, quando dalla Lancaster House di Londra Draghi proclamò che la Bce "era pronta a tutto" per salvare l'Euro: il famoso "whatever it takes".
Le ragioni del consenso
Ma cosa c'è dietro al largo consenso del premier? Senza dubbio è una figura che piace, anche al di fuori dei confini nazionali. Ha saputo mediare - anche nella formazione dell'Esecutivo - le distanze tra i partiti, portandoli tutti dalla sua parte senza però intromettersi nelle discussioni interne e più "politiche". Ha saputo sinora ascoltare, ma poi decidere in autonomia, convincendo anche gli scettici del suo pensiero. Vedi l'ultima decisione sul Green pass che diventerà obbligatorio sui luoghi di lavoro dal 15 ottobre, sulla quale è riuscito a portare dalla sua praticamente tutta la maggioranza (Salvini escluso).
Da non sottovalutare poi il fatto che, in un'epoca in cui la gente guarda i politici in cagnesco, lui occupa un ruolo politico senza esserlo. E non ha paura di prendere decisioni impopolari, come ha recentemente sottolineato proprio sulla questione certificazione verde sul lavoro. Così come non urla e non utilizza i social network, lasciando anche spazio ai suoi ministri, ma prendendo poi lui la parola quando c'è da esporsi. Prova ne è la conferenza stampa di inizio settembre, quando ha fatto capire che non sarebbe contrario all'obbligo vaccinale.
Resta poi l'esperienza alla guida della Bce, che lo rende credibile anche al di fuori dai confini nazionali. Insomma, in Europa (ma anche fuori dal Vecchio continente) quando parla Mario Draghi la gente ascolta e spesso concorda. E scusate se è poco...