Dibattito aperto

Il Parlamento dice no a Lega e FI: il dibattito su una legge su Fine vita e suicidio assistito si farà

Dal Parlamento un primo simbolico sì al documento e un no ai provvedimenti che avrebbero affossato completamente il testo. se ne riparla a marzo.

Il Parlamento dice no a Lega e FI: il dibattito su una legge su Fine vita e suicidio assistito si farà
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Forza Italia e Lega ci hanno provato, ma gli è andata male. Dopo la gradita sentenza della Consulta guidata da Giuliano Amato, che ha ritenuto inammissibile il referendum sull'eutanasia, i due partiti volevano "fare cappotto" affossando definitivamente anche la possibilità che il Parlamento arrivi a esprimersi sul Fine vita con una legge ad hoc. E invece hanno rimediato una sonora sconfitta alla Camera: 126 a 262 nella votazione su un emendamento che avrebbe calato il sipario sul sensibile tema.

E invece il voto di ieri alla Camera, al contrario, rilancia la legge: come in molti auspicavano (ma forse molto sottilmente volevano) il dibattito e il pronunciamento sul Fine vita, la morte assistita, passerà dall'esame del Parlamento.

Fine vita, il primo sì simbolico

Dopo il no della Consulta con annesse le inevitabili polemiche legate alle spiegazioni del neo presidente della Corte Costituzionale, Giuliano Amato (tra l'altro con un'insolita forma, attraverso una conferenza stampa), il documento del Fine vita ha ricevuto ieri un primo, simbolico, "sì" da parte della Camera dei deputati.

Nella fattispecie, sono stati votati e respinti emendamenti del Centrodestra che di fatto avrebbero completamente affossato la legge e ogni possibilità di dibattito istituzionale.

Fine vita, il dibattito alla Camera

Ecco allora che dopo le novità di questi giorni emerse attraverso i pareri della Consulta ai quesiti referendari (via libera al tema Giustizia, bocciatura per Fine vita e cannabis), il Centrosinistra, e in particolar modo Partito democratico e Movimento 5 Stelle, si è indirizzato verso la possibilità che sia il Parlamento a redigere una legge sul suicidio assistito.

Una soluzione che del resto la Consulta ha espresso già da qualche tempo. E così pure, sottilmente, un'analoga sollecitazione è sembrata emergere anche con il "no" al quesito referendario sulla cannabis.

Suicidio assistito, in Parlamento se ne riparla a marzo

Il testo ha avuto in Aula alla Camera un passaggio simbolico con il primo voto, una bocciatura di due identici emendamenti di Fi e della Lega soppressivi dell'articolo 1 e quindi dell'intero provvedimento.

I voti a favore del provvedimento soppressivo sono stati 126, quelli contrari 262.

Il segretario nazionale del Partito democratico, Enrico Letta ha espresso un impegno formale dei dem a proseguire nella discussione dell'iter:

"Noi vogliamo assolutamente che la legge sul suicidio assistito vada avanti. Ci sono tutte le condizioni nei tempi rapidi di questa fase finale della legislatura per essere finalmente approvata. Crediamo che ci siamo anche le condizioni politiche perché la Corte costituzionale è stata chiarissima"

E ancora quello che è un vero e proprio appello:

"Occorre dare una risposta importante a un’esigenza che esiste ed è fortissima. Credo si debba fare un appello al Parlamento perché c’è un’attesa nella società italiana e questa attesa deve trovare un risposta oggi. Un appello forte. Io credo che la società italiana si spetti che il Parlamento non si fermi, non chiuda e non chiuda gli occhi soprattutto"

La posizione del Centrodestra

Dal Centrodestra, invece si è allargato il discorso a quelli che possono essere ragionamenti più ampi rispetto a suggestioni che ultimamente i fatti di cronaca e di esperienza umana e psicologica hanno portato all'attenzione dell'opinione pubblica.

Il deputato di Forza Italia, Antonio Palmieri ha infatti osservato:

"Non sempre le buone intenzioni fermano le cattive conseguenze dato che nei paesi come Olanda e Belgio in cui sono state introdotte norme analoghe si è finiti ad estendere il suicidio assistito anche ad anziani con varie patologie, ai disabili mentali e ai minori"

Il testo della legge ritornerà in Aula a marzo.

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