Proposta di legge

Eutanasia legale: l'Associazione Coscioni "sfida" il Governo, 25.000 firme in pochi giorni

Parte la mobilitazione contro l'Esecutivo che, secondo l’Associazione, ridurrebbe drasticamente i diritti già riconosciuti

Eutanasia legale: l'Associazione Coscioni "sfida" il Governo, 25.000 firme in pochi giorni
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Nel primo fine settimana di raccolta firme per la proposta di legge sull’eutanasia promossa dall’Associazione Luca Coscioni, è già stata superata la soglia delle 25.000 sottoscrizioni online tramite SPID e Carta d’Identità Elettronica. Parte forte la mobilitazione contro la proposta del Governo che, secondo l’Associazione, ridurrebbero drasticamente i diritti già riconosciuti.

A queste si aggiungono le firme raccolte in presenza nei numerosi banchetti allestiti in oltre 100 città italiane. L’obiettivo è ambizioso: raggiungere 50.000 firme in due settimane per poter depositare la proposta in Parlamento entro il 17 luglio, data prevista per la ripresa della discussione sul fine vita in Senato.

Fine vita: boom di firme per la proposta dell'Associazione Luca Coscioni

Nel primo fine settimana di raccolta firme per la proposta di legge sull’eutanasia promossa dall’Associazione Luca Coscioni, è già stata superata la soglia delle 25.000 sottoscrizioni online tramite SPID e Carta d’Identità Elettronica. A queste si aggiungono le firme raccolte in presenza nei numerosi banchetti allestiti in oltre 100 città italiane.

L’obiettivo è ambizioso: raggiungere 50.000 firme in due settimane per poter depositare la proposta in Parlamento entro il 17 luglio, data prevista per la ripresa della discussione sul fine vita in Senato.

La proposta di legge – presentata ufficialmente in Corte di Cassazione e attualmente al centro della campagna di raccolta firme – mira a regolamentare in modo chiaro e uniforme l’accesso alle scelte di fine vita, compresa l’eutanasia. Il testo prevede che ogni persona maggiorenne, pienamente capace di intendere e volere, possa richiedere l’assistenza per porre fine alla propria vita in caso di malattia irreversibile o patologia con prognosi infausta a breve termine, che comporti sofferenze fisiche o psicologiche ritenute intollerabili.

Libertà di scelta e presa in carico pubblica

Secondo la proposta, il percorso deve essere accompagnato dal Servizio sanitario nazionale, che ha l’obbligo di concludere le verifiche entro 30 giorni dalla richiesta. È garantita la libertà di scelta tra autosomministrazione o somministrazione da parte di un medico, il cui intervento resta comunque volontario. Il testo vuole inoltre superare le attuali disuguaglianze territoriali e assicurare un diritto esigibile su tutto il territorio nazionale, nel rispetto dei principi costituzionali di autodeterminazione, dignità e umanità.

Marco Cappato: “Difendere i diritti conquistati”

Marco Cappato, esponente dell’Associazione Luca Coscioni, sottolinea l’urgenza di una legge nazionale per ampliare l’accesso legale all’aiuto alla morte volontaria anche a chi non è dipendente da trattamenti di sostegno vitale, come molti malati terminali di cancro.

Eutanasia legale: oltre 25.000 firme in pochi giorni per la proposta di legge dell'Associazione Luca Coscioni che "sfida" il Governo
Marco Cappato

"È necessario – ha dichiarato – respingere il tentativo di approvare una legge che cancellerebbe diritti esistenti, ottenuti grazie a disobbedienze civili e sentenze della Corte costituzionale".

Il rischio della proposta governativa: una retromarcia sui diritti

In parallelo, l’Associazione mette in guardia rispetto ai contenuti della proposta di legge governativa, ancora non ufficialmente depositata ma anticipata da alcune fonti di stampa. Secondo l’analisi dell’Associazione, il testo governativo avrebbe come effetto quello di restringere in maniera significativa – se non annullare – il diritto già riconosciuto all’aiuto medico alla morte volontaria. Ecco i punti critici principali evidenziati.

- Requisiti più rigidi, accesso più difficile. La proposta del Governo introduce definizioni più restrittive, modificando il requisito della “dipendenza da trattamenti di sostegno vitale” in “trattamenti sostitutivi di funzioni vitali”. In questo modo, sarebbero esclusi coloro che rifiutano consapevolmente trattamenti sanitari o che dipendono da cure fornite da familiari o caregiver. Inoltre, viene modificato anche il criterio della sofferenza, che da “fisica o psichica” diventa “fisica e psichica”, rendendo più difficile dimostrare la propria condizione soggettiva di dolore.

Altro elemento problematico è l’obbligo di essere inseriti in un percorso di cure palliative per accedere alla procedura, trasformando quello che è oggi un diritto in un requisito obbligatorio.

-Tempi incompatibili con la malattia. Il testo governativo prevede tempi estremamente lunghi per ottenere una risposta alla richiesta: fino a 120 giorni. Un periodo che risulta inadeguato per chi è affetto da malattie terminali o neurodegenerative. Inoltre, in caso di diniego, la persona dovrebbe attendere quattro anni prima di poter ripresentare la domanda, senza alcuna considerazione per eventuali cambiamenti clinici.

-Esclusione del Servizio sanitario nazionale. Un altro punto critico riguarda l’eliminazione del ruolo del Servizio sanitario nazionale, sia nella valutazione delle condizioni del paziente sia nell’erogazione dell’aiuto alla morte volontaria. Al suo posto, un Comitato etico nazionale di nomina governativa, con potere vincolante, andrebbe a sostituire i Comitati etici territoriali, che finora avevano solo funzione consultiva.

Questo cambio, secondo l’Associazione, rischia di politicizzare la procedura e spingere i cittadini verso soluzioni private o all’estero, come già accade per chi sceglie la Svizzera. Inoltre, si creerebbe una disparità ingiusta: chi accede alla sedazione palliativa profonda resta nel perimetro dell’assistenza pubblica, mentre chi chiede l’aiuto alla morte volontaria ne viene escluso.

-Il riferimento alla “vita dal concepimento”. Nel testo governativo compare anche un richiamo alla tutela della vita “fin dal concepimento”, un riferimento che l’Associazione considera puramente strumentale. L’ipotesi è che venga poi rimosso nel dibattito parlamentare per presentare la norma come equilibrata, mentre l’impianto di fondo resta fortemente limitativo per i diritti delle persone malate.

La raccolta firme promossa dall’Associazione Luca Coscioni sta incontrando una risposta significativa da parte della cittadinanza, segno di un’attenzione diffusa al tema delle scelte di fine vita.

La proposta di legge popolare intende garantire una possibilità concreta di autodeterminazione per tutti, attraverso regole chiare, tempi certi e tutela della dignità personale.

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